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Achilles International, atleti con disabilità visive e guide: “together is better”

Achilles International, atleti con disabilità visive e guide: “together is better”
Marzo 16
07:48 2017

Quest’anno l’Atletica La Sbarra si è unita ai Grilli Runners ed insieme condivideranno le esperienze di allenamento e gare.
In particolare alcuni atleti dal 2015 forniscono il proprio supporto come guida podistica agli atleti con disabilità visiva uomini e donne portando avanti il progetto Achilles International portato a Roma da Ada Nardin e la cui sezione Romana è presieduta da Ada Maria Ammirata che è una runner non vedente che ha già sperimentato la corsa in pista, su strada e anche la corsa campestre con tutte le estreme difficoltà.
I campi di allenamento degli atleti dell’Atletica La Sbarra e Grilli runners sono il parco Tor Tre Teste, dove si organizzano anche sedute di allenamento collettivo con l’allenatore Vincenzo Ciurleo, e villa de Sanctis, mentre il progetto Achilles viene portato avanti presso il parco degli Acquedotti, riprendendo gli allenamenti tendenzialmente il lunedì alle 18.00 circa e dove qualsiasi atleta che ha intenzione di sperimentarsi come guida può partecipare così come le persone con disabilità visiva che vogliono provare a correre con una guida.
Per info achillesinternationalroma@gmail.com o 3931053915. Ti aspettiamo!
Una rappresentanza degli atleti con disabilità visiva e relative guide della società La Sbarra & I Grilli parteciperanno il 19 marzo 2017 alla XXVII “Corri per il parco”, gara competitiva e non competitiva di 10 km, organizzata dalla Podistica Tor Tre Teste 2007.
Inoltre è intenzione del progetto Achilles International partecipare, con una rappresentativa degli atleti con disabilità visiva e relative guide, il Giugno 2017 alla 11° edizione di Corriroma, gara competitiva su strada di 10 Km organizzata dall’Italia Marathon Club.
L’Atletica La Sbarra & I Grilli è una squadra che si impegna anche nel favorire l’inclusione e l’integrazione. Fanno parte della squadra Esalehy Abdellatif, fortissimo atleta del Marocco, inoltre D’Antone Giuseppe di 58 anni, che riesce a competere con i più forti ed a vincere quasi sempre la sua categoria di appartenenza.
Inoltre fanno parte della squadra tanti amici over 50 che continuano a divertirsi con lo sport, ragazzi più giovani che stanno trovando pian piano la loro miglior condizione, nuove ragazze che osano anche fare maratone come Ambra.
L’attenzione dell’Atletica La SBARRA” è rivolta anche a gare che portano avanti dei progetti sociali, culturali e ambientali, ha aderito al vivicittà all’interno dell’Istituto Penitenziario di Rebibbia che ha visto partecipare due atlete non vedenti, Ada Ammirata per la gara lunga di 12km ed Ada Nardin per la gara di 4km.
Come dico sempre io “Together is much better” ed infatti da soli le persone con disabilità hanno difficoltà a fare sport o sono quasi impossibilitate, ed allora perché non offrire un po’ del nostro tempo per dedicarsi a questa attività? Insieme si ottengono risultati importanti un miglioramento della prestazione sportiva e del benessere della persona non vedente ma diventa anche una messa alla prova per le guide, per sperimentarsi accanto agli altri, provare a guidare un’altra persona, stargli accanto, sintonizzarsi sullo stesso respiro, sulla sua fatica, sui suoi ritmi, e la competitività ed il benessere oltre che individuale diventa duale e poi di gruppo, di squadra.
Tra i tanti che si stanno avvicinando alla corsa, ad Achilles International Roma ed Atletica La Sbarra c’è anche Sandro Mille, di seguito una sua breve testimonianza.
Che alla domanda “Come hai scelto il tuo sport?” risponde “Volevo intraprendere un’attività sportiva che richiedesse uno sforzo moderato ma costante e, grazie alla generosità degli atleti dell’associazione sportiva La Sbarra, ho iniziato a praticare la corsa. Essendo io un ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi in autonomia per cui era impensabile correre per me.”
Nella tua disciplina quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione? “Nella mia condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100×100 ad un atleta guida. Ciò significa che io, prima di tutto, devo sviluppare da subito un principio di intesa col mio accompagnatore. Devo essere sempre attento alle segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di terreno, deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi e non. Per cui prima del fisico io ho bisogno di allenare l’affiatamento con la persona che mi guida per trovare una buona sintonia.”
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Fortunatamente sono venuto a conoscenza del progetto Achille’s International… Ed eccoci qua: atleti volontari dell’Associazione Sportiva La Sbarra che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati, uniti polso a polso attraverso un cordino. Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi de La Sbarra riescono a compiere l’impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al traguardo. E’ una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza e delicatezza.”
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La mia gara della vita è stata di certo la mia prima gara. Eravamo sulla pista di atletica a Terme di Caracalla per correre una staffetta molto avvincente, la 12 x 30 minuti. Ero emozionato per essere dentro un evento simile… E già ero proprio io, dentro una gara… Incredibile, stavo correndo in pista, in una frazione di gara ufficiale e il mio amico Matteo mi guidava e mi incoraggiava. Era esaltante, ricordo che c’erano molte persone tra gli spalti ma anche molti atleti in pista. Dopo soli 10 min ero già esausto, forse avevo corso ad un ritmo per me troppo elevato. Da dietro arrivavano periodicamente atleti più veloci che mi doppiavano. La cosa mi dava troppo fastidio, ma in quel momento pensavo solo al traguardo, con loro avrei avuto la rivincita in futuro dopo un paio di anni di allenamento. Non so bene come ho fatto ma ho corso anche i restanti 20 minuti, sarà stato il supporto di Matteo che mi incitava e mi motivava, sarà stato l’orgoglio e la tenacia ma riuscito a trovare le forze per giungere a quel benedetto traguardo. Ero stremato ma mi sentivo dentro di me un campione. Ero riuscito a centrare l’unico obiettivo che mi ero prefissato: CONCLUDERE LA GARA.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Sei pronto Sandro? 1, 2, 3. Via. Le gambe accelerano e sembrano andare da sole… Tutto scorre più velocemente e l’aria sul viso si fa più densa … Siamo quasi alla mia massima velocità, io e la mia guida ci stiamo proiettando come 2 bolidi in un sentiero nel parco. Adoro sfrenarmi in brevi allunghi veloci in cui posso scaricare la potenza che ho nelle gambe. E’ bellissimo per me, solo a queste velocità più elevate riesco a respirare una sensazione di completa libertà. Dimentico persino di essere affiancato da un atleta guida. Lui è così abile che in quei brevi momenti entriamo in perfetta sincronia, stessi movimenti di braccia e gambe ed io dimentico che siamo uniti al polso dal cordino. A volte mi lascio davvero prendere dall’adrenalina che poi la mia guida fatica a ricondurmi a nella giusta direzione e a reggimi più bassi. A proposito di episodi divertenti, ricordo una volta in cui io e il mio amico Raffaele procedevamo come sempre affiancati e abbiamo fatto a sportellate. Ebbene sì, perché, io distratto, non avevo capito che dovevamo deviare a sinistra e continuavo imperterrito ad andare diritto. Solo l’effetto di qualche spallata energica mi ha fatto dirottare l’andatura. Oh mio Dio che ridere, ogni volta che ci penso rido solo solo.”
Quale è stata la tua gara più difficile? “La mia gara più difficile è stata una gara di 10 km a Borghesiana, la Maratonina dei due colli. Non mi ero mai impegnato su una distanza simile, non sono molti 10 km ma a me, che non ero molto allenato, sono sembrati più di un milione. Fortunatamente ho avuto il piacere di affrontare quell’impresa affiancato dal mio amico Andrea, Grande tecnico, grande motivatore, grande trascinatore. E’ stato grazie a lui che siamo riusciti a costruire un tempo soddisfacente per essere il mio primo 10.000 metri. In quella gara ho faticato molto ma ho anche imparato molto. E’ stato un eccellente allenamento per il mio fisico e per il mio carattere. Ricordo di essere entrato in crisi al settimo km. Volevo fermarmi, ma sono riuscito a non farlo grazie al supporto psicologico di Andrea. Ed ho fatto bene! Perché sono riuscito a centrare i 3 obiettivi che stavolta mi ero prefissato: A-Finire la gara, B-Non arrivare ultimo, C-Chiudere la gara entro 1 ora.”
Prossimi obiettivi lungo, medio, breve termine? Quali sono i sogni realizzati e da realizzare? “Nel breve: Percorrere 1 km lanciato in 4:00/4:15. Nel medio: Migliorare le notevolmente le prestazioni che ho ottenuto nelle mie 2 gare. Nel lungo: Vincere una gara. Sogni da realizzare: Insidiare i record sui 5.000 e 10.000 di Salvatore Antibo. Sogni realizzati: Per me il semplice fatto di aver corso in gara è già un Sogno Realizzato. Vorrei ringraziare tutti gli atleti che mi hanno aiutato a raggiungere questo sogno. Grazie amici ve ne sono riconoscente.”

Sandro ha fatto il suo km lanciato in 03’57” e quindi sotto i 4’ prefissati.
Urge aiuto di persone generose e disponibili disposte a dedicare tempo per allenarsi con atleti con problemi visivi. Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche ed amatoriali, necessitano di allenarsi e, quindi, essere accompagnati in queste attività da “guide sportive” ossia persone, disponibili ad indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a farli evitare buche ed ostacoli.
Ognuno di noi si può sperimentare come guida negli allenamenti ed in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità e scoprendo cosa significa correre con una disabilità come la vista

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone

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