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Il progetto "Giasone"
Notizie in... Controluce - giugno
2000 - nona parte
Progetto Giasone
Come riuscire a riprodurre, in una macchina,
lintelligenza delluomo
Intelligenza ed emulazione - Intelligenza
Artificiale ed Emulatori: nuove prospettive e limiti dellIA classica
di Tommaso Acquaviva
Le ricerche
sullIntelligenza Artificiale stanno attraversando un periodo rivoluzionario.
Occorre, prima di procedere, fare delle considerazioni storiche sullIA per poi
valutarne i limiti ed i confini.
Alla domanda "Può una macchina pensare?" diversi teorici hanno fornito
nel tempo molte ragioni per dare una risposta affermativa. Una delle prime e più profonde
stava in due importanti risultati della teoria della computazione.
La prima è la tesi di Church, secondo cui "ogni
funzione che sia effettivamente calcolabile è ricorsivamente computabile". Effettivamente
calcolabile significa che esiste una procedura "meccanica" per determinare,
in un tempo finito, il valore o luscita della funzione per un dato argomento od
ingresso. Ricorsivamente computabile significa in particolare che esiste un insieme
finito di operazioni aritmetiche elementari che, applicate ad un dato argomento e poi ai
risultati successivi di queste elaborazioni, consente di ottenere il valore della funzione
in un tempo finito.
Laltro risultato importante è la dimostrazione di Alan Turing,
secondo cui "ogni funzione ricorsivamente computabile può essere calcolata in un
tempo finito da un tipo semplice di macchina manipolatrice di simboli", detta
successivamente macchina universale di Turing (MS). Essa è governata da un
insieme di regole applicabili ricorsivamente, in grado di considerare lidentità,
lordine e la disposizione dei simboli elementari in ingresso via via incontrati.
Questi due risultati comportano una conseguenza notevole: un calcolatore digitale
tradizionale, purché abbia il programma giusto, una memoria abbastanza grande e tempo a
sufficienza, può calcolare qualsiasi funzione tra ingresso ed uscita governata da regole.
In particolare, i risultati comportano che una macchina manipolatrice di simboli (MS)
adeguatamente programmata dovrebbe riuscire a superare il test di Turing per
lintelligenza cosciente. Nella versione originale del test di Turing, ciò che si
introduce nella macchina MS sono domande ed osservazioni tipiche di una conversazione,
battute su una tastiera da una persona qualsiasi, mentre le uscite sono riportate
dattiloscritte, fornite dalla macchina MS. La macchina supera questo test per
lintelligenza se le sue risposte non possono essere distinte dalle risposte
dattiloscritte di una persona umana. Naturalmente, al momento, nessuno conosce la funzione
che produrrebbe in uscita il comportamento di una persona pensante, ma Church e Turing
garantiscono che, qualsiasi sia questa funzione, una macchina MS adeguata potrebbe
computarla. Una tale conclusione è importante, soprattutto perché linterazione
svolta solo mediante telescrivente ipotizzata da Turing è un vincolo superfluo. La stessa
conclusione si ottiene anche se la macchina MS interagisce con il mondo esterno in modi
più complessi: mediante visione diretta, o con dialoghi veri e propri ed altro ancora.
Lunico problema che resta è quello di identificare la funzione complessa che
governa la struttura delle risposte umane allambiente e poi scrivere il programma.
Le macchine MS fornite di buoni programmi svolgono unampia gamma di attività
cognitive, seguono istruzioni complicate, risolvono complessi problemi.
LIntelligenza Artificiale classica, basata sulla stesura di programmi, ha
rappresentato un complesso di ricerche impegnative e riuscite sotto ogni punto di vista.
Naturalmente, vi sono lati oscuri. Intanto, è evidente che le macchine MS non sono molto
simili al cervello. Ma anche qui limpostazione classica fornisce una risposta
convincente. Innanzitutto, il materiale con cui una qualsiasi macchina MS è costruita non
ha niente a che fare con la funzione calcolata, che è fissata dal programma. In secondo
luogo, anche i particolari costruttivi dellarchitettura funzionale della macchina
sono irrilevanti, poiché architetture differenti potrebbero calcolare la stessa funzione
ingresso-uscita. Di conseguenza, lIntelligenza Artificiale ha cercato di trovare la
funzione ingresso-uscita caratteristica dellintelligenza ed il programma più
efficace per calcolarla.
Agli inizi degli anni 70, Dreyfus ha criticato le
simulazioni dellattività cognitiva, giudicandole insufficienti rispetto alla
realtà cognitiva ed imputava a queste simulazioni un difetto sistematico. Ciò che
mancava è il vasto cumulo di conoscenze di base inarticolate che ogni persona possiede e
la capacità che ha il buon senso di sfruttare gli aspetti utili di tali conoscenze al
mutare delle circostanze. Sempre in questo periodo, il tasso di rendimento cognitivo
comincia a diminuire allaumentare della velocità e della memoria. Per simulare il
riconoscimento degli oggetti da parte del sistema visivo, si deve ricorrere ad una potenza
di calcolo di livello inaspettato. I tempi di calcolo sono sempre più lunghi, molto di
più di quelli richiesti da un sistema visivo reale. Tale lentezza è incomprensibile,
poiché in un calcolatore la propagazione dei segnali è un milione di volte più veloce
che nel cervello e la frequenza di clock supera qualsiasi frequenza presente nel cervello.
Eppure, nei problemi reali, la tartaruga supera la lepre.
Negli anni 80, John Searle ha concepito una critica
abbastanza nuova, indirizzata allassunto di fondo del programma di ricerca classico:
ovvero, lidea che una manipolazione adeguata di simboli strutturali tramite
lapplicazione ricorsiva di regole che tengano conto della struttura possa produrre
una intelligenza cosciente. Searle si basa su un esperimento concettuale avente due
caratteristiche fondamentali. In primo luogo, la macchina MS deve attuare una funzione
ingresso-uscita capace di sostenere una conversazione superando il test di Turing. In
secondo luogo, la struttura interna della macchina è tale che, comunque essa si comporti,
un osservatore ha la certezza che né la macchina, né alcuna sua parte capisce il
linguaggio discorsivo.
Tutto ciò che la macchina contiene è una persona che parla solo linglese e che
seguendo una serie di istruzioni scritte manipola i simboli cinesi che entrano ed escono.
In breve, il sistema dovrebbe superare il test di Turing, pur non comprendendo né il
cinese né il vero contenuto semantico del cinese. La conclusione generale di Searle è
che un sistema che si limiti a manipolare simboli fisici che tengano conto della struttura
sarà al massimo una vuota parodia dellautentica intelligenza cosciente, poiché è
impossibile generare la vera semantica semplicemente macinando una vuota sintassi. Gli
elementi dellintelligenza cosciente devono possedere un contenuto semantico reale.
LIA verso Emulatori che riproducano il funzionamento del
cervello
Il problema dellintelligenza cosciente rimane irrisolto secondo le linee di ricerca
dellIA classica. Larchitettura funzionale delle macchine MS classiche non è
adatta a svolgere compiti molto impegnativi. Le nuove tendenze dellIA sono rivolte
alla conoscenza approfondita del cervello biologico ed alla costruzione di una nuova
classe di modelli computazionali che si ispirano alla sua struttura. Sono soprattutto due
le caratteristiche anatomiche per cui il cervello si differenzia profondamente
dallarchitettura dei calcolatori elettronici tradizionali.
In primo luogo, il sistema nervoso è una macchina parallela, nel senso che i segnali sono
elaborati simultaneamente in milioni di canali diversi. La retina, ad esempio, presenta al
cervello il suo complicato ingresso non in blocchi di 8, 16 o 32 elementi, come in un
calcolatore da tavolo, bensì sotto forma di quasi un milione di segnali distinti che
arrivano simultaneamente allestremità del nervo ottico, il nucleo genicolato
laterale, dove vengono elaborati collettivamente e simultaneamente.
In secondo luogo, lunità di elaborazione fondamentale del cervello, il neurone, è
relativamente semplice; inoltre, la sua risposta ai segnali in ingresso è analogica e non
digitale, in quanto la frequenza degli impulsi in uscita varia con continuità in funzione
dei segnali in ingresso. I modelli a rete semplificati sono utili per capire come
potrebbero funzionare le reti di neuroni reali e per rilevare le proprietà
comportamentali delle architetture parallele. In una rete a strati dove ogni neurone di
uno strato è collegato a tutti i neuroni dello strato successivo mediante assoni, uno
stimolo in ingresso produce un dato livello di attivazione in una certa unità di
ingresso, la quale mediante il suo assone trasmette un segnale proporzionale al livello di
attivazione alle molte connessione sinaptiche che collegano le unità nascoste.
Leffetto complessivo è che una configurazione di attivazione nellinsieme
delle unità di ingresso produce una configurazione di attivazione distinte
nellinsieme delle unità nascoste. Lo stesso vale per le unità di uscita; una
configurazione di attivazione delle unità nascoste produce una distinta configurazione di
attivazione nelle unità di uscita.
Vantaggi di una struttura parallela
Per quanto semplifichi la struttura del cervello, il modello a rete presenta notevoli
vantaggi importanti. Innanzitutto, unarchitettura parallela consente un aumento
radicale di velocità rispetto ad un calcolatore convenzionale, perché le molte sinapsi
di ciascun livello compiono molti piccoli calcoli simultanei invece che in faticosa
successione. Questo vantaggio aumenta dimportanza quando il numero di neuroni di
ciascuno strato aumenta. Sorprendentemente, la velocità di elaborazione non dipende tanto
dal numero di neuroni interessati in ciascuno strato quanto dalla complessità della
funzione elaborata. In secondo luogo, un elevato grado di parallelismo comporta che il
sistema resista ai danni mantenendo la propria funzionalità. La perdita di alcuni
collegamenti ha un effetto trascurabile sul carattere della trasformazione complessiva
dalla parte rimanente della rete.
In terzo luogo, un sistema parallelo immagazzina grandi
quantità di informazione in modo distribuito, ed il tempo di accesso a ciascuna parte è
dellordine del millesimo di secondo. Tali informazioni sono contenute nella
specifica configurazione di intensità delle connessioni sinaptiche, generata
dallapprendimento precedente. Quando il vettore in ingresso attraversa quella
configurazione di connessioni, e ne è trasformato, vengono liberate informazioni utili.
Lelaborazione parallela non è lideale per ogni tipo di calcolo. Con
operazioni che richiedono soltanto un piccolo vettore in ingresso, con poche componenti,
ma molti milioni di calcoli ricorsivi in rapida interazione, il cervello, come struttura
parallela, lavora molto male, mentre le macchine MS tradizionali eccellono. Esiste
tuttavia unaltrettanto estesa classe computazionale per la quale larchitettura
del cervello è la migliore. Si tratta delle elaborazioni che in genere devono affrontare
gli esseri viventi: riconoscere la sagoma di una persona in un ambiente disturbato,
ricordare successivamente ed allistante la sagoma stessa, distinguere gli individui
con cui accoppiarsi da quelli con cui non è possibile. Sono tutte elaborazioni che
presentano un numero elevato di ingressi, con altrettanti canali, ma che effettuano
calcoli relativamente semplici.
Il cervello non può essere considerato solamente come una semplice macchina parallela con
un elevato grado di architettura, ma anche sede dellimmaginazione e di memoria
pregressa derivante da tutti i sistemi sensoriali.
Sulla base delle predette considerazioni, è stato ipotizzato da antonio e dal "gruppo
di frascati", nellENEA, un modello di funzionamento del cervello umano, che
prende il nome di "giasone". Con lapplicazione del modello "giasone"
ai sistemi di controllo delle macchine industriali, si è aperto un nuovo fronte, chiamato
intelligenza emulativa, che rappresenta un nuovo modo di considerare le macchine
industriali, adesso governate da una struttura risonante intelligente basata sugli
stessi meccanismi elementari con i quali il cervello biologico governa il corpo umano.
Questo sviluppo tecnologico fornisce, come ritorno, nuovi elementi per la comprensione
della complessa fenomenologia del cervello delluomo.
Tommaso Acquaviva
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