Ai Partecipanti Velletri2030,
è da qualche tempo che a Velletri molti parlano di sanità senza alzare lo sguardo dalle beghe locali e affrontare il tema a tutto tondo, dalle disuguaglianze sociali all’innovazione digitale nella sanità. Cerchiamo di capire.
“La professione medica non può rimanere indifferent. Spezziamo il circolo vizioso delle disuguaglianze in sanità”. Lo ha detto Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, commentando i dati dell’Osservatorio nazionale sulla Salute delle Regioni Italiane, che evidenziano disparità tra un luogo e l’altro della penisola. Al Sud si muore prima, al Nord si vive più a lungo, in Italia ci sono disuguaglianze a livello territoriale ma anche sociale, chi è più istruito vive di più e si ammala meno. In Campania gli uomini vivono mediamente 78,9 anni e le donne 83,3, mentre a Trento gli uomini arrivano a una media di 81,6 anni e le donne a 86,3. E ancora: un cittadino può sperare di vivere 77 anni se ha un livello di istruzione basso, ma può arrivare a 82 anni se possiede almeno una laurea. Il Rapporto Osservasalute 2017 lo si può scaricare dal sito http://www.osservatoriosullasalute.it/
E’ evidente che il tema della sanità va affrontato insieme al tema della salute, all’andamento demografico, le disuguaglianze sociali, la spesa dei comuni per i servizi sociali, l’innovazione digitale. L’invecchiamento demografico, unito all’aumento della speranza di vita, faranno ulteriormente lievitare la domanda di cura. Il divario tra le risorse per la Sanità e i bisogni dei cittadini/pazienti potrà essere ridotto solo attraverso l’innovazione organizzativa e tecnologica, la responsabilizzazione del cittadino/paziente e la definizione di nuove competenze per gli operatori sanitari. La politica tende a giocare le sue carte su prospettive di breve termine, mentre oggi più che mai è necessario lavorare sul futuro. Alcune domande alla politica potrebbero essere, con specifico riferimento alla Regione Lazio:
Qual è la spesa per la Sanità digitale nel Lazio?
Quali sono le inefficienze legate al “non digitale” oggi, come percepite dagli operatori sanitari?
Quale impatto si stima che abbia la digitalizzazione sulla sostenibilità del sistema Sanitario?
Qual è il livello attuale di adozione del digitale tra le aziende sanitarie e la Regione Lazio?
Come i cittadini utilizzano il digitale per accedere a servizi sanitari e comunicare con i medici?
Quali sono le nuove competenze che gli operatori sanitari devono sviluppare nell’era digitale?
Un Rapporto prodotto recentemente da ARUBA, società di Hewlett Packard Enterprises, denominato“Building the Hospital of 2030’“ fa 4 previsioni chiave su come la sanità e l’ospedale si trasformerà entro il 2030: http://www.arubanetworks.com/en-gb/press-release/healthcare-will-become-digitised-by-2030-to-keep-services-alive-experts-predict/?source=homepage
Autodiagnosi del paziente: grazie a dispositivi indossabili e basati su applicazioni per monitorare la salute ed eseguire ecografie, i pazienti avranno finalmente la possibilità di auto-diagnosticarsi da casa un ampio numero di condizioni di salute, trasmettendo i dati al medico senza doversi recare in ambulatorio e in ospedale.
L’ospedale automatizzato: il check-in ospedaliero includerà una tecnologia di “imaging” in grado di valutare la frequenza cardiaca, la temperatura e la frequenza respiratoria sin dall’ingresso, i sensori potranno rilevare la pressione sanguigna ed effettuare un elettrocardiogramma entro 10 secondi, generando delle priorità di trattamento dei pazienti sulla base della loro gravità clinica, del rischio evolutivo e delle risorse disponibili, allegerendo il lavoro dei pronto soccorso.
Gli operatori sanitari potranno dedicare più tempo ai pazienti: medici e infermieri, che al momento impiegano fino al 70% del loro tempo in lavori amministrativi, potranno analizzare rapidamente ecografie o cartelle cliniche con un dispositivo mobile risparmiando tempo utile per concentrarsi sulla cura del paziente. Di contro, i pazienti non dovranno più fare i postini tra operatori sanitari, aziende sanitarie, farmacie, recapitando diagnosi e richieste che potrebbero viaggiare rapidamente via Internet.
Archivio dati digitali: i dispositivi di diagnostica si integreranno con le cartelle cliniche digitali, aggiornando automaticamente le condizioni e le terapie, fornendo agli infermieri dati più completi, in tempo reale, facilmente accessibili per prendere decisioni migliori.
Ci piacerebbe che coloro che parlano di sanità e sono responsabili di traghettarci verso il futuro si occupassero di sanità a tutto tondo con una prospettiva 2030. Non è fantascienza. In alcuni ospedali molte pratiche sono già realtà.
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