Seconda passeggiata al banco di frutta a Frascati
Rileggendo la descrizione della passeggiata di ieri, ne
esce fuori un quadro dettagliato e colorito, frutto della mia
immaginazione.
Le indicazioni, venute dalle persone accanto a me,
trovavano un riscontro con le percezioni che venivano dal tappetino e
quindi collegavo quei segnali a quello che mi veniva descritto. Poi,
scrivendo la relazione, si sono aggiunti ulteriori elementi che,
richiamando ricordi precedenti, hanno contribuito all´arricchimento dello
scenario: come la sensazione tattile della mano verso i frutti, la
definizione dei colori, la tridimensionalità degli oggetti e l´ubicazione
di questi nello spazio.
Tutto ciò ha creato un immagine virtuale densa di
particolari, e oggi attendevo dal tappetino delle conferme. Questo ha
innescato la ricerca di quei particolari immaginari che ha dato luogo ad
un gioco di indovinelli.
Mi aspettavo, per esempio, di rilevare l´uva disposta a
grappoli paralleli bianchi e neri; pesche ordinate, cioè quelle normali e
successivamente quelle noci; con pomodori pachino e pomodori sanmarzano
disposti ordinatamente nelle cassette, oppure file di fichi d´india. Mi
aspettavo, quindi, che il tappetino diventasse una fotografia.
A fronte di uno sforzo di concentrazione intenso,
direzionato più all´aspettativa che alla ricerca di nuove informazioni,
la risposta non era stata all´altezza dell´attesa.
Dopo la riunione che ha succeduto l´uscita, é emerso
invece stata che, con discreta approssimazione, sono riuscito a
individuare e a collocare nello spazio reale questi oggetti, notando delle
differenze di grandezza, di dimensione, forma e luminosità.
Quindi da una sensazione di modesta negatività, dopo
una più accurata riflessione, ho messo a fuoco la positività del
risultato prodotto oggi.
Poter riconoscere la posizione dell´uva differente da
quella dell´ananas, senza l´ausilio di nessun altro elemento se non visio,
é la considerazione che a posteriori mi porta ad apprezzare il lavoro di
questa mattina.