Alle radici della violenza sulla donna
Il 25 novembre ricorre la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne istituita dall’ONU nel 1999. La violenza è un fenomeno universale, che sta destando allarme sociale. Su questo complesso, difficile e delicato argomento è stato pubblicato, tra l’altro, un saggio del professor Guido Brunetti sulla rivista “Neuroscienze” intitolato “La violenza sulle donne”. L’autore esamina gli aspetti sociali, culturali, giuridici, scientifici e morali del femminicidio”, fornendo dati, ragioni e indicazioni terapeutiche in merito.
Professor Brunetti, possiamo inoltrarci nelle radici profonde della violenza?
“Le neuroscienze ci stanno fornendo una serie di dati e conoscenze sul cervello umano, una struttura straordinaria e meravigliosa, ma che appare ancora misteriosa. Finora, le ricerche mostrano che l’essere umano appartiene a una ‘specie aggressiva’. Questo significa che i nostri comportamenti hanno basi biologiche. I fattori genetici rivestono un ruolo importante, poiché essi concorrono all’emergere di comportamenti aggressivi, violenti, impulsivi e antisociali.
In combinazione con il patrimonio genetico, intervengono il nostro vissuto, le nostre personali esperienze, gli accadimenti sociali, ambientali e familiari. Ulteriori ricerche evidenziano che il grado di aggressività e la maggior parte delle nostre caratteristiche vengono stabiliti nell’utero e sono legati al sesso, ai fattori fisici, alle circostanze socio-familiari negative, agli squilibri omeostatici e all’assunzione di alcol, fumo e medicinali durante la gravidanza da parte della madre. Queste situazioni possono provocare sofferenza, solitudine, stress e rabbia, e trasformarsi in gelosia e disprezzo”.
La violenza è una caratteristica soltanto umana?
“L’incredibile violenza dell’uomo non è un fenomeno che ci caratterizza, come gli scienziati pensavano fino al secolo scorso, ma riguarda anche il mondo animale.
Ci sono numerose prove che dimostrano come anche gli animali percepiscano ‘risentimento’ e tendano a ‘vendicarsi’. Tutti i mammiferi sperimentano rabbia e odio. Il sistema della rabbia esiste in tutti i cervelli dei mammiferi. Alcuni autorevoli neuro scienziati sostengono che possiamo rintracciare le origini della violenza nell’uomo, risalendo al nostro antenato comune con gli scimpanzé. Il fatto è che il cervello non è sempre in grado di controllare le emozioni, i desideri, gli istinti, tutti fattori che svolgono una funzione fondamentale nei processi decisionali di uomini e animali. La mancanza di controllo razionale porta pertanto all’azione, all’aggressività, alla violenza, alla vendetta fino all’omicidio e al femminicidio.
Ci sono ricerche che documentano come alcune specie di scimmie possano uccidere i cuccioli appena nati e come gli scimpanzé e gli orangutan stuprino le femmine. L’infanticidio è un comportamento di molte specie, come uccelli, pesci, insetti e primati”.
C’è ancora molto da apprendere?
“Molti di questi processi cognitivi sono ancora scientificamente ‘impenetrabili” e la ricerca animale, come sempre, ci sta fornendo splendide conoscenze al riguardo. Sono comportamenti che nascono da radici ancestrali profonde e misteriose. Sta di fatto che tra gli esseri umani esiste una grande varietà di tratti caratteriali, come egocentrici, narcisisti, psicopatici, sociopatici, sadici, ecc.”.
Non siamo tutti uguali. E’ così?
“Ci sono individui che hanno una tendenza neurobiologica e sociale a danneggiare, odiare e invidiare gli altri e che godono nel farlo. Alcune ricerche indicano che l’emozione che genera l’aggressività e la violenza sia negli esseri umani sia negli animali è ‘l’orgoglio’, il desiderio di raggiungere lo status più elevato e per acquisire il potere. E’ il risultato dell’evoluzione, della selezione sessuale.
La violenza e l’aggressività presentano in sostanza aspetti multidimensionali, si manifestano nei modi più svariati. C’è poi una notevole variabilità fra i cervelli di individui di una specie, cervelli che sono gestiti in modo rilevante da processi inconsci.
Oggi, le neuroscienze sono alla ricerca di comprendere la neurobiologia dei circuiti cerebrali e dei sistemi neurali che sono coinvolti in questi comportamenti, cosa che ci permetterà di scoprire la genesi di tanta violenza e del caos che esiste nella famiglia e nella società”.
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