Abbassamento del Lago di Bracciano per le captazioni di Acea
Abbassamento del Lago di Bracciano per le captazioni di Acea che compensano gli acquedotti laziali asciutti, la denuncia di Legambiente: “A rischio il Lago di Bracciano ma intanto non si fa niente per riparare acquedotti colabrodo che perdono più della metà dell’acqua sorgente immessa in rete”
La dispersione di acqua in rete è impressionante: 44,4% a Roma, 53,8% Rieti, 67,0% Latina, 75,4% Frosinone
“La siccità è causata dai mutamenti climatici scatenati dalle emissioni di gas serra, dovremo farci sempre più i conti e intanto adeguare gli acquedotti è fondamentale”
Da metà gennaio le sorgenti che portano acqua a Roma e comuni limitrofi, sono in pesante diminuzione per portata, a causa di un inverno particolarmente asciutto. Per mantenere acqua nelle tubature di Roma e dintorni, secondo un vecchio accordo tra Acea e Ministero dei Lavori Pubblici, il gestore idrico può capitare acqua del Lago di Bracciano tra 1.000 e 5.000 litri al secondo in momenti particolarmente critici; ciò sta portando a una riduzione fortissima del livello di acqua del bacino lacustre, il cui valore ecosistemico è messo a grave rischio.
Legambiente denuncia però l’assurda contemporaneità di tali captazioni, con una disperazione idrica altissima negli acquedotti del Lazio: secondo i dati di Ecosiatema Urbano 2016 infatti, l’acqua che si perde nelle tubature è il 44,4% a Roma, il 53,8% Rieti, il 67,0% a Latina e addirittura il 75,4% Frosinone. In pratica oltre la metà dell’acqua sorgente che entra negli acquedotti si disperde prima di essere utilizzabile per scopi antropici.
“Mentre l’esistenza stessa del Lago di Bracciano è messa a dura prova dalle captazioni, è assurdo che non si stia facendo nulla per riparare acquedotti colabrodo che perdono più della metà dell’acqua sorgente immessa in rete – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. Stiamo assistendo ad una enorme captazione continua da oltre due mesi dell’acqua del Lago di Bracciano che causa un abbassamento senza precedenti del livello e ne mette a dura prova la biodiversità, il valore ecosistemico e le bellezze ambientali e paesaggistiche. Sembra però incredibile che mentre accade tutto ciò, continui la dispersione in rete di quantitativi allucinanti di acqua potabile a causa delle condutture vetuste, più della metà della risorsa idrica sorgiva entra nelle reti e sparisce negli acquedotti colabrodo. I gestori del servizio idrico non possono continuare a far finta di niente sfruttando la risorsa pubblica per eccellenza, in maniera così violenta. Peraltro la siccità di questo inverno è causata dai mutamenti climatici scatenati dalle emissioni di gas serra, dovremo farci sempre più i conti ed è quindi prioritario e fondamentale adeguare le condutture idriche, insieme ad un cambio degli stili di vita per evitare gli sprechi eccessivi di acqua: si calcola per esempio che la mancanza del doppio flusso di scarico dei gabinetti nelle sole scuole romane, provochi un’allucinante spreco di oltre un miliardo di litri di acqua all’anno”.
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