Al CNR scoprono l’energia nucleare pulita
L’energia nucleare pulita si produce dal ferro: la scoperta è di Fabio Cardone, ricercatore del CNR che ha spiegato come poterla ricavare da questo metallo attraverso gli ultrasuoni, grazie a un fenomeno naturale conosciuto come “cavitazione”. Il nome deriva dalle cavità che si formano sulle eliche dei transatlantici sottoposti a lunghe traversate oceaniche. La causa di questi “buchi” sta negli effetti corrosivi e combinati tra cloruro e acqua. I primi esperimenti di questo tipo sfruttavano la pressione per far implodere determinate sostanze e costringerle a rilasciare energia nucleare e furono condotti in Germania tra il 1943 e il 1944, per scopi bellici. Oggi, l’energia prodotta è di altissima qualità, ma la cosa importante è che le scorie, nient’altro che residui di ferro, non sono assolutamente radioattive. Si tratta quindi di energia pulita e priva di qualsiasi rischio per la salute e per l’ambiente. Tutto ciò è stato possibile ottenerlo in laboratorio grazie al “cavitatore”, il cuore del rettore nucleare ad ultrasuoni, realizzato dalle forze armate italiane nell’ambito degli esperimenti condotti dagli scienziati del CNR già a partire dal 2004. Con la stessa tecnologia, il professor Cardone e la sua equipe hanno anche provato a sostituire il cloruro di ferro per il reattore ultrasonico con delle scorie nucleari (il materiale radioattivo che viene prodotto dalle attuali centrali) le quali, bombardate con gli ultrasuoni, hanno perso la loro radioattività. Poche centinaia di grammi di cloruro di ferro – spiega il fisico – sono sufficienti per produrre una quantità di energia equivalente a quella producibile da diversi chili di uranio. I risultati della ricerca erano già stati presentati a Chieti, nell’ambito del forum “Energia e Ambiente” nel maggio dello scorso anno, ma il progetto oggi incontra delle serie difficoltà ad essere portato avanti a causa della mancanza di finanziamenti. Il governo italiano ha già deciso per la soluzione concretamente più praticabile nell’immediato, ovvero andare avanti con il nucleare (quello che produce le scorie radioattive) e con la costruzione di almeno quattro impianti di terza generazione. Per quel che riguarda la ricerca medica, le applicazioni pratiche di questa scoperta si sono arenate e i brevetti, detenuti dal CNR e dall’Università di Roma3 saranno validi solo fino al 2010. E oggi Fabio Cardone diffonde i risultati dei suoi esperimenti a livello europeo. Ancora non è stato realizzato un prototipo per la produzione su larga scala del reattore ultrasonico, ma solo strumenti di tipo scientifico. Il lavoro condotto e i meriti della scoperta sono di proprietà dello stato italiano, ma l’Italia rischia di perdere un’occasione per essere protagonista di quella svolta epocale che potrebbe portare l’intero pianeta ad abbandonare la produzione di energia nucleare in nome di una scelta energetica pulita e più etica.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento