ALLA SCOPERTA DELLE ANTICHE STRADE DEI CASTELLI
Si è tenuta il 17 dicembre, a Monte Compatri presso Tinello Borghese, la conferenza “ALLA SCOPERTA DELLE ANTICHE STRADE DEI CASTELLI ROMANI” e “INFLUENZA DEL CRISTIANESIMO SULLE VIE CONSOLARI”.
Organizzata da Archeoclub sede di Monte Compatri, Comitato A.N.D.O.S. di Albano Laziale ODV (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno: opera di sostegno, assistenza, riabilitazione, informazione, collaborazione, sensibilizzazione dove la prevenzione salva la vita -autovalutazione, controllo clinico, mammografia-) e Comune di Monte Compatri, presenti le Istituzioni locali. La promozione per opera dell’Archeoclub, il valore oggettivo del territorio, la conoscenza dei territori e una citazione di Plinio il Vecchio: “I Romani posero cura a tre cose soprattutto, che furono dai Greci neglette, cioè nell’aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache.” In riferimento alle antiche strade dei Castelli Romani, i romani hanno costruito la Via (transito di due carri in senso opposto quindi larghe 4-6 metri) e poi strade sempre più piccole sino al Diverticulum (collegava strada consolare con luoghi d’interesse). Il pavimento era basato su strato di basalto durevole indeformabile, dove non ristagnava l’acqua. La strada romana, in generale, era costruita da diversi elementi a strati sino al lastricato: Statumen, Rudus, Nucleus e Pavimentum. Le pietre miliari (cippo con iscrizione) segnavano la distanza delle strade e la tavola Peutingeriana (copia Medievale di antica carta romana delle strade dell’impero romano) è una delle prime cartografie; mentre le strade di Roma erano: VIA LATINA, VIA CASILINA, VIA TUSCOLANA, VIA LABICANA, VIA PRENESTINA, VIA COLLATINA, VIA TIBURTINA, VIA NOMENTANA, VIA SALARIA, VIA TIBERINA, VIA FLAMINIA, VIA AMERINA, VIA CASSIA, VIA CLODIA, VIA TRIUMPHALIS, VIA CORNELIA, VIA AURELIA, VIA PORTUENSE, VIA OSTIENSE, VIA SEVERIANA, VIA LAURENTINA, VIA LAVINIENSIS, VIA ARDEATULA, VIA ANTICA VIA APPIA, VIA NUOVA VIA APPIA. Utilizzati i lasciapassare, lungo il percorso erano presenti le Mansiones: “Infrastrutture lussuose che garantivano l’accoglienza, i ristori, il pernottamento dei viaggiatori e degli animali da trasporto per alti ufficiali e senatori.” Altri servizi ai viaggiatori erano forniti da Cauponeae ma “più umili e mal frequentate”. Sono state mostrate foto della Via Sacra dei Latini e di Roma presso Monte Cavo (Pietro Rosa), un tratto della Via Labicana presso San Cesareo e il diverticolo della Via Latina presso Monte Salomone. Un estratto di filmato dell’Istituto Luce ha citato Monte Compatri in riferimento alla pietra Sperone utilizzata a Roma come materiale edile/decorativo. Per quanto riguarda le Vie Consolari riutilizzate dal Cristianesimo (Apostolato es. San Paolo e San Pietro), il Domine quo vadis è tratto dagli Acta Petri (vangelo apocrifo) e avviene lungo la Via Appia. Con la caduta dell’impero romano la manutenzione delle strade s’interrompe e, in riferimento a ciò, è stato citato Procopio (Guerra Gotica): “Le pietre sono unite così saldamente da dare l’impressione all’osservatore di non essere connesse l’una all’altra, ma di costruire un tutt’uno. Nel corso di molti anni sono passati sopra di esse, giorno dopo giorno, vetture e persone di ogni genere; eppure la loro compagine è rimasta immutata e neanche una delle pietre si è spaccata o consumata, e non hanno perduto neppure la loro lucentezza” e, in un passo successivo, che “La Via Ostiense è coperta di boschi e abbandonata.” Riferimento in fine alle Catacombe, “il cui termine significa cavità”, costruite lungo le Vie Consolari (es. via Appia, via Ostiense, via Labicana, via Tiburtina) e alle vie del pellegrinaggio medievale (Via Francigena “così chiamata perché attraversava il regno dei Franchi, da Canterbury a Roma-antica Via Cassia- e la Francigena del Sud collegava Roma a Brindisi ed era “il cammino per la terra Santa” -antica Via Appia-).
Foto: slide della conferenza raffigurante il diverticolo presso Monte Salomone (Monte Compatri).
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