Allarme dei pediatri sugli spot diseducativi
Lo spot della compagnia telefonica italiana Vodafone è «l’esempio di come i genitori non dovrebbero educare il figli». A sostenerlo è la Società Italiana di Pediatria che, dopo le numerose proteste di genitori e pediatri apparse nei giorni scorsi su blog e social network, scende in campo contro il messaggio pubblicitario lanciato dall’azienda produttrice di telefonini. Lo spot mostra un bambino che «ne combina di tutti i colori» (buttare un mazzo di chiavi nel gabinetto, mettere il telecomando nell’inchiostro fino ad imbrattare i muri di casa) e che riceve in cambio dai genitori non un rimprovero e un richiamo alle regole, ma un sorriso comprensivo.
Il Presidente della SIP Alberto G. Ugazio afferma che «lo spot appare come un messaggio a sostegno dell’incapacità dei genitori di dare delle regole certe ai propri figli, di insegnare ciò che si fa e ciò che non si fa sin dalla più tenera età, andando a costituire un esempio molto negativo per i bambini che vedono tollerati, se non addirittura apprezzati, comportamenti che devono invece essere fortemente censurati. L’educazione è apprendimento delle regole, che avviene in primo luogo in famiglia, e dalle quali il bambino riceve la sua individualità sociale». Per il Segretario della SIP, Rino Agostiniani, «stiamo vivendo un periodo storico di “emergenza educativa”, con genitori, spesso talmente fragili ed emotivi, da ritrovarsi incapaci di porre regole, di predisporre con autorità e solidità quei paletti che consentono al bambino di orientarsi una volta adulto. La conseguenza di questa situazione è una generazione di bambini in crisi, arroganti e aggressivi, ma al tempo stesso incapaci di sostenere le minime frustrazioni. La SIP vuole prendere spunto dallo spot per lanciare un appello ai genitori affinché diano ai figli regole certe, elemento fondamentale per assicurare una vita migliore da adulti».
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