Anzio, Cavallo Morto: tubi a vista e scarichi a mare
Litorale Laziale, da Torvaianica ad Anzio passando per Ardea. Tentando di smaltire pensieri neri e tossine che tranciano il respiro. Cercando con lo sguardo qualche squarcio di bellezza che ancora resista agli attacchi incessanti della moderna e distruttiva inciviltà, di cui ad ogni passo si diventa testimoni.
Per il Lungomare degli Ardeatini – da Torvaianica ad Ardea, gloriosa città dei rutuli oggi città metropolitana di Roma Capitale con oltre 50.000 abitanti, e nessuna regola e nessuna vigilanza – non ci sono parole, meglio evitare spiagge da bandiera nera e tirare dritto.
E si arriva ad Anzio in località Cavallo Morto, presso il Lido dei Pini che conserva ancora tracce della passata magnificenza, ma basta inoltrarsi nel tratto di spiaggia che comprende anche il Lido dei Gigli per abbandonare ogni illusione di un mare nostrum ancora balneabile. Fra le due aree consortili private, sorge dal 1999 un mega depuratore con scarichi a vista, tra cui un grosso tubo che attraversa a nudo la spiaggia e scarica a mare non si sa a quale distanza e profondità. In quel lembo di costa ridotto in uno stato infernale, arido e puzzolente, dove non si avvicinano più nemmeno i gabbiani, la balneazione è vietata ma si svolgono attività sportive, utili anche a spiegare l’impraticabilità del sito. Eppure la gente c’era e non solo a prendere il sole. E si spera, nessun bacillo da scarichi fognari.
In tanto squallore, tra cui una minidiscarica a cielo aperto con tanto di buca, ancora resiste qualche bulbo di giglio selvatico, che un tempo qui imperavano, fra le splendide rigogliosissime dune e l’azzurro folgorante del mare. Tanto per ricordare.
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