Albano Laziale, il 10 marzo tornano i corsi di Protection Network per il contrasto alla violenza
Albano Laziale, il 10 marzo tornano i corsi di Protection Network per il contrasto alla violenza su donne e minori
Venerdì 10 marzo, a partire dalle 8.30, presso la Sala Nobile di Palazzo Savelli (piazza della Costituente n. 1 – Albano Laziale), torna l’appuntamento con il corso di formazione qualificata per il contrasto alla violenza, a cura dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Albano Laziale. L’iniziativa, nata all’interno del progetto Protection Network, ha l’obiettivo di promuovere interventi di prevenzione e contrasto nei casi di maltrattamento e abuso su minori e donne. I corsi formativi ricalcheranno, dunque, le finalità di Protection Network, protocollo di cui il Comune di Albano Laziale è capofila, sottoscritto dalle Forze dell’Ordine, dal Tribunale e dalla Procura della Repubblica di Velletri, dal Tribunale dei Minori di Roma, dall’Asl Rm 6 e riconosciuto dalla Regione Lazio come “best practice” da promuovere e diffondere in altri territori regionali. I corsi si concluderanno il 15 giugno e consisteranno in dieci giornate di formazione rivolte in particolare al personale operante nei servizi sociali, nei servizi sanitari, personale scolastico e rappresentanti di comunità religiose. I corsi garantiranno crediti formativi a medici chirurghi, infermieri, ostetriche, assistenti sociali e avvocati. I corsi, iniziati lo scorso giovedì 2 marzo, hanno registrato sin da subito un’ampia partecipazione. Il Consigliere comunale, Gabriele Sepio, ha commentato: «Una rete per prevenire e contrastare la violenza contro donne e minori. Grazie alla Regione Lazio, alla Asl, alle Forze dell’ordine, al Tribunale Ordinario e dei Minori, alle scuole, agli enti locali e a tutti gli operatori del terzo settore presenti. Un bell’esempio di come, con il contributo di tutti, si possono dare risposte innovative costruendo una solida rete di protezione intorno alle vittime di violenza. Ogni forma di violenza che colpisce le persone più deboli è una ferita aperta che riguarda tutta la comunità in cui viviamo».
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