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Al seggio n.1

Al seggio n.1
Settembre 17
19:06 2020

Al Paese era arrivato il giorno delle votazioni… Come tutti sanno, la partecipazione politica del cittadino è espressa nel seggio, nella cabina, precisamente nell’urna. Mr. Mortimer stava facendo i suoi calcoli di traiettoria per arrivare primo e il più presto possibile al seggio. Come lavoro faceva il musicista e si era messo in testa di arrivare al seggio rompendo la barriera del suono… Qualcuno pensava che in realtà fosse un po’ suonato ma era semplicemente “un’aria”. Abitava in cima al colle difronte al Paese. La strada era tutta in discesa e aveva calcolato la traiettoria in linea d’aria… Posizionata la macchina, mise lo stereo “a palla” e partì. Era vestito solo con un costume da bagno e un cappello di paglia. Mise il piede sull’acceleratore e andò “a manetta” giù per la strada. La macchina era spinta al massimo della velocità. Gridava e rideva a squarciagola e, arrivato a un punto della strada dove o segui la curva o vai dritto contro un muretto oltre il quale si vede il paese in basso, decise di andare dritto. Stava volando. Non si sa come abbia fatto ma atterrò sul seggio. Un “viaggetto aereo” di qualche chilometro… Uscito dall’auto illeso, come se avesse parcheggiato, si recò al seggio. <<Oddio! Il terremoto!>> gridò qualche scrutatore. Tutti gli scrutatori e il presidente del seggio si misero sotto il tavolo eccetto uno scrutatore che era intento a mangiarsi un cornetto e niente al mondo l’avrebbe distolto. Sembrava in estasi. Entrato puntuale, Mr. Mortimer disse allo scrutatore intento a “colazionare”: <<Buon giorno! Non vi preoccupate della macchina, la faccio rimuovere al più presto. Eh…purtroppo non sono riuscito a battere il mio collega… Devo votare!>> Lo scrutatore gli diede la scheda, Mr. Mortimer si recò alla cabina e con il mandolino intonò una musica appena composta, un nuovo sound! Poi uscì dal seggio, utilizzò l’urna a mò di tamburo e poi la scosse come fosse una maracas, per poi avviarsi a casa scalzo. Poi…tornò a casa e si mise a completare una sciarpa all’uncinetto! Ognuno ha le sue passioni e i pregiudizi li lasciamo cedere il passo alla verità. Il presidente del seggio nel frattempo chiamò l’esercito… Ristabilito l’ordine nel seggio, si recò a votare il cameriere della trattoria del luogo con andatura da clown, Mr. Antony. Entrato a passo svelto, si posizionò innanzi al tavolo e disse: <<Buon giorno! Devo votare!>> Lo scrutatore gli chiese la tessera elettorale. <<Tessera elettorale? Non ce l’ho! Devo votare! Fatemi votare!>> Lo scrutatore gli disse che non poteva farlo votare senza la tessera elettorale. <<A sì! Allora me lo mettete per iscritto! Nel frattempo vado a farmi fare un verbale!>> disse e uscì. Tornò più tardi con la tessera elettorale, gli diedero la scheda per votare e, una volta in cabina, mise la scheda a mò di tovaglia e fece dei sorrisi su di essa. Uscito, consegnò la scheda e uscì dal seggio. Fu la volta del maestro di ballo, Mr. Franc. Entrato nel seggio, si mise a ballare con una scrutatrice mentre quest’ultima aveva una faccia interdetta. Finita la performance, si recò nella cabina e si mise a ballare. Tutti vedevano l’ombra “ballerina”. Uscito, fece un altro ballo muovendo le spalle come un forsennato e sul volto un’espressione di estasi. Uscì definitivamente dal seggio sempre a passo di ballo. Poi entro Mr. Tony, il “politico” locale che, entrato nel seggio, consegnata la scheda elettorale, controllato che era presente nel registro maschile, presa scheda e matita, si recò nella cabina elettorale, fece un comizio che durò non si sa quanto, con un segno fece la sua scelta, uscì con la scheda piegata come ricevuta, la inserì nell’urna, riconsegnò la matita e ritirò la tessera elettorale timbrata. Si recò a votare anche la fattucchiera, Miss. Eliza che, nella cabina, emise una maledizione. Ecco la volta del cuoco, Mr. Arthur. Entrò con la padella in mano e, nella cabina, si mise a “spadellare” sulla scheda. Uscito, entrò l’amico cacciatore Mr. Arnold, che nella cabina tirò in aria la scheda elettorale e gli diede due “schioppettate”, trattandola come fosse una beccaccia. Successivamente andarono a votare anche la dottoressa che nella cabina fece una diagnosi alla scheda, l’avvocato che ne analizzò la formalità, il macellaio il quale ne apprezzò la carta e giudicò idonea per incartarci le bistecche, il falegname che prese le misure, l’ingegnere che calcolò la struttura della stessa, l’ambientalista che controllò se la carta della scheda fosse biodegradabile, l’architetto valutò il disegno, l’attore chiuse e apri la tenda della cabina come fosse il sipario del teatro, la bella che ci si specchiò, il professore che controllò la grammatica del testo, ecc. Si presentò anche un soggetto “antico” nei modi che pretese di votare su di una “tabella”. Fu accontentato con la solita scheda. Addirittura una nonnina entrò nella cabina e non usciva più! Uno scrutatore si avvicinò e notò che si era addormentata. La svegliò. Votò e uscì. Ragionamento senza imporre, dialogo, studio, democrazia, metodo. Soluzione collettiva?  Un particolare va detto: appena fu aperto il seggio e appena fu chiuso, un signore in frac entrò e usci un attimo dopo e un attimo prima.  Dove si trova il seggio n.1? E chi lo sa…forse solo in questa “scheda”, dove l’importante è votare con “coscienza” e non solo secondo il proprio “orticello”. Una visione completa in sostanza, per il bene comune (soluzione problematiche particolari e generali).

 

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