ACEA, IL SINDACO D’ACUTI: “NO AL TRASFERIMENTO DI MONTE COMPATRI DA ATO 2 A 6
ACEA, IL SINDACO D’ACUTI: “NO AL TRASFERIMENTO DI MONTE COMPATRI DA ATO 2 A 6:
COSÌ AVREMO I DEBITI MA NON L’ACQUA. LA REGIONE REVOCHI LA DELIBERA, PRONTI AL RICORSO”
“ ‘Mai voltare le spalle a Roma’, dicevano i saggi. Ed è quello che come sindaci membri della conferenza di Acea Ato 2 vogliamo fare; dicendo ‘no’ alla delibera di giunta regionale che dispone il trasferimento forzato di Monte Compatri verso il costituendo Ambito territoriale ottimale numero 6. Perché non si capiscono le motivazioni che hanno portato l’esecutivo Zingaretti a prendere una simile quanto scellerata decisione; perché il nuovo assetto è sub-provinciale e in contrasto alle leggi nazionale vigenti, perché saremo sommersi dai debiti, non avremo investimenti e resteremo senza acqua, con un +16,7% di aumento in bolletta. Per questo chiediamo al presidente della Regione Lazio di revocare il provvedimento, mentre noi siamo pronti a presentare un ricorso congiunto al Tar”, lo dichiara in una nota il primo cittadino monticiano Fabio D’Acuti, dopo l’assemblea che si è riunita nella mattinata di lunedì 23 aprile nella sala consiliare della Città metropolitana di Roma Capitale.
“Andiamo per gradi e ripercorriamo tutte le tappe, facendo attenzione alle date. Il servizio idrico integrato è di competenza dello Stato e delle Regioni, per specifiche competenze. La Pisana targata Zingaretti, il 14 agosto 2017 (in piena emergenza idrica e nel bel mezzo delle ferie estive) decide con la legge regionale numero 9 che basti una delibera di giunta per definire gli Ato sub-provinciali. Così, con la deliberazione 56 del 6 febbraio di quest’anno – durante la campagna elettorale per le regionali – stabilisce i nuovi Ambiti territoriali ottimali. In particolare, i 50 Comuni del secondo andrebbero a finire nel sesto, di nuova costituzione. Tra questi, anche Monte Compatri. Non contenti, ancora una modifica: atto che arriva il 2 marzo, a 48 ore dal voto”, spiega il sindaco D’Acuti.
“È bene ricordare che già la sentenza della Corte costituzionale n.173 ha dichiarato illegittima una simile decisione, che era stata presa dalla Liguria, per la provincia di Savona. Il motivo? Non può essere considerato ottimale un bacino che non abbia una dimensione almeno provinciale. Motivazioni che, inoltre, devono essere ben espresse e specificate sia dal punto di vista territoriale e demografico che socio-economico”, ricorda il primo cittadino monticiano.
“Oltre al danno, la beffa. Il nuovo Ato 6, già prima della sua nascita, ha sul groppone 200 milioni di euro da restituire ad Acea; in virtù degli investimenti realizzati. Che, come sappiamo tutti, non sono bastati per contrastare l’emergenza idrica che ha colpito il nostro quadrante la scorsa estate. Inoltre questo ambito avrebbe un minor numero di utenze da servire, con meno risorse da utilizzare per ammodernare la rete. E come pensano di risolvere questo aspetto? Semplice: aumentando le tariffe del 16,7%, che stiamo cercando di bloccare in conferenza dei sindaci e proprio nel momento in cui il tavolo tecnico lavora alla ripubblicizzazione del servizio fornito da Acea Ato 2”, aggiunge.
“In sintesi; l’area Doganella sarebbe spaccata in due. Diminuirebbe l’acqua dalle fonti sorgive e aumenterebbe quella dei pozzi; crescerebbe la bolletta e avremo un debito da pagare, senza risorse per la riqualificazione della rete; l’area Pantano Broghese, nel Comune di Monte Compatri, non rifornirebbe di acqua la comunità monticiana. Sembrerebbe, ma stiamo ancora verificando, che l’iter della delibera di giunta regionale non sia lineare, ma manchi di qualche passaggio. Sono tutti questi i motivi che ci spingono a dire no. A chiedere al presidente Zingaretti la revoca dell’atto. E intanto, presentiamo il ricorso al Tar del Lazio”.
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