È già da tempo che in ogni numero di questo
giornale siamo impegnati nel tentativo di descrivere, nel modo più comprensibile che
possiamo, la teoria ed il lavoro innovativo che il "gruppo di frascati",
coordinato da Antonio (ENEA) e Gianfranco (Oberon), stanno sviluppando al
fine di realizzare macchine con "intelligenza sintetica". Ebbene, di
recente abbiamo partecipato a due riunioni del Progetto Giasone insieme al
"gruppo di frascati"! E stata unesperienza molto significativa. La
nostra lettura dellevento ci ha fatto capire come queste persone riescano ad
applicare via via alcune delle funzioni elementari dellintelligenza animale
analizzate nel progetto generale.
Metodologia di lavoro.
Essi usano una metodologia di lavoro molto particolare ma, nello stesso tempo, molto
semplice. Da un lato, dallanalisi dellintelligenza animale e delluomo si
sviluppano le funzionalità di Giasone (nome simbolico dato allintelligenza
sintetica); dallaltro lato, dallanalisi di Giasone si approfondiscono, di
ritorno, le conoscenze dellintelligenza animale, riuscendo anche a modificare
opportunamente la metodologia usata nel progetto. Tutto questo conduce ad una continua
semplificazione della procedura e dei concetti da essa espressi fino quasi alla loro
banalizzazione. Se questa metodologia di lavoro si dovesse diffondere anche
allesterno del "gruppo di frascati", ciò rappresenterebbe un nuovo
tassello nella cultura, nonché un utile strumento per "fare innovazione".
Ora cercheremo di riportare in queste righe i concetti acquisiti in questa nostra
esperienza.
La "metaidea".
Dal concorso sia di ciò che è stato già fatto a Frascati dal punto di vista tecnologico
che di come luomo viene di solito rappresentato dalla filosofia, si produce un
"canovaccio"; esso non rappresenta lidea finale, ma ne dà un "indice
di realizzabilità". Questo è ciò che si potrebbe definire "metaidea"
(idea della meta) che può innescare nei partecipanti al progetto la certezza della sua
"realizzabilità", nonché la volontà personale di dare un contributo
elaborativo mirato a costruire un oggetto che funzioni proprio come lidea
originaria. Nel "gruppo di frascati" esiste una "metaidea" che si
chiama Giasone. Da una analisi della metaidea il "gruppo" decide che serve
qualcuno che conosca i "meccanismi neurologici" dai quali derivare gli analoghi
"meccanismi elettronici" di base. Serve poi qualcuno che vada a verificare se i
modelli elaborati abbiano una corrispondenza reale nel mondo animale e poi qualcun altro
che possa costruire i circuiti elettronici e i meccanismi necessari. Ognuno dei componenti
il gruppo di progetto è consapevole del fatto che il modello di metodologia funziona. Sa
che la sua "voglia di agire" proviene dalla metaidea che sta sul tavolo di
progetto e che viene amplificata dalle analoghe volontà degli altri componenti attraverso
la risoluzione di "ghiacciature" le quali alimentano la loro
"creatività".
La "ghiacciatura".
Immaginiamo che io abbia lideogramma (immagine) di "me in questo luogo" e
lanalogo ideogramma di "me in quel luogo". Se, in qualche modo, nascesse,
come abbiamo più volte descritto, una differenza di potenziale o "isterismo",
ciò determinerebbe in me la volontà di "andare lì". Se, per qualche motivo,
io non potessi "andare lì", da quel momento in poi sarei
"ghiacciato". Questa sorta di "discrepanza" è una risorsa di Giasone,
una delle più importanti. Da essa, infatti, deriva "il potenziale creativo".
La "creatività".
E il meccanismo che porta ad aggiungere una idea nuova nel pacchetto di conoscenze
di Giasone. Questo meccanismo si sviluppa sulla base della evocazione ed elaborazione
delle altre idee già presenti. Proseguiamo dal concetto della "ghiacciatura" e
vediamo come essa contribuisce alla creatività. Se, in un dato momento, si dovesse
presentare una condizione ambientale come, ad esempio, un luogo, o un bisogno, o una
metaidea che mi rammenti o che "risuoni" con lideogramma, ciò
rappresenterebbe la "nascita di una tendenza", uno stimolo alla
"creatività", ovverossia un innesco a liberare lenergia che risiede in
ogni Giasone presente in ogni uomo. Facciamo un esempio. Quando io mi alzo per andare a
prepararmi un panino, utilizzo una energia creativa più o meno forte in funzione della
difficoltà esistente nel raggiungere la dispensa. Immaginiamo che io mi trovassi in un
posto sconosciuto. La metaidea è ben presente come obiettivo (la dispensa), ma il
percorso non mi è noto. Ebbene, io costruirei metaideee intermedie che mi
consentirebbero, in tappe successive, di soddisfare il mio bisogno e di risolvere
(sghiacciare) questa mia ghiacciatura temporanea: avrei così "creato" il mio
processo di avvicinamento e di raggiungimento dellobiettivo. Facciamo un altro
esempio. Se io dico "mela", il suono di questa parola viene percepito da Giasone
e immediatamente una scena con una mela e me davanti entra in risonanza con quella
parola. Se in questa scena io dovessi rivivere una precedente insoddisfazione subita
(ghiacciatura), allora nascerebbe lazione creativa di mordere la mela perché
sentirei la necessità di risolvere quella situazione che era rimasta sospesa.
Nel corso della vita evolutiva di ogni Giasone si presentano continuamente numerosissimi
eventi che lasciano il segno con una grossa quantità di sensazioni. Nei successivi
momenti di attività, la creatività di Giasone è determinata dal risveglio
"risonanza" di una delle ghiacciature in particolari condizioni ambientali.
La pigrizia mentale.
Immaginiamo che Giasone, a fronte di una vecchia ghiacciatura, abbia messo una cosiddetta
"pezza a colori" (si pensi, ad esempio, a "La volpe e luva").
Ogni volta che si presenterà una situazione simile, esso sarà portato a riproporre la
stessa giustificazione. Ebbene, questo meccanismo che stimola la ricerca di false
giustificazioni è lo stesso meccanismo di creatività che, se ben utilizzato e sfruttato,
può fornire "idee nuove". La stessa energia che viene usata per "restare
aggrappati al vecchio" può essere utilizzata, invece, per dare impulso alla
creatività e "ideare cose sempre nuove".
Il luogo della mente.
Immaginiamo il gruppo di persone citate prima che raccolgono la metaidea e la discutono
insieme, la pianificano, la sviluppano e la controllano.
Nella mente di ognuno di essi deve esserci un luogo nel quale confluiscono tutti gli
elementi comuni del progetto. Il contenuto culturale di ognuno di essi deve essere
riversato nel loro specifico luogo comune.
Immaginiamo che un elemento stia raccogliendo le elaborazioni globali del gruppo in uno
schema di modello; ognuno dovrà avere una copia dello schema, la più simile possibile
alloriginale, meglio ancora se fosse una fotocopia. Solo partendo dallo stesso
oggetto iniziale e dallo stesso "stato di avanzamento" si potrà ottenere una
"comune evoluzione" (comvoluzione). Lo specchio dellimmagine dello schema
che ognuno ha formato in Giasone è lelemento eccitante del processo, è la
"memoria", e solo se esiste una coincidenza di tutti gli elementi si potrà
ottenere la risonanza necessaria per stimolare la "creatività del gruppo".
Sembrerà strano, ma questo non è il metodo che viene usato "normalmente" da
ognuno di noi. Limpedimento più grosso è quello di "far entrare" gli
altri nella nostra mente. Ciò perché ogni Giasone si sente "invaso"
dallidea dellaltro e la reazione più immediata è quella di
"scacciare" quellidea e "riempire nuovamente di se" la mente. A
tal fine Giasone crea, per difendersi, un "luogo di libertà" dove mettere tutti
i pensieri privati che non verranno mai espressi agli altri, una specie di "gabinetto
privato" dove isolarsi dagli altri. Questo fatto rappresenta, in effetti, una
"affermazione di inferiorità". Per la progettazione comune, è indispensabile
eliminare questo luogo di libertà per favorire il "processo di penetrazione di altre
idee"!
Il Puzzle finale.
Nel Progetto Giasone si gioca con un enorme "puzzle". Il risultato finale è
noto: bisogna realizzare l "autonomazione" (automazione autonoma)
attraverso lo sviluppo dell "intelligenza sintetica applicata". I
singoli tasselli, invece, sono le "idee" che emergono dalle discussioni del
gruppo e dalle applicazioni che via via diventano sempre più concrete e diversificate.
Nel gruppo cè chi analizza e spiega alcune funzioni elementari biochimiche e chi le
"traduce" in circuiti elettronici. Analogamente viene fatto con i comportamenti
psico-somatici, con le velocità di reazione, con la vista e le altre funzioni sensoriali,
ecc.
I componenti del gruppo riversano in esso i propri serbatoi di conoscenza e di cultura,
avendo cura di presentare le idee opportunamente "smontate" in pezzi elementari,
e ne estraggono spunti per modificarle, confrontarle, rismontarle, al fine di suggerire
livelli intermedi di soluzione. Avviene allora che il componente del gruppo di estrazione
culturale "meccanica" riesce a dare una interpretazione compiuta di un fenomeno
psico-somatico, mentre quello di estrazione biologica suggerisce la
"movimentazione" più idonea per una data funzione, ecc.
I numerosi Giasone che stanno nel gioco riescono a comunicare fra di loro, e
"lidea comune" che nasce segue, allinterno del gruppo, un processo
simile a quello che si sviluppa allinterno di ognuno di essi. Questa
"neonata" è sicuramente una idea di livello notevolmente superiore rispetto a
quella che avrebbe potuto sorgere da ognuno dei convenuti preso singolarmente!
Armando Guidoni