Andava protetto non distrutto
Da marzo 2023 varie associazioni hanno denunciato che la ceduazione sulle Faete (Rocca di Papa), oltre ad aver tagliato il bosco a castagno (bosco coltivato) ha di fatto distrutto uno dei boschi residuali dei Castelli Romani, in particolare la somità delle Faete è costellata di aree in cui sono visibili le colate laviche, aree rocciose dove il castagno non può vivere e che sono rimaste coperte di alberi autoctoni. Le associazioni avevano chiesto alle varie amministrazioni comunali di Rocca di Papa -fino ai primi mesi del 2023- di tutelare quest’area, impedendo il taglio di tutta l’area somitale. Tale proposta non è stata presa in considerazione. In conseguenza di ciò sono stati tagliati migliaia di alberi autoctoni, querce, aceri, ornielli, tigli, … piante anche rare come il maggiociondolo e tutto il sottobosco composto da erica arborea, corniolo, sanguinella. Inoltre il taglio della parte somitale delle Faete ha causato un dissesto del suolo e la caduta di diversi massi. Infatti la parte somitale è più ripida rispetto a dove è presente il castagno, ed era uno dei motivi per cui in passato non si tagliava in quella zona.
Drammatica è anche la situazione della fauna, infatti solo nelle zone rocciose è presente quella microfauna che sta diventando sempre più rara, come anche i nidi e i luoghi di appollaiamento dei rapaci.
Il Parco dei Castelli Romani è stato voluto dalla popolazione per salvaguardare la biodiversità e il territorio, ma non ci sembrano queste le politiche giuste da attuare per salvaguardarla.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento