Albano – PRESIDIO PER LA PALESTINA
*Domenica 18 febbraio, ore 10.30 *
*Piazza San Pietro, Albano*
*PRESIDIO PER LA PALESTINA *
*STOP AL GENOCIDIO*
* DEL POPOLO PALESTINESE! *
Dal 7 ottobre, Israele ha bombardato la gran parte dei terreni agricoli,
delle abitazioni e delle infrastrutture pubbliche di Gaza (scuole,
ospedali, moschee e chiese). In appena 4 mesi, i feriti sono oltre 65mila e
i morti almeno 27mila, di cui quasi la metà bambini. Le forze israeliane,
che hanno colpito ripetutamente anche in Siria, in Libano (300 morti) e in
Cisgiordania (400 morti), si apprestano ora ad estendere l’offensiva di
terra dentro Gaza anche a Rafah, al confine con l’Egitto, dove si trovano
quasi 2 milioni di sfollati. La propaganda di Tel Aviv giustifica l’eccidio
come una risposta agli eventi del 7 ottobre, falsificando deliberatamente
la storia. Dalla Dichiarazione Balfour del 1917, passando per la
proclamazione dello Stato d’Israele nel 1948 e per le guerre del 1967 e del
1973, i palestinesi affrontano da un secolo una prolungata pulizia etnica
(700mila arabi espulsi nella Nakba del 1948) e uno stato di occupazione
permanente ad opera del colonialismo d’insediamento sionista. L’Autorità
Nazionale Palestinese, nata dagli Accordi di Oslo del 1993 e subalterna a
Israele, amministra formalmente una residuale porzione della Cisgiordania,
che si riduce sempre di più a causa del proliferare delle colonie. A Gaza,
sotto blocco terrestre, aereo e marittimo dal 2007, le condizioni di vita
erano estreme anche prima del massacro in atto. Nell’ “unica democrazia del
Medio Oriente”, migliaia di persone sono incarcerate senza processo in
virtù della “detenzione amministrativa”, mentre il Parlamento, nel 2018, ha
approvato una legge che definisce Israele come lo Stato della sola “nazione
ebraica”. Accade così che il ministro della Difesa israeliano possa
definire gli abitanti di Gaza “animali umani” senza suscitare scandalo
nelle cancellerie europee. Non si tratta, del resto, di mera indifferenza.
Anche l’Italia è direttamente coinvolta, a causa di scelte scellerate che
si aggiungono alla consolidata collaborazione militare con Israele. Oltre a
non votare la risoluzione ONU per il cessate il fuoco e a sospendere i
finanziamenti all’UNRWA (l’agenzia che si occupa dei rifugiati
palestinesi), il governo ha annunciato l’assunzione, da parte italiana, del
comando tattico della missione militare europea Aspides nel Mar Rosso. Nel
Medio Oriente, come in Ucraina, il governo obbedisce servilmente alla NATO,
esponendo il nostro paese agli effetti nefasti delle politiche di guerra,
in nome della declinante supremazia occidentale sul resto del mondo. Se
l’opposizione parlamentare, quando va bene, rilancia l’obsoleta e
fallimentare soluzione dei “due stati”, anche negli Stati Uniti e in Europa
prende corpo la mobilitazione per la fine dell’aggressione israeliana e per
una reale decolonizzazione della Palestina. Dal 7 ottobre, importanti
manifestazioni si succedono da Londra a New York, da Parigi fino a Roma.
*MOBILITIAMOCI ANCHE NEL NOSTRO TERRITORIO SOLIDARIETA’ CON LA LOTTA DI
LIBERAZIONE PALESTINESE FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA E DALLA NATO *
* Castelli Romani per la Palestina*
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