Amicizia fra Tavsanli e Marino
Il segnale forte di questa nuova fratellanza si è manifestato nella partecipazione della delegazione turca alla Santa Messa, nella basilica di san Barnaba, celebrata da Mons. Pietro Massari, che nell’omelia ha sottolineato il lieto evento, aggiungendo che in Africa, le scuole cristiane e quelle musulmane sono solite pregare insieme, per poter imparare a convivere. «Occorre dare segnali forti al mondo – continua il parroco – attraverso piccoli, ma importanti cambiamenti, in quanto è finito il tempo di guardarci in cagnesco. In futuro, i nostri popoli dovranno vivere insieme e il contatto è utile per conoscersi ed apprezzare le qualità sia dell’ uno che dell’altro. Anche se i fondamentalisti non condividono la nostra amicizia ciò non ci deve bloccare. La Chiesa ci dice come doverci comportare, ma in seguito è lo Spirito del Signore che ci suggerisce l’adeguata condotta». Il parroco ha poi ricevuto il sindaco nella sala delle riunioni in cui è avvenuto un gradevole scambio di idee in cui si sono gettate le basi per un prossimo viaggio in Turchia. «Abbiamo apprezzato la sua predica, soprattutto quando ha detto che il nostro gruppo era presente in chiesa. – spiega Güler – Con la vostra futura visita si approfondirà ancora la nostra conoscenza, arginando i pregiudizi, poiché grazie ad un’esperienza diretta si possono superare gli stereotipi. Crediamo in questo viaggio al cui aspetto turistico verrà affiancato l’incontro con le famiglie locali, in una sorta di contatto genuino e stiamo inoltre organizzando un pellegrinaggio in cui si potranno visitare tutti i luoghi sacri». Mons. Pietro Massari ha ricordato che in Turchia ci sono chiese cristiane tra cui quella di san Pietro e san Giovanni ed inoltre c’è la tomba di Maria e quindi questo percorso rappresenta un dovere cristiano. «Il grande Papa Giovanni Paolo II – aggiunge il parroco – diceva che “lo Spirito semina la verità dappertutto”, occorre quindi cercare la verità ed è per questo che trovo la vostra iniziativa giusta e ve ne sono grato». Mustafa Güler ha ricordato che proprio Papa Wojtyla ha aperto le porte alla Turchia «la sua venuta – prosegue il sindaco – è stata un segno di Dio, quando siamo stati invitati all’udienza privata nel 1998, egli è stato in grado di cogliere lo spirito di fratellanza, purtroppo dopo il colloquio abbiamo ricevuto delle critiche dal mondo arabo. L’Anatolia, tuttavia, sarà in grado di promuovere grandi incontri e divulgare il messaggio e ci stiamo già attivando per l’attuazione di questo progetto». Mons. Massari ha ribadito che «la Turchia è chiamata ad una missione di unità, in quanto deve essere in grado di diventare il ponte fra le due culture. Deve, inoltre, sentire questa missione nel rispetto della diversità. Il grande movimento della Chiesa è avvenuto nel segno del cambiamento del Concilio, dopo ben duemila anni, quindi dobbiamo alla Turchia molta riconoscenza». Il parroco, inoltre, ha promesso al sindaco che, nella prossima visita, gli farà dono di una copia simbolica dello scudo portato dalla battaglia di Lepanto, il cui originale è conservato nella basilica.
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