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Aldo Onorati e la narrativa italiana del primo Novecento

Marzo 17
16:04 2012

Carducci, Pascoli, D’Annunzio con il Piacere, Verga con Mastro Don Gesualdo

In poco più di un’ora ha ripercorso, il professor Onorati, nell’entusiasmo del suo sapere, il passaggio dal Romanticismo al Decadentismo con flussi di pensiero che avvicinano il ‘600 al ‘900 come secoli della scienza e della tecnica, più che della letteratura: sapientemente ha tracciato un significativo parallelismo tra l’invenzione della stampa di Gutemberg e, due secoli dopo del metodo sperimentale di Galilei, con l’invenzione della radio di Guglielmo Marconi. Secoli legati alla Scienza, alla scoperta, alla sperimentazione, al progresso.

L’abilità del relatore è riuscita a tracciare, con poche battute, il forte connubio tra vita, realtà e letteratura, pur nella bizzarria che alcuni autori vivono concrete situazioni lontanissime da quelle descritte nelle loro opere. Una per tutte: nel suo Mastro Don Gesualdo Verga, che era benestante, descrive un mondo al quale lui non appartiene. Il verismo, ereditato dalla letteratura francese, coglie momenti di cruda realtà pur non sperimentando, gli autori, quanto vanno a descrivere e fanno vivere ai protagonisti dei loro romanzi.

Velocemente ha poi spaziato da Pascoli a D’Annunzio, ha ricordato come al Decadentismo europeo già annunciato dal Fogazzaro, l’Italia risponderà poi con il Neorealismo; in letteratura si avrà il passaggio dal romanzo al frammento, la prosa sostituirà la lirica …

Ancora è stato messo in evidenza il forte legame tra la Storia e la Letteratura: l’autore che scrive è legato alla storia e la spinta alla modernità farà sì che le opere si avvicinino sempre più all’uomo che vuole conoscersi, in una esplorazione tutta interiore dell’Io, come magistralmente fa Italo Svevo nella Coscienza di Zeno.

Montale sarà uno dei primi ammiratori di questo autore e ne apprezzerà in pieno la sua Senilità, opera che, come le altre, Svevo pubblicò a sue spese, non trovando editori disposti a stamparle.

Sono emerse durante la conferenza, momenti di novità, di idee che dal punto di vista letterario spazzano il passato: Marinetti pubblicherà il suo Manifesto del Futurismo in Francia, divulgando poi una corrente letteraria che influenzerà tutte le manifestazioni artistiche e culturali a venire. Numerosi gli autori citati ancora nel corso dell’incontro: da Papini a Prezzolini fondatore della Voce, rivista che si proponeva una battaglia di rinnovamento culturale e civile; a questa aderirono Giovanni Amendola che scrisse sull’analfabetismo, Salvemini, Einaudi; lo stesso Prezzolini trattò della questione meridionale; alla rivista collaborò con delle consulenze anche Benedetto Croce protagonista con Giovanni Gentile della cultura italiana ed europea della prima metà del XX secolo, in particolare della corrente filosofica dell’Idealismo.

Ricorda Onorati i momenti del Fascismo con Mussolini che riceve Grazia Deledda e non Luigi Pirandello, entrambi insigniti del Nobel nel ’26 lei, nel ’34 lui: così la politica gioca e influenza la letteratura, manipolando le menti di un intero popolo. Tuttavia le idee circolano e creano qualcosa che smuove le coscienze: lo sguardo si volge successivamente verso autori americani che portano ventate di democrazia, qualcosa di nuovo per questa Italia immobilizzata dalla dittatura.

Nel 1907 nasce Moravia: pubblicherà Gli indifferenti a soli diciannove anni e nelle sue opere successive mostrerà uno spaccato della società non edulcorato, che sarà poi ripreso nel mondo del cinema da Pier Paolo Pasolini. Nonostante Domenico Rea, Primo Levi, Carlo Levi nomi di spicco nel dopoguerra, la letteratura del Neorealismo è povera di opere: è il cinema che fa vivere il prodotto con veri capolavori: Cabiria, Roma città aperta … Negli anni ’50, ha ricordato Onorati, la letteratura viene sostituita dal cinema, dalla radio. Persino l’opera lirica, grande patrimonio culturale italiano, cede il passo alla pellicola di cellulosa: la Turandot di Puccini resta l’ultima grande opera del ‘900. Onorati ha concluso questa veloce, sintetica, ma concentratissima carrellata di autori e di correnti letterarie, evidenziando e rimarcando la mancanza di approfondimento e di conoscenza dei nostri più grandi scrittori moderni, sconosciuti ai più, che andrebbero senz’altro rivalutatati e fatti amare da tutti, soprattutto dai giovani.

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