Antonietta Chigi Wittgenstein e sua madre
Oltre le stampe ed i quadri, una bella raccolta di foto all’albumina e documenti d’epoca che attestano vivacità mondana, riunioni familiari, occasioni ufficiali; appaiono per la prima volta anche le lettere dello storico Nicolaj Romanov, zio di Nicola II. La mostra è godibile e ricca anche d’interessanti arredi personali, portagioie e tazze, (belle come non mai molte cornici in legno o cuoio che impreziosiscono i ritratti). Accurato il progetto dell’arch. Francesco Petrucci, ma si fa effettivamente un po’ fatica a seguire sulle scrupolose, per una volta, didascalie tutta la storia famigliare per matrimoni (cognomi con molte ‘k’ e ‘w’ inclusi), parentele e discendenze russo-tedesche e poi italiane, ma tant’è. Tanta bella nobiltà, nonostante le possibilità di aprirsi al nuovo, anche in termini sociali e culturali, (molte di queste figure avevano in parte assistito ai grandi sconvolgimenti della aristocrazia russa alle soglie della rivoluzione), resta salda figlia del proprio tempo: pur cercando di capire, arretra davanti ai cambiamenti epocali mostrando la sua parte conservatrice e di autoconservazione (se pensiamo che Leonilla Bariatinsky visse 102 anni, e morì dopo la figlia Antonietta). La capitolazione davanti alla storia si ritrova tutta nella frase di una lettera che dice più o meno così: “il futuro non ci interessa, volgiamo lo sguardo al passato”. Meno preveggenti del Gattotopardo (il Palazzo Chigi, lo ricordiamo, fu tra i set del film di Visconti), più sicuri di voler restare quelli che erano ad ogni costo. Perchè vedere la mostra, ed altre che la ricca collezione del Palazzo potrà permettere di allestire in futuro? L’individualismo di questi nobili è abbagliante, ma la celebrazione della figura umana porta con sé la centralità della bellezza della natura e l’importanza della cultura nella società. Inoltre molti aristocratici, fra cui Leonilla e la storicamente più vicina Antonietta Chigi, non dimenticavano di restituire una parte del privilegio ricevuto per nascita sotto forma di asili, ospedali (di Antonietta la fondazione di un ospedale ad Ariccia) e opere, in modo continuato e accorto.
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