Anas, Fast Confsal: “Gravissime le dichiarazione di Armani, il Governo chiarisca”
ROMA – “Dopo le clamorose dichiarazioni di Gianni Vittorio Armani, che ha addirittura ventilato la possibilità di un passo indietro se non sarà messo in condizioni di lavorare, il Governo deve dire una volta per tutte quale siano i suoi progetti per il futuro dell’Anas”. Così dichiarano il segretario Generale Fast-Confsal, Pietro Serbassi, e il Segretario Nazionale Sada, Nicola Apostolico, all’indomani dell’audizione del presidente della società davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato.
“Dopo aver sottolineato senza giri di parole che il decreto Madia rappresenta un deciso passo indietro rispetto al piano di rilancio dell’Anas avviato solo la scorsa primavera in occasione del rinnovo dei vertici – proseguono Serbassi e Apostolico – il presidente dell’Anas ha anche suggerito che se l’intenzione è quella di lasciare la società nel perimetro della Pubblica amministrazione sarebbe più logico sostituire l’attuale management con un commissario”.
“Il decreto, come ha detto lo stesso Armani, lede completamente Anas incidendo fortemente sulla gestione industriale rendendo inapplicabili alcune azioni del Piano industriale, impedendo di assumere 1.000 operatori su strada per controllare e migliorare una rete di oltre 25.544 chilometri. In altre parole – spiegano i due sindacalisti – renderà difficile per l’Anas anche lo svolgimento delle funzioni a cui la società è preposta per legge. In particolare, l’uscita dalla Pa avrebbe comportato non solo l’autonomia finanziaria e ciò che ne consegue, ma anche un nuovo modello organizzativo per le attività di esercizio non più legato ai vincoli di cui al DPR 1126/81 (Regolamento del Servizio di Manutenzione delle Strade), ed il reclutamento delle relative risorse necessarie per efficientare tutte le attività e compiti della Società Anas”.
“Il percorso per il rilancio dell’Anas – concludono Serbassi e Apostolico – è già stato messo nero su bianco, in accordo col governo, anche attraverso l’individuazione di un meccanismo di storno delle accise sui carburanti che potrebbero garantire alla società l’autonomia finanziaria. Resta solo da capire, e va fatto subito, se c’è la volontà di percorrerlo fino in fondo”
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