Albano, richiesto un finanziamento per il recupero dell’ex Mattatoio
Albano, richiesto un finanziamento per il recupero dell’ex Mattatoio
Il Comune di Albano Laziale, all’interno del “Programma per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”, a cura della Città Metropolitana di Roma Capitale, ha richiesto un finanziamento di oltre due milioni di euro per il recupero socio – economico, ambientale e culturale della struttura pubblica dell’ ex Mattatoio, compresa fra la stazione ferroviaria ed il nucleo di alloggi di edilizia economica e popolare “Ater” di via Rossini. Il Vice Sindaco con delega ai Lavori Pubblici, Maurizio Sementilli, ha spiegato l’intervento per il quale è stato richiesto il finanziamento: «Il progetto è quello di recuperare i quattro edifici esistenti per la realizzazione di spazi polifunzionali nonché la sistemazione delle aree esterne, della viabilità, parcheggi, aree attrezzate e connessione con la vicina stazione ferroviaria e le aree verdi a ridosso degli alloggi “Ater”». E’ intervenuto sull’argomento anche l’Assessore alla Pubblica Istruzione e alle Politiche Giovanili, Alessandra Zeppieri: «Si tratta di un intervento che favorirebbe anche l’inclusione sociale come testimoniato dalla volontà di creare, all’interno degli spazi, un centro multifunzionale attrezzato dove le donne con difficoltà, insieme ai loro bambini possano trovare supporto e assistenza. Un luogo – ha concluso Zeppieri – in cui le mamme possano aiutarsi a vicenda nello svolgimento del loro ruolo». Comprensibilmente soddisfatto anche il Sindaco Nicola Marini: «Coerentemente con il programma elettorale, è intenzione dell’Amministrazione Comunale recuperare l’area dell’ex Mattatoio. Nel caso specifico – ha concluso il primo cittadino – gli interventi non andrebbero solo nella direzione di una complessiva rigenerazione del decoro urbano ma anche in quella dello sviluppo di pratiche per l’inclusione sociale e di nuovi modelli di welfare come dimostra la presenza, all’interno della proposta presentata dal nostro Comune, di progetti di adeguamento delle strutture presenti nell’area per i servizi sociali, culturali ed educativi e di cosiddette “azioni immateriali” ovvero di iniziative volte alla sensibilizzazione della cittadinanza alle varie problematiche sociali e non».
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