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ÀMOR In corso a Roma la collettiva curata da Nicoletta Rossotti . La mostra fino al 28 marzo alla Medina Art Gallery

ÀMOR In corso a Roma la collettiva curata da Nicoletta Rossotti . La mostra fino al 28 marzo alla Medina Art Gallery
Marzo 26
13:56 2024

ÀMOR
In corso a Roma la collettiva curata da Nicoletta Rossotti
Un successo di pubblico l’opening. La mostra fino al 28 marzo alla Medina Art Gallery

Grande partecipazione e tanti addetti ai lavori dell’arte e della cultura al vernissage di venerdì scorso della mostra ÀMOR, collettiva curata dalla dott.ssa Nicoletta Rossotti, storica dell’arte, critica d’arte e curatrice, con allestimento dell’arch. Elisabetta Sinibaldi, presso la Medina Art Gallery di Roma di via Angelo Poliziano.

Nella sua qualità di Coordinatrice Nazionale dell’Accademia Internazionale Medicea oltre che di curatrice, Nicoletta Rossotti presenta, nella mostra – con allestimenti dell’Arch. Elisabetta Sinibaldi –, oltre venti artisti come nuovi interpreti della realtà contemporanea, per la complessità materica, simbolica e concettuale veicolata dalle loro opere. Si tratta di Alessandra Meschini, Alessio Mariani, Carla Patella, Eleonora Perillo, Elisa Curto, Milo Pepe, Enzo Monterosso, Ilaria Di Fabio, Lorenzo Pazzuello, Alessio Luca Bandini, Maurizio Saletti, Nadia Gaggioli, Paola D’Antuono, Piergiorgio Dessì, Pierpaolo Mancinelli, Roberto Pestarino, Nunzia Romeo, Sabrina Barbagallo, Sylvia Teri, Strimi 21, Veronica Van Saften, Giuseppe Virgilio Pascuzzi (Gip), Vittoria Marziari, Anna D’Elia.

Durante l’opening, col patrocinio di Roma Capitale, Accademia Internazionale Medicea di Firenze e Performativa Academy, è stato possibile ascoltare alcuni interventi di stampo diverso, legati dal filo di un incondizionato amore per l’Arte.

Quello appassionato del giovane archeologo Carlo Valerio Cozzella, ha posto l’accento sul problema della gestione dei siti archeologici (di proprietà dello Stato per lo più) e della proprietà intellettuale dei dati archeologici, che se da un lato ha condotto ad una mentalità di privatizzazione delle questioni archeologiche da parte delle istituzioni, che non ha inibito, tuttavia, l’aspirazione crescente ad un accesso immediato del pubblico alla documentazione scientifica in mano alle amministrazioni, al fine di garantire la ricerca, la protezione e il miglioramento dell’ambiente e più in generale la partecipazione di tutti alla costruzione di una cultura di comunità. Correlato a questi il tema del libero riutilizzo delle immagini del patrimonio culturale al di fuori della comunità scientifica, imbrigliate in barriere burocratiche ed economiche, per raggiungere un pubblico più vasto anche grazie alla vasta gamma di riutilizzi creativi che le immagini digitali possono realizzare. In altre parole, l’archeologo reiterava, nell’occasione, l’appello ad un “diritto al patrimonio”, partecipativo, che il crescente aumento di presenze di pubblico nei luoghi d’arte testimonia come esigenza e sempre più consapevole necessità.

Sul sostantivo, ÀMOR, che rimanda a uno dei nomi sacri e segreti di Roma e al suo rito di fondazione, ma nella collettiva è tramite per parlare dell’amore nelle varie culture e civiltà, e che ha dato il titolo al nuovo progetto di Nicoletta Rossotti, e in relazione a Roma, si è soffermata l’altra archeologa specializzata presente, Michela Colella. Dalle origini latine – amor-amoris-amori – al suo significato polisemico di affetto, simpatia, passione, amore fraterno, amore verso la patria, verso la libertà. E per estensione amato-amata, oggetto amato, che produce desiderio, amore dei romani per la propria città. E infine amore inteso come desìo, brama, passione, che si esprime attraverso la bellezza e l’arte. Da imitatori seriali della bellezza prodotta dagli altri popoli del loro impero, i romani divennero produttori di un’arte nuova e originale, al servizio di Roma. Non si trattava più di sottolineare, attraverso le copie, l’avvenuta conquista di un popolo, di cui si era arrivati a riprodurre l’unicità, ossia l’arte, ma di fare dell’arte l’immagine di Roma di ciò che rappresentò Roma per il mondo antico.

Da Ludovica Rossotti, dell’Università La Sapienza di Roma, CEO di Performativa Academy, il punto di vista della sociologia. Importante e significativo parlare di Amore in questo particolare momento storico segnato da individualismo, violenza e guerre, ha detto la sociologa. In qualche modo è un richiamo ad una dimensione solidale, di amore per la vita, per il prossimo, per l’arte, per la scienza. L’arte come apripista, per accendere il sentimento delle persone. Sul rapporto tra arte e giovani, La sociologa ha richiamato un dato Istat del 2022 che vedere il 60% dei giovani non frequentare mostre e luoghi museali. Un portato della big economy che domina la società sottraendo spazio alle emozioni e alle fragilità che invece l’arte è capace di esprimere. Accanto alla scarsità di politiche pubbliche efficaci a tutela degli artisti. E invece, ha ribadito, va riaffermata la centralità dell’arte per insegnare la Bellezza, come arma contro la rassegnazione e la paura.

Con Uliano Conti, docente dell’Università degli studi di Perugia, focus invece sul ruolo della percezione nell’esperienza della modernità. Si rifà a Benjamin che anticipava, dice, di duecento anni quelli che sono i risultati della neurofisiologia della percezione e collocava nella ricerca sociale anche l’elemento percettivo, tutti i sensi nelle relazioni con gli altri. Affrontare l’arte dal punto di vista sociologico significherebbe quindi affermare, con altri studiosi prima di lui, una natura sociale dell’arte, nella percezione, appunto, del bello. Si entrerebbe qui nell’ambito della sociologia visuale, con la ricerca sociale arricchita dall’utilizzo di tecniche di indagine visuali, che utilizzano immagini. Il loro uso permetterebbe di cogliere ed analizzare il mondo e di accedere alla massa di informazioni che la nostra società produce, in ogni momento, in forma visuale.

Così infine Nicoletta Rossotti sulla mostra che ha promosso: “Ho scelto il nome ÀMOR nel significato che gli riconosce Pascoli nella sua Ode a Roma, come dedica segreta della città a Venere, dea dell’amore e della bellezza, da collegarsi al culto di Venere genitrice, madre di Enea e della stirpe romana. L’intento è quello di evidenziare l’amore nelle diverse culture, declinandolo in più forme e includendo anche l’amore per la conoscenza, per la patria, per la sapienza e ogni altra forma di amore”. “Tre categorie – ha detto ancora Nicoletta Rossotti – possono spiegare la cultura artistica contemporanea: il reale, il simbolico e l’immaginazione. Quest’ultima, nella categoria degli artisti, è quella più suscettibile di interpretazioni, declinazioni concettuali e divagazioni cromatiche. Sono convinta che occorra una salda cultura basata sui classici di matrice greca e latina per ottenere quell’emancipazione intellettuale che possa regalare agli artisti una precisa identità. In un periodo dove la tecnicalità e l’Intelligenza Artificiale sembrano dominare, si dovrebbe perseguire un umanesimo dove culture diverse tra loro dialoganti si pongano come ponti e traduttori di idee e bisogni. E sul ruolo degli artisti ha concluso: “Gli artisti sono portatori, più o meno consapevolmente, di messaggi la cui profondità espressiva si coniuga con le immagini e i simboli da loro scelti. Senza dimenticare mai, tuttavia, che come fruitori della loro arte possiamo impadronirci del significato e della lettura di un’opera vedendo nel segno che rappresenta l’aurora anche il segno che rappresenta il tramonto”.

Il Catalogo di Gangemi Editore

ÀMOR. Artisti a Roma per celebrare l’arte e l’amore è il titolo del bel Catalogo, a cura di Nicoletta Rossotti, edito da Gangemi Editore International. In copertina una delle opere esposte, “Concezione volumetrica 23”, particolare, di Maurizio Saletti. Con prefazione e testi critici della stessa Rossotti, il catalogo racconta gli artisti della collettiva tra parole e immagini, ed è corredato da una biografia della curatrice.

ÀMOR | Mostra collettiva a cura di Nicoletta Rossotti | Dal 22 al 28 marzo 2024 | Medina Art Gallery Roma, Via Angelo Poliziano 32/34 | Ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

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