Amanda Sandrelli in scena a Villa Sora
Secondo appuntamento con la stagione invernale al Teatro di Villa Sora, che vedrà ancora protagonisti Giorgio Colangeli e Francesco Montanari il 10 aprile con Il più bel secolo della mia vita, e Giorgio Albertazzi il 24 aprile con Miti ed eroi.
Il 13 marzo è andata in scena Tale madre tale figlia con la brava Amanda Sandrelli, ben supportata dalla giovane Elena Ferri, in un testo scritto da Laura Forti.
Un commedia dal tocco leggero e preciso nei suoi intenti, scritta da donne per le donne, ma un vero piccolo atlante per uomini che vogliano sapere qualcosa di più sul femminile aggiornato agli anni 2000. Madre e figlia si cambiano, si confrontano, caricano la lavatrice, in una stanza da bagno attraversata da enigmatici tubi arancioni, che conducono acqua ma trasportano anche reconditi malumori, ‘voci di dentro’ che coronano alcune scene importanti. Scene nelle quali ognuna delle protagoniste, o le due assieme, mette a fuoco meglio cosa c’è che non va nella propria esistenza o come fare per migliorare la comunicazione nel loro rapporto. Il padre è sempre assente per lavoro. Le due non sono avulse da alcun tic d’attualità: competizione, continuo attento studio del proprio corpo in un enorme specchio (proprio quello ‘delle mie brame’, che si rivelerà essere spia di momenti di ‘perdizione’ e porta verso l’altrove).
Per quanto la madre voglia passare ‘sostanza e valori’ alla figlia, sa che corpo e gioventù giocano un ruolo centrale nella rivalità fra donne; è architetto e, rientrata in uno studio professionale dopo qualche anno d’inattività, le sembra che l’avvenenza sia l’unica strada che possa permetterle di sbaragliare una ‘rivale’ più giovane. Per la figlia essere ‘di successo’ con i ragazzi è un modo per potersi affermare nel gruppo di compagne di scuola. Sono così messi in dubbio i riferimenti dell’esperienza e dell’autorevolezza genitoriale, poiché la figlia comprende bene le debolezze materne ma allo stesso tempo ha bisogno di rendere partecipe la madre-amica delle proprie e dei primi innamoramenti. In realtà la bimba del racconto avrebbe solo tredici anni, ma la interpreta la brava Elena Ferri di diciannove poiché lo spettacolo, nella parte centrale, mostra le estreme conseguenze delle brame di successo a tutti i costi e il prezzo dell’inganno: la madre, brilla, si espone esageratamente in serate di lavoro fasciata in abiti provocanti; la figlia diventa una seduttrice dedita a lascive lap dance alcoliche.
Più che evocare facili moralismi, la soluzione narrativa racconta bene come le due potrebbero allontanarsi l’una dell’altra proseguendo per la strada della competizione. Il finale sembra ristabilire complicità e vicinanza poiché, oltretutto, ognuna delle due rinuncerà a ruoli da donna/ragazza sempre vincenti, cercando invece maggiore affetto e comprensione. È tempo di un bagno rilassante e giocoso: l’acqua, simbolo di vita e rinnovamento, sgorgherà dai tubi.
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