ALBANO LAZIALE: TORNA POMERIGGI DIVERSI CON SABRINA VANINI
21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia e Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale: da queste ricorrenze ha preso spunto proprio nel giorno dell’equinozio di primavera, l’evento Pomeriggi diVersi ideato e organizzato dalla poetessa Sabrina Vanini, giunto quest’anno alla seconda edizione.
L’accogliente Sala della Palazzina Vespignani ad Albano Laziale è stata teatro del primo della serie di quattro incontri – con la promozione dell’Assessorato alle Biblioteche -, inseriti nel progetto Rassegna tra le Righe. E’ intervenuta la dott.ssa Maria Cristina Casella, referente del Servizio Sperimentale Integrato per le Politiche Educative e Giovanili, che ha ha dato il benvenuto e portato i saluti dell’Assessora Alessandra Zeppieri, recentemente eletta nel Consiglio Regionale del Lazio.
Dalla Polonia Wislawa Szymborka, Rupi Kaur indiana, il senegalese Léopold Sédar Senghor, Léon-Gontran Damas dalla Guyana francese, David Léon Mandessi Diop dalla Francia, l’australiana Oodgeroo Noonnuccal, Stig Dagerman svedese hanno dato essenza a un ideale di umanità, unica, senza discriminazioni razziali, divisioni linguistiche, d’usi e costumi, folclore diversi.
La bocca che regge due mondi della Kaur, figlia di due culture, incarnazione d’integrazione e d’amore ha dato incipit a quel percorso d’unione e uguaglianza, pace, conoscenza e condivisione… ed ecco La mia Negritudine di Senghor, come sole dell’anima e il tam tam che muove danze tribali dei poeti africani, sfiora la storia fatta d’invasioni e violenza, ma cerca l’unicità del genere umano, uno e indivisibile; le braccia che s’intrecciano mescolando melatonina e culture anche in altri lontani continenti come quello australiano della Noonnuccal e la denuncia di Dagerman che nei versi stigmatizza la sorte del condannato destinato a sedersi per la seconda volta sulla sedia elettrica… un pensiero al giovane Willy in una poesia da me scritta tempo fa, chiude questa carrellata di versi, ma conduce alla riflessione, all’impegno contro ogni discriminazione e apre all’accoglienza.
Continua l’evento lasciando spazio ai fiori, alla bellezza, alla stagione che dischiude alla speranza.
E’ un dono del cielo
Avere il colore della terra
Sai quante volte
I fiori mi scambiano per casa loro…
Questi versi della Kaur, letti da Sabrina Vanini danno avvio alla seconda parte della serata, dedicata alla Poesia primaverile: ed ecco la bellezza della natura dei boschi di Charlotte Brontë letta da Antonella Perazzetta, i profumati campi fioriti croati di Bosiljka Crnković, i versi sul risveglio di madre Natura che rinfranca lo spirito e s’inonda d’amore nella poesia di Nicoletta Berliri; Angela Maria Minnucci rammenta in romanesco una trascorsa primavera blindata dal coronavirus, ma aperta alla speranza; Emily Dickinson, attraverso la voce di Sabrina Vanini, ricerca nell’arte bellezza, suoni e profumi primaverili sfuggendo al gelo. Alla stessa poetessa statunitense, la Vanini ha voluto dedicare versi da lei scritti, concludendo l’incontro con una leggerezza floreale che anima corolle, mentre nel silenzio notturno la luna veglia sulla quiete, in attesa di un rinnovato albeggiare.
Poco più di sessanta minuti, con un pubblico attento e partecipe, per sognare e viaggiare nella Poesia, in uno scenario riflesso sullo sfondo, girando i continenti e ascoltando in silenzio una sola voce, vibrante di grande umanità e leggerezza: quella universale della poesia.
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