Animali clonati e destinati all’alimentazione
L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha condotto studi che l’hanno indotta a dichiarare, congiuntamente con la statunitense Food and Drug Administration, che la carne e il latte di animali clonati (in particolare la carne di bovini e suini) sono “sicuri per i consumatori”. Queste istituzioni dimenticano (o non vogliono considerare) che, a causa dello smodato consumo che le società occidentali fanno di questo alimento, la carne è pericolosa, e molto, anche quando non viene da animali clonati. Il tasso attuale di tale consumo (che ormai è diventato normale) è ormai troppo al di sopra dei valori massimi consigliati per la prevenzione delle varie malattie “del benessere” (malattie cardiovascolari, cancro, obesità, diabete, ecc.). La presenza di queste malattie aumenta di anno in anno. Secondo l’Annuario statistico italiano 2007 dell’Istat, con dati riferiti all’anno 2002, le maggiori cause di morte in Italia sono le malattie cardiache e i tumori. Si muore soprattutto per le malattie cardiovascolari: il 42% dei decessi in Italia nell’anno 2002 ha avuto questa causa. Si tratta mediamente di 415 decessi su 100 mila abitanti (382 su 100.000 per i maschi e 446 su 100.000 per le femmine). Al secondo posto ci sono i tumori, con il 29,2% per cento del totale dei decessi, con valori per 100 mila abitanti pari a 337,5 per i maschi e 236,3 per le femmine.
Solo queste due patologie dunque, sono la causa di quasi tre quarti (il 71,2%) delle morti che avvengono in Italia ogni anno. La riduzione del consumo di carne e l’incremento del consumo di alimenti a base vegetale potrebbe rappresentare uno strumento efficace per prevenire e ridurre l’entità del problema.
Un altro aspetto da osservare attentamente è invece la tragica sorte degli animali. Già negli allevamenti “normali” la quantità di sofferenza è enorme: prigionia in ambienti insalubri, impossibilità di condurre una vita naturale, menomazioni subite senza anestesia, mangimi innaturali imbottiti di farmaci. La fine che, inoltre, tocca agli animali in luridi macelli – dopo trasporti indegni – è orribile. Con l’allevamento di animali clonati, tutto questo peggiorerà. Infatti, gli studi riportano che gli animali clonati spesso nascono deformi e muoiono giovani, i tassi di mortalità e le patologie riscontrabili nei cloni sono significativamente più elevati rispetto a quelli degli animali riprodottisi in maniera tradizionale. Gli studi, anche quelli dichiarati nei dossier dell’EFSA e della Food and Drug Administration, mostrano, ad esempio, che i vitelli clonati muoiono spesso per anormalità respiratorie, digestive, circolatorie, nervose, muscolari o ossee. Il processo di clonazione può causare modifiche nello sviluppo dell’embrione, del feto e dell’animale giovane. Vari studi hanno mostrato che non tutti i geni vengono attivati, con la clonazione, rispetto alla riproduzione normale. Eppure, queste istituzioni hanno dato parere positivo per la produzione di carne e latte da animali clonati.
Gli animali sono “esseri senzienti”, individui viventi che possono provare sentimenti, sensazioni ed emozioni. Gli animali d’allevamento sono, invece, considerati come semplici prodotti e con la loro clonazione si andrà a rafforzare questa visione.
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