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 Addio al mito di onnipotenza ai tempi del Male 

Aprile 01
09:15 2020

 La grande speranza

  “Un’altra grande tragedia della storia che sta producendo- ci dice il professor Guido Brunetti in questo colloquio telefonico- uno sconvolgimento umano, sociale e culturale. E’ un Male che tocca in profondità il senso della nostra vita, la nostra visione del mondo, il nostro modo di vivere, le nostre concezioni millenarie, i nostri pensieri, le nostre emozioni e che pone grandi sfide individuali e comunitarie per alleviare le tante ferite fisiche e psichiche, per rimuovere le macerie provocate e organizzare e ricostruire le nostre vite”.

“Nulla sarà nella nostra mente e nei nostri sentimenti come prima”.

Quali sono le indicazioni che affiorano?

 “ E’ un virus nuovo, subdolo, invisibile, misterioso, che cattura il corpo e l’anima e  ci fa scoprire i limiti dell’uomo e del suo desiderio ancestrale di manipolare e controllare la vita, la natura e la malattia, traendone forza e potere.

Sono emersi- spiega Brunetti- limiti di conoscenza e di previsione, il limite di una prognosi incerta, il limite dello spazio e del tempo. Il mondo occidentale, e non solo, si sta rivelando impreparato e incapace di fronteggiare, insieme con altri problemi, quello del coronavirus. Tutto, in questa’ora buia, è rinviato, domina l’insicurezza, l’angoscia, un senso di desolazione quotidiana, solitudine, isolamento fisico, emotivo ed affettivo; accresciuto da un continuo, ossessivo, ansiogeno bombardamento mediatico che semina panico e amplia stati depressivi, inquietudine, ansia e stress, che riducono le difese immunitarie con gravi effetti neurologici negativi e conseguenze dannose nei prossimi anni.  Ci scopriamo in tutta la mostra finitezza, fragilità e insicurezza.  Le scienze, la medicina, hanno fornito un’enorme quantità di conoscenze, ma la realtà ci dice che conosciamo solo una minima parte del mondo vivente”.

 Cosa comportano questi limiti?

“ I molteplici limiti messi in evidenza dall’epidemia, ci fa dire addio al mito dell’onnipotenza e al sogno di Icaro. I successi della scienza infatti hanno fatto dire agli scienziati che l’uomo “non ha bisogno di Dio”. E’ l’uomo che progetta di “essere Dio”, relegando il trascendente, l’anima, il sacro, nel “dimenticatoio” della storia.  La “morte di Dio” proclamata da Nietzsche rappresenta in tal modo la fine di tutte le illusioni e delle certezze assolute, il tramonto di codici etici e la crisi della civiltà.

Non solo la scienza, ma anche il pensiero contemporaneo tende al “rifiuto” dell’assoluto attraverso una concezione prometeica di grandezza. Sta di fatto che quando l’Occidente ha deciso di sostituire a Dio la scienza, credendo di poter risolvere i problemi dell’umanità, ha preso “una strada folle” (Heidegger), generando una “gigantesca alienazione” e un mondo “ più irrazionale”.

E’ il primato della ragione sul sacro

“Se Dio non esiste, allora, come scrive Dostoevskij- “tutto è permesso, anche l’antropofagia”. Senza Dio, il mondo è una landa deserta, in quanto “sdivinizzata, desacralizzata, secolarizzata”, disertata dal divino. Il grande errore della società postmoderna è non comprende, come concorda il grande pensatore Habermas, che ha tutto da “guadagnare” da una visione spirituale della vita. Quando l’uomo infatti si è fatto Dio o ha creduto di esserlo ha “fallito”.

Ma è possibile oggi con questa tragedia fare a meno del sacro?

“ D’ accordo con i premi Nobel per la medicina, Eccles e Jacob e con il grande Einstein noi neghiamo validità alla teoria del nichilismo e ci piace parlare di un “universo ordinato, creato da un Dio che rimane fuori della natura e la governa con leggi accessibili alla ragione umana”. La domanda cruciale- conclude in nostro neuro scienziato- è se davvero possiamo fare a meno del sacro. C’è la verità della scienza, la quale ci dice che siamo il risultato della selezione naturale e dei sistemi neurali. Ma c’è anche un’altra verità, la verità che potrebbe essere. E se fosse vero che siamo figli di Dio? E se fosse vero che Dio esiste? Vita è vita in quanto è “vita dello spirito”, che è la nostra essenza”.

La grande forza dello spirito

E’ insomma lo spirito, la dimensione del trascendente a trattenerci dal baratro della disperata insensatezza della nostra condizione umana e dall’angoscia della malattia  e della morte, particolarmente feroce in questi giorni. Alla fine, anche il teorico del nichilismo e della morte di Dio, Nietzsche, è costretto a proclamare: “Cerco Dio! Cerco Dio!”. La più grande idea che l’umanità abbia mai concepito riguarda, per Dostoevskij,  “l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima”. Come dimostrano le scoperte delle nuove neuroscienze, il bisogno di Dio ha una radice biologica, innata,  comune a tutti gli esseri umani. Nasce con l’uomo. Una grande speranza che ci deve aiutare a vivere soprattutto in questi giorni bui”.

Monica Serafini

 

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