Ancora incubo neve
Oggi le previsioni meteo ci consentono di organizzarci o quantomeno ad attivare un allerta per eventi eccezionali. Dopo la nevicata di mercoledì 1 febbraio c’è stato un buon movimento dei mezzi per la pulizia delle strade, condizione non ripetuta la mattina di sabato 4, dopo l’eccezionale nevicata verificatasi tra venerdì e sabato. Causa due spazzaneve in riparazione per guasto.
L’eccezionalità della nevicata è evidente a tutti, è sembrato trovarsi il giorno dopo del passaggio di un ciclone (visione per noi solo televisiva). Questo richiedeva una risposta eccezionale, due, tre giorni organizzativi e subito rimuovere la neve. Questo non è avvenuto, ci siamo affranti per la gravità dell’evento, richiesto lo stato di calamità naturale, assistito alla sfilata delle autorità, ivi compresa la Presidente Polverini, ed atteso di nuovo venerdì 10 la previsione di una nuova nevicata eccezionale. Tutta la neve precipitata nei 10 giorni era lì, in terra, spostata da una parte all’altra, in grandi ammassi in attesa di rimozione. La stessa presenza dell’Esercito si è limitata ad aprire dei passaggi pedonali e la rimozione minima per aiutare la viabilità.
Rocca Priora, zona montuosa dei Castelli Romani per eccellenza (il più alto dei Castelli Romani), è risultata impreparata ad un allerta atteso ed indicato dalle previsioni meteo. Nel periodo intercorso tra le due nevicate si è evidenziato la mancanza di un piano (atto a coinvolgere le strutture locali in grado di rimuovere la neve), ed un coordinamento che coinvolgesse la cittadinanza nel collaborare ad una rimozione attiva di zone non accessibili ai mezzi. L’Amministrazione ha fatta capolino con l’istituzione di sensi unici, che hanno facilitato la mobilità delle autovetture. È con vero rammarico che proprio le autovetture siano state le protagoniste della neve, si è assistito all’inutile andirivieni di fuoristrada e Suv che facevano bella mostra del loro, per quanto inutile, 4×4, che finalmente poteva sfoggiare il motivo della propria esistenza. Anche noi cittadini abbiamo perso molto del comportamento che avevamo con la neve, la pulizia della zona antistante alla propria abitazione (salvo casi isolati di unione tra vicinati); in compenso abbiamo acquisito uno stato di recriminazione di attesa di qualcuno che dovesse agire.
Passata la bufera si contano i danni. Strade disastrate, recinzioni, cornicioni ed alberi tutti danneggiati. Proprio quest’ultimi sono causa di molti danni, i pini non sono alberi montani, ce lo ricordano ogni volta che tirano forti venti e nevicate (anche normali); forse sarebbe saggio abbatterli, sostituendoli con rimboscamenti sui nostri colli o (se proprio nelle strade) con piante non dannose. Non dimentichiamo che nelle settimane precedenti la bufera, vi è stata un’ampia potatura degli alberi limitrofi la strada.
La disavventura è alle spalle, la mancanza dell’acqua, i giorni senza elettricità, le auto bloccate, la difficoltà di camminare lungo le strade, un ricordo che ci porteremo nei mesi a venire.
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