ALBANO LAZIALE. UN CONSIGLIO COMUNALE SENZ’ANIMA E SENZA POLITICA
Il 27 aprile si è tenuta ad Albano Laziale una riunione del consiglio comunale. All’ordine del giorno vi erano alcuni punti di importanza fondamentale per la vita della città: il piano triennale delle opere pubbliche, la TARI, il bilancio di previsione per gli esercizi 2023-2025.
All’inizio della seduta un membro della minoranza ha evidenziato che, ancora una volta, non erano stati messi a disposizione dei consiglieri tutti i documenti in discussione entro il termine, previsto dal regolamento, di cinque giorni prima della seduta. Il consigliere ha lamentato la insufficiente qualità dei documenti mostrando al presidente dei fogli pieni di cifre, del tutto illeggibili.
Il tema della TARI, la tassa sui rifiuti, non è stato illustrato dall’assessore al bilancio, che ad Albano non c’è, e dunque dal sindaco che non ha assegnato la delega. Il dirigente addetto al servizio ha specificato che le utenze domestiche avranno una riduzione dello 0,4 per cento mentre le altre subiranno un incremento del 3,5 per cento. Nessuno – amministrazione e consiglieri – ha sollevato il problema legato al fatto che mancano all’appello circa 4.000 utenze e che quindi, se gli evasori pagassero, la tariffa sarebbe ben più bassa per tutti.
Passati alla discussione del bilancio triennale, che rappresenta il cuore della politica locale, ci si attendeva che il sindaco, in sostituzione dell’assessore al bilancio mai nominato, prendesse la parola per la necessaria illustrazione. Così non è stato, e ciò è stato interpretato come una: mancanza di rispetto per i consiglieri e soprattutto per i cittadini a cui viene negato di sapere cosa l’amministrazione ha in animo di fare in suo nome e per suo conto, scelta ben diversa da quella del precedente sindaco che, nelle analoghe occasioni, leggeva un testo scritto, ben ponderato e meditato. Fortunatamente l’intervento di un consigliere di minoranza ha evitato che, anche quest’anno, il bilancio venisse illustrato da un consigliere di maggioranza, in palese conflitto di interessi tra amministratore e rappresentante dei cittadini. Il bilancio è stato approvato senza alcuna discussione. Gli argomenti da affrontare sarebbero stati infiniti: sapere se nel triennio le risorse finanziarie del Comune diminuiranno, e di quanto, e quali settori dell’intervento pubblico subiranno un definanziamento; sapere se il Comune sarà in grado di spendere i soldi del PNRR mediante un numero spropositato di progetti presentati (i Comuni italiani sono in grandi difficoltà); sapere perché la giunta ha deciso di assegnare a tutti i dirigenti il punteggio di 100 su 100 nella valutazione delle prestazioni (dunque tutti eccellenti) con relativo incremento di remunerazione.
Il consiglio comunale è – meglio, dovrebbe essere – l’equivalente del parlamento, dove si confrontano ideali, passioni, visioni del mondo, interessi legittimi, ma ad Albano Laziale non si vede passione, amore per la città, conoscenza dei provvedimenti da adottare. Il quadro del consiglio comunale si presenta come un’aula sorda e grigia (di infausta memoria) dove la netta maggioranza dei consiglieri di maggioranza non ha mai preso la parola, e dove stancamente si alza la mano. Insomma, il consiglio comunale si rivela come il passacarte delle decisioni della giunta.
I cittadini presenti alla seduta, meno del numero delle dita di una mano includendo i vigili in servizio, hanno tratto la conclusione che la democrazia rappresentativa ad Albano non funziona, i personaggi seduti negli scranni non riflettono le esigenze della vita reale della popolazione, non entrano nel merito delle problematiche della vita dei cittadini e approvano stancamente decisioni e documenti che molto verosimilmente non hanno nemmeno letto.
Una comunità in queste condizioni si presenta fragile, non adeguatamente protetta, ed è esposta ad infiltrazioni della criminalità organizzata – e l’esempio di Comuni limitrofi della zona mare sciolti per mafia dovrebbe essere preso seriamente in considerazione da una leadership che ad Albano non appare all’altezza del compito che le è stato affidato mediante libere elezioni. Altri Comuni, come Colonna, mostrano che la politica locale può essere di tutt’altro genere (Rendiconto esercizio finanziario 2022: https://www.facebook.com/oracolonna/?locale=it_IT).
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