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Addio a Gennaro Massa e al suo progetto del Consorzio Artigiani

Addio a Gennaro Massa e al suo progetto del Consorzio Artigiani
Maggio 23
16:40 2021

L’ultimo idealista ci ha lasciati, portato via dal Coronavirus il 6 novembre 2020, e ancora in attesa di sepoltura al Cimitero di Artena.

Chi non ricorda Gennaro Massa?  Nella sua botteguccia a Ciampino in viale Marino 66, che era anche la sua casa, era un passaggio continuo di amici e conoscenti che s’interessavano alla sua salute ma anche alle sue idee che esponeva con una chiarezza impressionante, come cosa già fatta. Gennaro, nato a Roma nella zona dell’Alberone nel 1940 e residente a Ciampino dal 1975, aveva un sogno che non si teneva nel cassetto ma coltivava con passione credendoci fino in fondo e dimostrando, carte alla mano, non solo la sua fattibilità ma la sua necessarietà e l’urgenza di realizzarlo.

Gennaro andava controcorrente, senza stancarsi mai di sbracciare, forte della sua idea che nessuno gli ha mai bocciato e nemmeno concretamente sostenuto. Succede, quando un progetto affascina e convince ma chiede impegno e rischio calcolato. E soprattutto quando non si presta ad alcun giochino speculativo.

Che cosa chiedeva Gennaro,  geometra e artigiano formato alla scuola di suo nonno artigiano e contadino e dei professionisti dei vari settori con cui è cresciuto all’Alberone?

 “Chiedo spazio. Uno spazio che parta dai mille metri quadri in poi, da dividere per tante attività artigianali, dieci al massimo. Cento metri per bottega e non di meno, dove ognuno paga il suo spazio o lo rivende a un artigiano similare, già strutturato e organizzato, e qui i ragazzi troverebbero una vera scuola di lavoro.

Lo spazio potrebbe venire dallo Stato o da un privato, e sarebbe un investimento; conto che chi passando per questo sito e vedendo gli artigiani all’opera, provi il desiderio di imparare pure lui ed entrare nel Consorzio per fare apprendistato. Poi, se ti appoggi a me, quando io me ne vado ti rimane la robetta: fra artigiani ci vogliamo bene”.

Gennaro, preso in cura da un sistema assistenziale che ti governa dopo averti di tutto spodestato, non c’è più. A parte le sue spoglie che nessuno reclama e nessuno si prende la pena di tumulare dignitosamente. E nulla resta di tutto il suo faticoso lavoro di elaborazione di un progetto avviato nel 1991, presentato all’epoca  a tutti i relativi responsabili e possibili interessati,  e continuamente  rivisto e aggiornato nel passare dei decenni.  Gennaro si portava appresso, nella casa di riposo in cui da anni stazionava, in uno zainetto sempre sulle spalle, tutto il suo patrimonio in fogli scritti a mano e disegni tecnici, di cui non c’è più traccia, eliminati  con tutti i suoi effetti personali per dovuta sanificazione. Ma tante cose ha lasciato dette che circolano nel pensiero di tanti.

Gennaro, qualcuno dice, non ci stava con la testa.  Praticamente uno squilibrato, fuori dal mondo reale. Certamente era uno che sognava da sveglio, e non è da tutti. Una qualità dei grandi uomini, sia pure nel loro piccolo.

 foto di Michele Concilio

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1 Commento

  1. Serena
    Serena Maggio 24, 16:06

    Almeno una volta la Redazione di Controluce e lettori e simpatizzanti si sono raccolti attorno alla figura di Gennaro regalataci a tutto tondo da “Il villaggio di Gennaro” di Maria Lanciotti, testo nella collana ‘Drammaturgia’. Molte le idee che fluirono, allora, assieme ad un bel momento teatrale. Ora torna a commuoverci con la descrizione dello zainetto con le sue carte. I sogni non hanno età e Gennaro con i suoi non ha nemmeno avuto bisogno di convincerci.

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