Aldo Onorati, Armando Guidoni e Igor Potapov pubblicano “Poesie e Racconti”
Singolare prosimetrum che le edizioni Controluce hanno approntato scavalcando, proprio in questo momento delicato, i tormenti e le devastazioni della cronaca per unire i popoli tramite la cultura, la poesia e la letteratura. Parlando all’uomo, che non veste nessuna casacca e si riconosce fratello dell’altro uomo, in dialogo.
Un prezioso scambio quello alla base del libro nei commenti che il poeta russo Potapov ha scritto quali corollari delle poesie di Armando Guidoni, commenti, esegesi acute, intelligenti, scambi di doni e di sensibilità.
Guidoni è un poeta che viene dalla scienza, essendo stato un ricercatore di enti importanti, internazionali, la sua lirica, densa, breve, costruita di illuminazioni poetiche improvvise, (“affiora creatività”), ha in sé il rigore dello scienziato e la fantasia e il sentimento di un lirico, il quale usa Me maiuscolo quando descrive il suo intimo e il me minuscolo quando si riferisce al mondo. I due elementi sono in concomitanza lirica dentro una singolare opposizione sistematica non priva di rimandi gnomici e filosofici.
Il dialogo con le straordinarie poesie di Potapov si svolge proprio a partire dalla nozione di creatività che i due poeti instaurano con i commenti e le poesie del russo e, come in una distanza ravvicinata, mi sia concesso l’ossimoro, negli stessi versi dell’uno e dell’altro, in un clima di vera amicizia culturale, capace di riportarci alle interrogazioni radicali sul senso della vita in brevi illuminazioni, come fuochi d’artificio nella notte di una società dello spettacolo effimero, del successo facile. Non per nulla il verbo avvampare, con i suoi sinonimi, è espressione centrale, simbolica.
Potapov: “Il guardiano del fuoco di Dio / nelle esplosioni tu cerchi abbracci” La parola come una stella caduta nel cielo illumina la notte.
Guidoni: “Mi isolo per un istante / immerso nella mia idea/ sul senso dell’esistenza / sfiorato dalla scintillante /astrusità quasi epicurea / per capire di Me essenza”. Liriche ispirate alla lentezza della parola che scende al cuore e vi rimane, portando un forte messaggio di pace come in Da un’idea colma di Guidoni, a cui il poeta russo risponde con Avvertimento che considero il vertice, dal punto di vista umano e poetico, della singolare silloge a quattro mani.
I racconti di Aldo Onorati sono avvincenti, profondi, rapidi e cristallini come la vita che prende sempre di sorpresa. Erano racchiusi in Italia nel libro Paura, che ne conteneva tre, ma il primo è già uscito tradotto in russo e i due restanti escono in questa silloge, per descrivere la paura in se stessa, coma organicità psicologica d’una mente ossessionata, malata: la paura senza cause, paura “pura”… Lo stile è serrato, non lascia spazi a deviazioni filosofiche o estetizzanti, perché nella stessa narrazione e nei personaggi, nei fatti, è racchiuso il pensiero di fondo che avvolge la visione del mondo dell’autore
Un atto di amore alla natura, al femminile, ma soprattutto alla moglie e alla figlia. Si vaga fuori nella steppa nevosa ma si ritorna al fuoco che scalda di amore. Chissà tra realtà e sogno chi la vince, sembra dirci Onorati, come in quelle situazioni in cui troviamo il personaggio che parla in prima persona, non esattamente biografico, perché la memoria predilige e seleziona, davanti alla bestia; trema di pericolo, di angoscia, ma riesce a salvarsi, trova, per fortuna o per caso, le parole del silenzio, gli sguardi, per ammansire la fiera. Chiaro il riferimento, per un acclamato dantista come Onorati, alle prime sequenze della Divina Commedia. La selva oscura sono i monti innevati, prima della Svizzera e poi dei Monti Tiburtini nel Lazio, ma non interviene nessun Virgilio. Il protagonista, in una doppia significativa scena, prima nella giovinezza e poi nella piena maturità, sfugge ai morsi, alla caduta nei burroni, sale su alberi reali e simbolici, trova da solo la via del Purgatorio, forse anche di un Paradiso dove abitano i suoi cari che lo guardano da un imprecisato al di là. Lo “scampato pericolo” assume l’istanza di atteggiamento di vita, un punto di vista sulle cose che si oppone, con il gusto del racconto, della metafora, del realismo che sconfina in una atmosfera altra, a tratti di fiaba, alla angoscia pesante che invece affligge Arduino Bassini del racconto di apertura. Bisogna uscire e fare esperienze, altrimenti il rovello diventa ossessione. Certo qui, proprio nell’incipit, Onorati ci pone interrogazioni radicali, quelle espresse con le parole di Jean Hamburger “il tale nato cromosomicamente buontempone, ride di tutti i colpi della sorte, mentre un altro è cromosomicamente votato a scontarli con una esistenza ansiosa e depressa”. Ci possiamo chiedere se indirettamente la letteratura può cambiare le carte in tavola. Porsi come antidoto favorendo la volontà dell’uno e dell’altro di valorizzare il proprio talento, sfidando, nel secondo caso, pessimismo e accidia.
Con questo libro in mano, godibile a tutti i livelli, capace di farci pensare, risponderemo prontamente di sì.
Infine, come non citare il prezioso lavoro di Natalia Nikishkina ed Ekaterina Spirova che non si sono limitate a una “semplice” traduzione, ma hanno svolto un lavoro di interpretazione dei testi e di “raccordo emozionale” tra i due poeti Armando Guidoni e Igor Potapov.
Fabio Pierangeli
Docente di Letteratura italiana. Coordinatore del Corso di Laurea in Lettere, Dipartimento di Studi Letterari, Filosofici e di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
ancora un passo oltre verso un’aspettativa comunitaria!