Addio Franco!
A Monte Compatri, già dallo scorso lunedì, si è diffusa una voce che poi è divenuta sempre più forte: Franco Gentili è caduto da una scala… è in ospedale in condizioni molto gravi!
Si è spontaneamente sviluppato un senso di sgomento, quasi di disperazione, per la sorte di un uomo amato dai suoi familiari, dagli amici e da tutti coloro, monticiani o no, che lo hanno conosciuto.
La speranza di vedere risolta la grave situazione è durata tre giorni, al termine dei quali, il 7 ottobre 2009, i medici hanno dichiarato che il cervello del caro Franco era clinicamente morto.
Le idee più pessimistiche si erano avverate!
La moglie Rita e i figli Nello, Giuliana, Giampaolo, Antonello, Ughetta e Valerio hanno poi dato il consenso alla donazione degli organi che, espiantati lo stesso giorno, sono stati offerti a persone che ne trarranno certamente un beneficio vitale.
Franco ci ha lasciato mentre svolgeva una delle sue innumerevoli passioni, ma certamente non sarà dimenticato. Non è possibile dimenticare un uomo che ha sempre rivolto le sue attenzioni e la sua intelligenza alla realizzazione del sogno di vivere in una società più giusta e solidale.
Noi del Photo Club Controluce abbiamo perduto colui che, insieme ad altri, fondò l’associazione esattamente trent’anni orsono e che nel corso di queste tre decadi l’ha sostenuta con le sue idee e con le sue continue elargizioni di tipo economico.
Io ho perduto la presenza fisica di un caro amico che resterà per sempre, con affetto, nei miei pensieri.
L’ultimo saluto alla sua vita spezzata è per lunedì 12 ottobre.
Alle 9:30 sarà aperta alle visite la camera ardente presso l’Istituto di Medicina Legale di Roma in piazza del Verano. La funzione religiosa avverrà alle ore 15:00 presso il Duomo dell’Assunta in Monte Compatri.
A Franco
In mia vita
ho appreso con vigore
gioiosa certezza
del mio amore
freschezza
Essere
e abbracciare Te
ovunque
Ma so che germoglio di vita
cresce insieme
a germoglio di morte
Or soggiace
la mia corporalità
al costante divenire della vita
Sangue urlato
Ora
non odo più
i rumori della sera
Colmo di silenzio
Torno laddove
né tempo
né indugio
né dolore albergava
Qual genio veloce
me si libra lieve
e cade nell’imo profondo
a conquistar il vertice
dei primi momenti
Or che è sera
il tempo
trasparente
come gocce d’aria
sospende il volo
poi
me
piuma sospesa nell’aria
che mai terra bacerà
divengo
come lo sfumar
di un suono
Armando
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