Amianto in G. di F: apertura di inchiesta
A Trieste, ad esempio, proprio nell’edificio dell’attuale Comando Regionale (autentica casetta dell’amianto), dove (in barba alle migliori Leggi dello Stato italiano: 257/92, 626/94 e loro integrazioni-modificazioni), dal 1992 al 2002 (anno della prima massiccia bonifica, a quanto pare ancora parziale, eseguita con il personale nello stabile, in cui sono stati estratti decine e decine di metri cubi di amianto, compatto e friabile, per alcune centinaia di metri quadri bonificati), nulla è stato fatto, di ciò che era previsto, per salvaguardare salute e dignità dei finanzieri. Nessuna informazione del personale sul rischio, né rilevamenti ambientali, neppure comunicazioni alle ASL e prevenzione alcuna (visite mediche specifiche della medicina del lavoro, istituzione di registro interno per gli esposti…). In compenso, però con una situazione ambientale, assolutamente compromessa, è stata creata una mensa obbligatoria di servizio (ci chiediamo chi e come abbia autorizzato), con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Gli stessi rilevamenti ASL, del post-bonifica, accertano, infatti, un quantitativo imbarazzante di fibre aspirato (in vari ambienti dello stabile e a campione) che si traduce, in luogo dei dovuti rapporti matematici, nella presenza di migliaia fibre di amianto, respirabili in un solo anno. Un dato oggettivo che ci fa interrogare su come mai le attività nella tale caserma, con questi presupposti poco rassicuranti, non siano state interrotte; senza parlare poi della sorveglianza sanitaria (per la presenza di amianto) mai posta in essere. Addirittura, paradossalmente, nel “Documento sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute negli ambienti di lavoro”, datato 6 giugno 2007 e redatto dal Comando G. di F. interessato, il rischio amianto pare, addirittura, non esistere.
Nel riporre, così, massima fiducia nell’operato della Magistratura (amministrativa, civile e penale) si auspica, in parallelo, per la gravità dei fatti, l’apertura di un’inchiesta interna alla G. di F., da parte del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti e del Comandante Generale della Guardia di Finanza Gen. Nino Di Paolo (responsabile e garante per le vicende del Corpo), volta a restituire, al personale esposto (e loro familiari), i giusti valori del merito: Verità, Trasparenza e Giustizia, finora, negati.
Lorenzo Lorusso (Presidente del Movimento dei Finanzieri Democratici)
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