Al di là del dolore cronico
Frida Kahlo, un’artista tra le più amate del Novecento, una donna che affrontò la sua difficile condizione di disabilità contrastandola con coraggio e riuscendo a trasformare il dolore in arte, la sofferenza in colore. Visse una vita breve e contrassegnata dal dolore. Da bambina, la poliomielite, poi a 18 anni per un grave incidente riportò fratture alla spina dorsale, alle costole e alle ossa pelviche. Fu costretta a letto per lunghi periodi e così cominciò a dipingere. Essendo se stessa il soggetto più conosciuto, iniziò dipingendo autoritratti.
Il dolore è centrale nelle sue opere; è vivido, cinico, drammatico, ma non tragico. Frida disegna con forza la limitatezza umana. I suoi autoritratti, sono d’effetto, pieni di colore; ne trasuda una determinazione a superare la fragilità di un corpo, ostacolo alla sua forte personalità, all’enorme sete di vita.
La storia di Frida Kahlo rappresenta uno spunto per riflettere sulla condizione delle tante persone con dolore cronico, quello che per diversi motivi, non ancora del tutto chiari alla scienza, non passa pur rimuovendo le cause che ne sono l’origine, e che da sintomo si trasforma esso stesso in malattia. Se ciò accade, il dolore può diventare un’esperienza che progressivamente si impadronisce di tutta la vita della persona, minando il suo equilibrio psicofisico, privandola nel tempo delle relazioni, del lavoro, degli affetti, dei progetti, alterandone l’umore e il pensiero. Insomma, ciò che si definisce semplicemente dolore fisico va ben al di là del corpo e produce effetti psicologici importanti che si fanno sentire nuovamente sul corpo attraverso ansia, paura, depressione, senso di impotenza e rabbia. Queste emozioni influiranno a loro volta sulla percezione del dolore, aumentandola, e sull’efficacia dei farmaci analgesici, riducendola. Il risultato è un perverso circolo vizioso dal quale è difficile uscire senza sapere come.
Se il dolore non si può eliminare, è possibile agire sui suoi effetti negativi. Il percorso psicoterapeutico ‘Al di là del dolore cronico’, in quanto terapia psicologica integrata applicata al dolore e alla malattia cronica, si propone di alleviare la sofferenza delle persone che convivono con il dolore, migliorando la qualità della vita e restituendo dignità e gioia di vivere a chi soffre. Intraprendere un percorso psicoterapeutico aiuta chi soffre a gestire il dolore cronico nel quotidiano, fornisce gli strumenti utili per sperimentare sempre meno la propria esistenza come controllata dal dolore, e permette di superare il vissuto di perdita connesso all’esperienza della malattia. In sostanza, intraprendere un simile percorso sostiene la persona nel passaggio al di là del dolore e nel darsi una seconda opportunità per tornare a vivere pienamente.
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