Aldo Onorati, un castellano ai Castelli
Nel tepore di un dicembre come tanti, attraversare Rocca di Papa, ti fa sentire immersa in un Presepe del XXI secolo. I camini accesi, le luci a festa illuminano la via. In questo clima invernale ci si ritrova nella biblioteca comunale a trascorrere un pomeriggio letterario, che ha riscaldato il cuore dei partecipanti. Luogo raccolto e reso suggestivo anche dalle canzoni romanesche ben interpretate da Paolo Valbonesi.
Ospite di questa tornata lo stimato dantista castellano Aldo Onorati, che ci ha allietato, con il suo narrare poetico, presentandoci Uno sguardo nel cuore di Albano e dei Castelli Romani, Edizioni Controluce, maggio 2022. Abile la cura di Maurizio Bocci che ha permesso all’autore di conservare e fissare la memoria su fatti e aneddoti legati alla sua infanzia, fissandoli nel tempo. Testo importante questo, perché per anni il lavoro del dantista si è rivolto sempre a osservare l’altro, il fuori da sé, certo con un’eccellenza e una passionalità infinita, ma questo testo riguarda se stesso: fatti ed eventi che lo hanno reso l’uomo che è, il grande poeta e narratore, il professore che nelle aule è capace di catalizzare il pubblico con la sua grande competenza linguistica, ma vicina anche all’orecchio meno colto.
Momento intimo e rievocativo è stato per l’autore questo vissuto con Rita Gatta, dialogando sui contenuti che lo riportano al fanciullo che non è più. La sua infanzia non aveva tempo e spazio, ma solo profumi e distese di natura che lo portavano dalle vette dei Castelli fino a osservare il mare, in uno sguardo infinito verso l’orizzonte, in un tutt’uno simbiotico con la natura, dove l’essere umano risulta essere solo uno dei tanti elementi. Madre natura dona alle sue creature senza sosta, ma a noi spetta il rispetto e la conservazione della stessa.
Un continuo di domande e risposte legano gli interlocutori con un filo sottile, lungo tutto il narrare dove la parte emozionale ed empatica la fa sempre da padrone. Scivolano le parole miste di storia antica, di cristianesimo e paganesimo. Ci dice, Aldo Onorati su richiesta di Rita Gatta di parlarci dei suoi trascorsi campagnoli tra le vigne di famiglia… “sempre alla terra mio padre donava la prima stilla di vino prodotta”. Alla terra si dà nutrimento e lei torna a donare, non fosse che, alla ciclicità della vita tutto si lega.
L’abile sintesi dei dialetti che s’intrecciano, fanno del momento e dello spazio un luogo neutro dove tutto può accadere…quel narrare infinito che si dipana nel conversare tra di loro e la musicalità delle parole rendono la saletta ancora più intima e calda, come il narrare dei vecchi vicino al focolare.
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