Algorithms VS Humans: la battaglia dell’informazione online
La libertà di scegliere cosa leggere e cosa non leggere sembra essere uno dei capisaldi di quella che viene considerata la più grande rivoluzione dei tempi moderni: internet. In realtà non è affatto così, considerando che oggi la rete viene gestita da bot e lo stesso riguarda il comparto dell’informazione. È una battaglia che viene ogni giorno vissuta fra gli esseri umani e gli algoritmi decisionali, che oramai permeano il web e sanciscono da soli il nostro calendario informativo. È una questione di comodità, o di violazione del diritto di scelta? In tanti si schierano a favore della seconda ipotesi, e lo fanno portando degli argomenti di certo non trascurabili. È il problema dell’industrializzazione dell’informazione, sempre più spesso veicolata da editori “robot”, non più al servizio dei cittadini.
Il sistema algoritmico di social network e motori di ricerca
Oggi la maggior parte degli utenti si informa tramite piattaforme come i social network e come i motori di ricerca: non è un caso che Facebook e Google, da soli, occupino il 70% di questo settore. È un bene o un male? Tutto dipende dall’idea che possiamo farci del sistema algoritmico responsabile di questa sorta di “agenda setting 2.0”: i suddetti, teoricamente modellati per fornire all’utente solo le informazioni più adatte per lui, in realtà non fanno altro che limitare il parco informativo a poche scelte. Come funzionano gli algoritmi? Si basano sulle abitudini di navigazione delle persone o sulle query, e selezionano ciò che può essere visualizzato da ciò che invece – arbitrariamente – viene spinto nel dimenticatoio. È un sistema che appartiene ai già citati Facebook e Google: secondo le ricerche condotte dall’Agcom, addirittura il 54% dei cittadini della Penisola sarebbe soggetto a questa selezione informativa. Nel calderone rientra anche Google News: un’altra piattaforma che eroga notizie su base algoritmica.
Internet per informarsi: dalle news del giorno al tempo libero
I motori di ricerca, dai lontanissimi tempi di Arianna, hanno rappresentato uno strumento fondamentale per l’informazione degli utenti che, sul web, cercano informazioni inerenti non solo a notizie di cronaca, economia e attualità, ma anche e soprattutto informazioni legate ai loro interessi. Come preparare una carbonara? Dove andare in vacanza la prossima estate? Come vincere a un determinato videogioco? Sono queste e tante altre le domande inerenti agli interessi degli utenti che si possono fare a Google, e alle quali lui risponde con i risultati più rilevanti. Internet, infatti, ospita numerosi blog specializzati nei settori più disparati che approfondiscono qualsiasi argomento sul tempo libero. Chi desiderasse approcciare il mondo del gambling online, ad esempio, può consultare articoli che spiegano come si gioca alla roulette al casino semplicemente digitando le parole chiave più rilevanti su Google. Allo stesso modo, chi avesse dubbi sul mondo informatico, che si tratti di PC o di internet, può essere certo di trovare risposta ad ogni domanda su blog di settore come aranzulla.it, sicuramente il più conosciuto in Italia. Infine, per fare ancora un esempio, anche chi avesse l’hobby del giardinaggio può trovare blog di settore molto specifici che rispondono alle domande più frequenti, che possono riguardare ad esempio l’adeguata potatura delle rose, oppure la coltivazione di ortaggi in terrazzo. Sarà sempre Google che, in base ai suoi algoritmi e alle logiche di indicizzazione dei contenuti, selezionerà i migliori articoli presenti sul web per rispondere alla domanda dell’utente.
Algoritmi e search engine: i pregi e i limiti di Google
La logica che si cela dietro a Google è questa: un complesso di algoritmi in costante aggiornamento (l’ultimo è avvenuto a marzo 2018) che seleziona i contenuti considerati validi, e che li favorisce nei risultati organici a discapito di quelli considerati di scarso valore. Il problema, però, è il seguente: Google ha il diritto di stabilire, in base a determinati elementi, quali contenuti meritano maggiori attenzioni? Essendo il posizionamento gestito da veri e propri bot, la mera componente matematica o di ranking non basta per determinare un’agenda che sia valida a priori. Sebbene il suddetto motore di ricerca sia molto performante, spesso capita di trovare nelle prime posizioni contenuti che per noi risultano inutili ai fini informativi: quando succede, siamo portati ad interrogarci sull’effettiva utilità di un filtro come questo, chiedendoci se non sia possibile trovare delle soluzioni alternative. D’altro canto, siamo talmente abituati a questo sistema che, oggi, ci risulterebbe molto difficile cambiare modus operandi.
La soluzione? Discuterne sempre e comunque
Il processo di priorizzazione operato dagli algoritmi e dai bot dei motori di ricerca è un argomento caldissimo, con il quale bisogna fare i conti. Magari trovare una soluzione non è facile come bere un bicchiere d’acqua, anzi: è praticamente impossibile, come detto, pensare oggi a qualcosa che non sia organizzato secondo logiche di filtri e di intermediazione. Di contro, è sempre bene discuterne, per tenere viva la vera fiammella dell’informazione.
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