A tutti i bambini del mondo
Cari bambini, ricorre la festa della Befana. Molti di voi avranno già, tutto l’anno, quelle cose che di solito si fanno in regalo ai bambini per la festa dell’Epifania. D’altra parte questa festa è stata istituita in tempi ormai lontani, quando i bambini non avevano nulla, ed è normale, oggi, una sua perdita di significato. E’ mio auspicio ridarle forza facendo dono di ciò che manca, manca non solo nel microcosmo delle famiglie, ma anche nel macrocosmo della nostra società: cioè la prospettiva del futuro, con la necessaria conoscenza del passato, per poter guardare al futuro, capire dove siamo e dove vogliamo andare.
Nel mondo, ancor oggi, cinque milioni di bambini, all’anno, muoiono letteralmente di fame. E’ nostro diritto-dovere saperlo, ed in seguito, con l’ampliarsi delle nostre conoscenze: è nostro diritto dovere sapere perché (cosa che noi grandi non abbiamo ancora capito). Questo è compito della scuola, (alla quale in questo giorno intendo dare una mano) apparentemente astratta e inutile per il quotidiano, però l’istruzione della mente ha un legame molto forte con il benessere, specie nel lungo periodo. Infatti, là dove i bambini non vanno a scuola, vivono nell’indigenza, e dove vanno a scuola non muoiono di fame.
La mancanza di riflessioni e saperi, ci porta ad essere schiavi di ciò che “ci piace”, a “consumare” e buttar via tutto sconsideratamente riducendo il mondo ad una pattumiera senza risorse. Dobbiamo sapere che tutto ciò che oggi abbiamo e che “ci piace”, è il frutto non solo del nostro lavoro quotidiano, ma anche di ciò che è stato risparmiato in passato da generazioni e generazioni, vissute prima di noi, in migliaia di anni, che hanno messo da parte, mattone dopo mattone, lottato e sofferto per un futuro migliore dei loro figlioli; e noi abbiamo il dovere, innanzitutto morale, di non buttare via i semi e ricoltivarlo per le future generazioni.
Dobbiamo sapere, altresì, cari bambini, che tutto ciò che abbiamo e che “ci piace”, è anche il frutto di guerre vinte, nel corso dei secoli più di quelle perse, dalla nostra Nazione e dalla nostra “razza bianca”. Siamo insomma dalla parte dei vincitori. Frutto velenoso, in questo caso, direi, per vari motivi: la guerra divora risorse umane ed economiche enormi, sacrifici enormi da parte di donne, vecchi e bambini, per mandare soldati al fronte ben equipaggiati affinché non siano falcidiati dalla fame e dal freddo prima ancora che dal “nemico”; per dotarli di armi “moderne ed efficienti” affinché uccidano senza essere uccisi; frutto velenoso perché le nostre armi moderne nucleari, non conducono a vinti e vincitori, ma all’autodistruzione dell’umanità.
Inoltre il mondo gira,e date le mollezze e la superficialità che il nostro consumismo ci ha portato, , disabituati al sacrificio, alla rinuncia, all’impegno costante, dubito che dalla parte dei vincitori ci resteremo a lungo. Ma la logica della guerra indica che qualcosa di sbagliato nel cuore dell’uomo che la fa, e se la fa; qualcosa che si deve individuare e combattere alla fonte prima che crei l’irreparabile.
Cari bambini, si dice che la nostra epoca è capace di dare ai bambini vitamine e giocattoli di ogni tipo, ma non è in grado di dar loro una speranza. Io dico che la nostra generazione non può dare ciò che non ha: la speranza, e che voi bambini siete la nostra speranza. Nelle vostre piccole mani c’è il futuro del mondo.
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