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Ambiente: Cambiamenti climatici, la comunità scientifica europea si incontra a Lampedusa

Ambiente: Cambiamenti climatici, la comunità scientifica europea si incontra a Lampedusa
Giugno 08
17:26 2023
 

“Il progetto PRO-ICOS_Med aggiunge un tassello importante allo sviluppo di strategie di monitoraggio sempre più efficaci per lo studio del clima e dei suoi cambiamenti, non solo perché ha permesso di rafforzare le infrastrutture nazionali, ma anche e soprattutto per i futuri collegamenti con l’Infrastruttura di Ricerca Europea e con le componenti italiane di altre infrastrutture ambientali. Ne è un esempio il progetto ITINERIS (Sistema Integrato di Infrastrutture di Ricerca Ambientale), finanziato dal NRRP, che mira a creare sinergie tra i nodi italiani di diverse infrastrutture ambientali europee e amplificare i loro risultati scientifici e le loro conseguenze”, ha commentato la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza.

“Gli osservatori della rete ICOS come quello di Lampedusa sono fondamentali sia per comprendere come le attività umane stiano influenzando negativamente il clima sia per calibrare le politiche per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici”, ha aggiunto il Presidente ENEA Gilberto Dialuce. “L’Osservatorio Clima ENEA di Lampedusa – ha proseguito – svolge un ruolo primario nel progetto in quanto è l’unico della rete europea ICOS a includere misure nei tre domini coinvolti nel ciclo del carbonio, ovvero mare, terra e atmosfera. Le misurazioni atmosferiche che effettuiamo da oltre 30 anni mostrano che il CO annuale2 Il tasso di crescita nell’ultimo decennio è stato persino superiore a quello dei due decenni precedenti. Inoltre, abbiamo scoperto che il metano sta crescendo sempre più velocemente, il che è preoccupante perché il suo potenziale di riscaldamento è maggiore di quello del CO.2“, ha concluso Dialuce.

L’infrastruttura di ricerca europea ICOS è una rete osservativa distribuita in 16 paesi che effettua misurazioni altamente accurate dell’evoluzione delle concentrazioni di gas serra e dei loro flussi tra atmosfera, oceano e vegetazione. A livello europeo, più di 500 scienziati sono coinvolti nel monitoraggio ambientale e nella manutenzione delle varie stazioni. La rete italiana è attualmente composta da 19 stazioni che raccolgono misurazioni e dati necessari per capire come le attività umane stanno influenzando il clima. Le informazioni prodotte dagli strumenti sono anche cruciali per orientare le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici presenti e future.

Questa infrastruttura include il progetto “Pro-Icos_Med” ora concluso, che vede il CNR come coordinatore, ENEA e CREA. Il progetto ha previsto il rafforzamento della rete di osservatori ICOS nelle tre componenti osservative – atmosfera, ecosistema terrestre e mare – soprattutto nel sud Italia.

Più precisamente:

  • L’Osservatorio Climatico ENEA di Lampedusa è diventato l’unico della rete europea ICOS ad effettuare misurazioni in tutte e tre le componenti osservative.
  • Una torre di 100 m per lo studio dei flussi di carbonio è in costruzione dall’istituto di metodi di analisi ambientale del CNR di Potenza (CNR-Imaa).
  • Le stazioni di Capodimonte (Napoli) gestite dall’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del CNR (CNR-Iret) e quella di Castelporziano gestite dal CREA e dall’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali Mediterranei (CNR-Isafom) sono tra i siti ecosistemici urbani e periurbani meglio attrezzati a livello internazionale.

Inoltre, sono stati sviluppati centri nazionali di supporto (hub) per i tre settori (atmosferico, ecosistemico, marino), nonché un database centralizzato e un laboratorio per le analisi isotopiche.

Le misurazioni dei gas serra a Lampedusa sono iniziate nel 1992. Da allora, il contenuto atmosferico di CO2, che si aggiunge al riscaldamento globale, è aumentato di oltre 60 parti per milione, con un aumento annuo di 2,7 ppm / anno. I dati più recenti raccolti dal Progetto PRO-ICOS-Med mostrano che il Mediterraneo centrale assorbe CO2 dall’atmosfera nei mesi freddi, mentre rilascia CO2 quando fa caldo. Fortunatamente, la quantità di CO2 assorbito dall’oceano in inverno è il doppio della quantità rilasciata in estate, portando a una riduzione dell’aumento dell’atmosfera e mitigando lo sconvolgimento climatico antropogenico. La nuova installazione della torre per la misurazione degli scambi con l’ecosistema terrestre permetterà di comprendere quanto la vegetazione tipica dell’isola, la macchia mediterranea, contribuisca a limitare l’accumulo di CO2 nell’atmosfera.

I dati indicano anche che tra maggio 2022 e marzo 2023 il Mediterraneo ha vissuto un’ondata di caldo di grande intensità e, soprattutto, di eccezionale durata, raggiungendo livelli mai visti negli ultimi 40 anni. Questa ondata di caldo ha provocato temperature del mare fino a 4 ° C più alte rispetto ad altre aree del bacino. I processi di CO2 Il trasferimento e l’accumulo nell’oceano e nella vegetazione terrestre dipendono dalla temperatura e si prevede che alcuni di essi diventeranno sempre meno efficienti con il riscaldamento globale. I dati raccolti, soprattutto durante la recente ondata di caldo, sono quindi cruciali per studiare queste relazioni e comprendere le possibili evoluzioni future del ciclo del carbonio. Lo studio di questi aspetti continua.

Mercoledì 7 alle ore 2.30 i partecipanti avranno la possibilità di visitare i siti di misurazione nelle tre aree: la stazione atmosferica all’estremità nord-orientale dell’isola, la stazione marina a 3,3 miglia a sud-ovest di Lampedusa, e il sito dell’ecosistema terrestre nell’area di riforestazione a ovest.

La coesistenza di queste tre componenti in un unico sito situato al centro del Mediterraneo, lontano da fonti significative di emissioni antropiche, rende l’Osservatorio di Lampedusa un esempio singolare al mondo per lo studio delle complesse relazioni che regolano il ciclo del carbonio.

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