Albano Laziale, commercio al ‘corso di sopra’ in ginocchio complici gli eterni lavori, cittadini delusi
«Degli ultimi due sindaci di Albano Laziale? che dire: uno ci ha tolto i parenti dai fornetti di famiglia al cimitero con la scusa che dovevamo produrre come ‘prova’ i contratti stipulati tanti anni fa, anche per chi aveva una sepoltura per 99 anni: non avendo il contratto non ho trovato più i miei nonni nè la mia zia morta da ragazza. Tre persone che andavo sempre a salutare e a cui portavo un fiore… un pezzo importante della mia famiglia. Per lasciarli dov’erano avrei dovuto farli cremare e cercare una nuova sistemazione con nuova tumulazione, tutto a mie spese, nonostante il contratto avesse una durata di almeno altri quarant’anni».
«Con questo sindaco, invece, il corso di sopra (Via Cavour/via Alcide De Gasperi/Piazza Carducci n.d.r.) sembra ‘bombardato’ da mesi: subisce e ha subito forzati e lunghi stop alla viabilità: rifacimenti piazze, alberi tagliati, sanpietrini da rimettere: dice che si devono spendere i soldi del PNRR ma noi come dovremmo vivere? Strade chiuse, transenne, sensi vietati, meno parcheggi, considerato che in questo quadrante della cittadina non esiste un grande parcheggio che può raccogliere le molte macchine sfrattate da rifacimenti a volte capricciosi.» Questo lamentano un cittadino ed una cittadina di Albano Laziale: «Qualche anziano, con queste nuove sistemazioni, come in Largo Murialdo, ha meno possibilità di essere aiutato con la spesa, i pesi, tanto da aver dovuto cercare il modo per portare a casa derrate alimentari un sacchetto per volta, perché altrimenti troppo pesanti da trasportare visto che non è più possibile trovare un posto per fare una sosta breve e scaricare l’auto».
Effettivamente, facendo due passi si nota come il vero centro storico albanense, non sembri godere di buona salute in quanto a viabilità, presenze nel fine settimana e commercio: qualche commerciante mette in vendita la propria attività, qualcun altro ha già lasciato in estate. Non lavorare anche ‘solo’, per 3/6 settimane, nel commercio odierno, può essere la fine dell’attività: «non c’è passaggio né in auto né a piedi, non lavoro più», commenta qualcuno.
«Cosa rimproveriamo a questi sindaci? – proseguono i cittadini – di seguire la loro rotta che non incrocia quella dei cittadini dando a volte dispiaceri personali a più di qualcuno, ma questo lo si sopporterebbe per ottenere un maggior benessere della comunità, invece, spesso, da questa tensione al miglioramento sono nati progetti di nessuna utilità, anzi, progetti che alla fine hanno mietuto troppe fughe, fallimenti. Fra alcuni mesi sarà tutto sistemato? Sì ma a spese del benessere, del lavoro, della serenità di quanti cittadini?». «Dei miei nonni non parlo più:- dice dispiaciuta la signora della storia d’apertura – l’impiegata di non dico quale ufficio comunale, saputo che le loro povere spoglie erano finite nell’ossario comunale, mi ha detto: evvabbè, tanto erano morti». Forse più di qualche volta manca rispetto per gli altri. Per esempio, si gioca a fare le piste ciclabili, un’altra piazza che non serve, mentre abbiamo una villa comunale che muore, ma forse tutte le nostre sono esigenze d’altri tempi, da anziani».
Cartolina d’altri tempi – immagine web
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