Amycanbe
Delle raffinatezze sancite con il loro primo Extended Play, autoprodotto nel 2006, questo gruppo emiliano, forte della sua vocalist Francesca Amati, ha lasciato il segno di una trasognante, fragile ed intensa melodia pop-folk rarefatta da un’ipnotica, dolcissima e malinconica psichedelia. In poco tempo, dopo aver sedotto anche il pubblico inglese con una serie di concerti, è uscito il loro recente LP sul mercato d’oltremanica. È avvenuto lo scorso ottobre, prodotto da Marco Thaler per l’etichetta britannica Dancing Turtle. Il tour italiano legato all’album Being a grown-up sure is complicated è tuttora in corso e, sempre lo scorso ottobre, hanno toccato anche Roma. Con Your own thing, uscito come singolo per la stessa label e l’apporto remix di Daisuke Tanabe, aprono manifestamente il loro mondo acustico al più naturale degli amplessi col digitale. Nascono nel 2002 con Mattia e Marco, in seguito si aggregano Francesca e Paolo, rispettivamente ai fiati ed alle tastiere. Non può non sovvenire un altro indimenticabile duo dedito al genere, ovvero David Roback e Kendra Smith, per quanto tante e variegate risultino le loro ascendenze. Qualcuno ha già pensato a definirli tra i più “interessanti e genuini della penisola”. Poeticamente penetranti, capaci di particolari emozioni, tanto da essere disponibili, come nella migliore tradizione inglese, anche su vinile. Va doverosamente segnalato anche il singolo The song of Matthew and Mark, uscito su 7″ (oltre che sull’album), rielaborato in una nuova versione dall’esordio di Yellow suite.
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