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AD ALBANO LAZIALE TRA QUINDICI ANNI GLI STRANIERI SARANNO UN QUARTO DELLA POPOLAZIONE

AD ALBANO LAZIALE TRA QUINDICI ANNI GLI STRANIERI SARANNO UN QUARTO DELLA POPOLAZIONE
Agosto 13
07:47 2024

AD ALBANO LAZIALE TRA VENTI ANNI GLI STRANIERI SARANNO UN QUARTO DELLA POPOLAZIONE

Il tema della presenza di cittadini stranieri nelle comunità locali rimanda ad una serie di questioni di fondo quali le migrazioni, la demografia, l’accoglienza.

Il fenomeno migratorio è antico quanto il mondo e, in questo torno di tempo, i flussi vanno dal sud al nord del pianeta.

Sotto il profilo demografico l’Italia si trova in una situazione di grave crisi: nel 2023 eravamo circa 59 milioni e i demografi dicono che nel 2050 saremo 54,8 milioni, il 7,1 per cento in meno. Mancheranno all’appello oltre 4 milioni di cittadini – con tutti i problemi legati all’invecchiamento della popolazione. Anche se vi fossero energiche politiche di incentivo alla natalità, peraltro in presenza di un tasso di fecondità tra i più bassi al mondo, secondo i demografi l’Italia ha bisogno di 500.000 immigrati l’anno.

Un così rilevante afflusso di persone provenienti da tutto il mondo richiede un’adeguata politica di integrazione a partire dalla disponibilità di posti di lavoro, dal riconoscimento della cittadinanza ricorrendo allo ius soli e allo ius culturae, all’accoglienza nel tessuto sociale, alle infrastrutture.

A livello di singolo Comune è necessario predisporre, nel contesto e dei vincoli delle leggi nazionali, una serie di misure di breve e di lungo periodo che consentano un’armoniosa integrazione nel rispetto dei diritti e dei doveri, nonché degli interessi, dei residenti e dei migranti.

La situazione di Albano Laziale può essere descritta attraverso alcuni numeri.

Se Albano Laziale – città in cui le nascite sono la metà delle morti – seguirà l’andamento nazionale di diminuzione del 7,1 per cento, nel 2050 avrà perso oltre 2.800 abitanti (dagli attuali 39.753 a 37.150).

Nel 2024 la popolazione straniera di Albano Laziale era di 3.592 unità, pari al 9,0 per cento della popolazione residente. La comunità più numerosa è quelle romena che rappresenta più della metà (52,1 per cento) degli stranieri residenti. I cittadini albanesi, egiziani, bengalesi, indiani e ucraini formano gruppi di dimensione intorno alle 100-200 unità. Tra i bengalesi e gli egiziani prevalgono i maschi, mentre tra gli ucraini, i polacchi, e i moldavi sono più numerose le femmine. La popolazione straniera risiede per i 43,2 per cento nel Centro storico, per il 31,7 per cento a Pavona e per il 25,1 per cento a Cecchina. Va osservato che le statistiche registrano la situazione ufficiale, e che sul territorio sono presenti stranieri irregolari di non facile quantificazione.

Nell’ipotesi della necessità di accogliere in Italia 500.000 stranieri ogni anno, in proporzione Albano Laziale ne dovrebbe ospitare circa 340 l’anno; ciò significa che tra venti anni la popolazione straniera raggiungerà le 10.000 unità che, a popolazione costante, rappresenterebbero non più il 9,0 per cento ma il 25,2 per cento dei residenti.

Per quanto se ne sa, gli stranieri ad Albano appaiono ben integrati nel tessuto sociale e produttivo. Non solo. Stando a quanto si può osservare, non sono pochi gli stranieri con famiglie numerose che forniscono un contributo prezioso alla demografia locale (vedi foto). In città si incontrano coppie di stranieri con il passeggino e coppie autoctone, in preoccupante coerenza con quanto avviene in Cina dove nelle case ci sono già più cani e gatti che bambini sotto i quattro anni, con il cane al guinzaglio.

Il tema della presenza degli stranieri merita una particolare attenzione. A tal proposito va ricordato che la città di Albano Laziale è per sua acclarata natura accogliente e aperta alle migrazioni: ne è testimonianza il fatto che negli anni del fascismo ha protetto dalle persecuzioni la comunità ebraica (alla famiglia Durante, che ha nascosto in casa propria 22 ebrei dal 16 ottobre 1943 al 10 febbraio 1944, è stata dedicata dall’amministrazione comunale una targa intitolata “L’Albero dei Giusti”).

Alcune domande dovrebbero trovare risposta: quanti stranieri Albano Laziale potrà e vorrà accogliere nel futuro? Da quali paesi? Con quali profili? Quali etnie privilegerà e quali scoraggerà? Quali opportunità di lavoro potrà offrire? Quali infrastrutture e servizi potrà predisporre (per esempio una moschea)? Quali misure vanno predisposte per evitare che si giunga a fenomeni di razzismo e di violenza a cui si assiste in molti paesi?

Nelle linee programmatiche dell’attuale sindaco, presentate nel 2020, il tema dei rapporti con gli stranieri è totalmente assente. Nessuno degli assessori ha la delega per l’argomento e l’assessore ai Servizi sociali, che in linea teorica dovrebbe occuparsi della questione, ad Albano Laziale non esiste.

La problematica delle migrazioni dovrebbe essere oggetto di uno studio approfondito (a cominciare con gli scenari demografici) e di un susseguente dibattito a livello cittadino, per esempio in un consiglio comunale aperto. Ma ad Albano Laziale c’è qualcuno che, oltre a gestire con fatica e con mediocri risultati la quotidianità, si ponga, consapevole che abbiamo di fronte un futuro pieno di incognite e di pericoli in un mondo che sta cambiando ad un ritmo vertiginoso, il problema della migrazione e dell’integrazione in una prospettiva almeno ventennale?

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