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Anche l’Italia ha la Rabbia – 2

Anche l’Italia ha la Rabbia – 2
Novembre 21
12:05 2010

rabbiaPer evitare l’esposizione al contagio nelle zone a rischio Basta seguire semplici regole di comportamento:
– evitare qualsiasi contatto con animali sconosciuti, anche se si mostrano socievoli
– condurre i cani sempre al guinzaglio o utilizza per le altre specie l’apposito trasportino
– impedire agli animali domestici ogni contatto con animali selvatici, soprattutto le volpi.
– segnalare al veterinario eventuali cambiamenti del comportamento abituale
o atteggiamenti insoliti nel tuo cane o gatto
– non adottare animali selvatici come animali da compagnia.
Se si incontra un animale selvatico che si comporta in modo strano, è utile segnalarlo alle autorità locali, ai veterinari delle Aziende sanitarie locali, alla Polizia locale o provinciale, oppure al Corpo forestale se nelle zone interessate dalla rabbia è segnalata la presenza di esche che contengono il vaccino per le volpi, non rimuoverle e non toccarle.
Che cosa devo fare se un animale mi aggredisce e mi morde? Se sei aggredito e morso da un animale selvatico e/o domestico in territori a rischio, segui attentamente queste regole:
– lava subito la ferita per almeno 15 minuti con abbondante acqua e sapone
– vai immediatamente al pronto soccorso per la medicazione e per le cure del caso.
– spiega come si è verificato il morso; il medico, se necessario, somministrerà il trattamento vaccinale antirabbico post contagio.
È importante fornire informazioni utili a individuare l’animale – specialmente se domestico – affinché possa essere sottoposto a sorveglianza per 10 giorni dai Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali, per verificare l’eventuale comparsa dei sintomi della malattia.
Cosa devo fare se vado in vacanza o sono diretto con il mio animale nelle zone a rischio? Contatta il tuo veterinario ma fai attenzione: quando giungono nelle zone interessate dalla rabbia, gli animali devono essere stati vaccinati da almeno 21 giorni.
Inoltre, verifica con il veterinario la corretta copertura vaccinale poiché l’animale potrebbe non essere protetto sufficientemente dall’infezione. Il periodo di validità del vaccino è infatti indicato dalla ditta produttrice.
Durante la permanenza nelle zone a rischio, è obbligatorio portare sempre il passaporto o il libretto sanitario del prprio animale. La conduzione nei territori a rischio di un animale non vaccinato è sanzionata ai sensi della normativa vigente, ma soprattutto rappresenta un serio pericolo per la salute pubblica. L’ordinanza ministeriale del 26 novembre 2009 prevede l’obbligo di: vaccinazione di cani, gatti e furetti a seguito di persone dirette, anche temporaneamente, nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia, della provincia di Belluno o in altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio vaccinazione di tutti i cani di proprietà di persone residenti nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia, della provincia di Belluno o in altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio mantenere al guinzaglio i cani e tenerli sotto sorveglianza;
Diffusione della malattia nel mondo Il virus della rabbia è presente in tutti i continenti con eccezione dell’Antartide. In alcuni Paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America centrale e meridionale la presenza della rabbia nei cani domestici costituisce il maggiore rischio per la salute umana.
Negli USA, la vaccinazione ha notevolmente ridotto la rabbia canina e a partire dagli anni ’60 gli animali selvatici hanno rappresentato la maggior fonte di contagio per l’uomo. In tempi più recenti, i pipistrelli insettivori hanno assunto un ruolo rilevante come fonte di infezione per l’uomo nel continente americano.
In Europa il numero di casi di rabbia negli animali è sensibilmente diminuito nel corso degli ultimi 10 anni. Tutti i Paesi dell’Europa centro-occidentale, e in parte anche di quella orientale, hanno notevolmente ridotto il numero di casi segnalati. Questa diminuzione generalizzata è stata ottenuta grazie all’ampio ricorso alla vaccinazione orale delle volpi. Circa il 70% di tutti i casi di rabbia sono stati riscontrati in animali selvatici e la volpe rossa (Vulpes vulpes) rimane ancora il reservoir principale della malattia. Attualmente la rabbia è presente in particolare in Estonia, Lettonia e Lituania, Russia, Bielorussia, Ucraina e nel sud-est dell’Europa. In Turchia la rabbia urbana rimane il problema principale.
Il Centro di referenza nazionale per la rabbia in Italia è stato istituito presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che si è occupato della problematica della rabbia fin dal 1977 quando è stato attivato il programma di sorveglianza per la rabbia silvestre dell’OMS, in funzione della sua posizione geografica e della insistenza dell’epidemia nel territorio di sua competenza. Accanto all’attività diagnostica di routine ha maturato esperienza specifica in materia di Svolge attività di informazione e formazione in materia di controllo e prevenzione della rabbia sia in ambito veterinario sia di medicina umana. Partecipa all’attività di aggiornamento dell’OMS/OIE ed è referente per l’Italia del Rabies Bulletin Europe.

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