Anni Nuovi. Cinquant’anni di storia ciampinese
Si trova in edicola, distribuito in omaggio, il numero unico speciale 2015 di Anni Nuovi, periodico d’informazione ciampinese fondato nel 1966, che annuncia la ‘sospensione’ della pubblicazione al suo 50° anno di attività. Una doccia fredda per gli affezionati lettori, ma anche per tutti quei cittadini che sporadicamente sfogliavano il mensile a caccia di qualche particolare notizia.
Le storie di Ciampino e di Anni Nuovi si snodano in parallelo da mezzo secolo, l’una rimanda all’altra, un connubio che ha dato vita e anima a una cittadina altrimenti priva di memoria. Le quattro pagine dello ‘speciale’ condensano in qualche modo i motivi per cui il giornale nasce e oggi chiude, e tutti appaiono validi. Ma non salvano dal rammarico, che si accusa anche nel saluto di commiato dei fondatori di una testata unica nel suo genere, quasi certamente irripetibile.
Un’avventura straordinaria che prende l’avvio in una saletta della parrocchia del Sacro Cuore in via Pignatelli 3, e con il supporto di don Ugo di Lollo, giovane e intraprendente sacerdote particolarmente attento alle istanze dei ragazzi ciampinesi, prende uno slancio inaspettato che presto coinvolge tutta la comunità. Nasce la Voce dei giovani, un giornalino ciclostilato che entrerà in tutte le case a partire da quella memorabile domenica 5 giugno 1966, quando il primo numero sarà venduto sul sagrato a 30 lire.
Il giornale cresce e crescono i ragazzi, don Ugo viene trasferito in altra parrocchia, si cambia redazione e testata: Ciampino Anni Nuovi, che poi diventa Anni Nuovi, redazione in via Fiume, 1/a. Ma mai cambia l’idea di fondo del progetto iniziale: attenersi a «una realtà comunale locale, fatti e persone che riguardassero Ciampino». Un impegno mantenuto nel tempo, nonostante le trasformazioni che si sono succedute negli anni, che fa di questo giornale lo specchio fedele di mezzo secolo di vita ciampinese. Un archivio storico di particolare importanza, per una cittadina giovane con un brevissimo passato e un labile presente. E un futuro anche troppo facilmente ipotizzabile e non certo confortante. Nella zona d’ombra che si prospetta nel campo dell’informazione locale, se Anni Nuovi effettivamente dovesse cessare la pubblicazione, verranno a mancare quei punti di contatto e di scambio che intessono una socialità già scarsa e poco organizzata, e soprattutto verrà a mancare quella vigilanza che è pungolo e stimolo per i cittadini e chi li amministra. Si spera pertanto che qualcosa arrivi a salvare e a rimettere in gioco un organo di stampa che si è sempre distinto per obiettività e correttezza, e che possa riprendere e continuare, magari con l’ingresso di forze nuove altrettanto volenterose e capaci, il discorso iniziato tante primavere fa da un gruppetto di ragazzini, capeggiati da un entusiasta sedicenne proveniente da un paesino in provincia di Verona, che non volevano saperne di vivere nell’anonimato, in un luogo anonimo.
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