A spasso nei secoli: dal Festival dantesco a la “Tempesta” di Giorgione
DANTE Orizzonti dell’esilio di Alberto Manguel e Nicola Giuseppe Smerilli, Olschki Editore
Agli Antichi Chiostri Francescani di Ravenna, all’interno dell’XI Festival dantesco, mercoledì 14 settembre, dalle ore 17, Alberto Manguel e Carlo Ossola presenteranno l’esposizione fotografica di Nicola Smerilli e il volume che accompagna la mostra. Qui il programma dell’evento.
Si possono rappresentare i luoghi di un esilio, quand’esso non ha – per l’esule – niente di “proprio”? Quando – soprattutto per Dante – i nomi che sono il paesaggio della memoria affiorano ormai in dolente litania: «Sacchetti, Giuochi, Fifanti e Barucci / […] Sizii e Arrigucci» (Par., XVI, 104 e 108). Alberto Manguel e Nicola Giuseppe Smerilli ci accompagnano nella Ravenna che gli occhi di Dante poterono contemplare negli sguardi eterni che lo fissavano dalle icone musive dei monumenti bizantini nella città dell’ultimo rifugio. L’appello che discende da quelle pareti azzurre e oro non detta soltanto le luminose tessere del Paradiso ma rimuove altresì dal “qui” ogni parvenza: «In Dante ci sono immagini che si allontanano e si accomiatano. È difficile scendere le valli del suo verso dai mille addii». La formula di Osip Mandel’štam ci accompagna in questo viaggio di parole e immagini, pronte a svanire dalla vista per imprimersi nella mente, in un delicato incidersi del sempre: «[…] sì come cera da suggello, / che la figura impressa non trasmuta» (Purg., XXXIII, 79-80). Un libro che raccoglie, come ha scritto Alberto Manguel, «il respiro dell’universo nel respiro della parola».
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La ‘Tempesta’ DI GIORGIONE E IL SUO PROGRAMMA ICONOLOGICO DERIVATO DALLA TEOGONIA DI ESIODO – Il poeta, Amalthea, Zeus bambino e le muse Miscellanea with a new Appendix, di Ursula(†) e Warren Kirkendale, Olschki Editore Revisione di Warren Kirkendale, traduzione di Gioia Filocamo
Gli autori, dopo aver pubblicato nel 2015 la prima edizione di questo testo in inglese, hanno sentito ora la necessità di rendere più accessibile al pubblico italiano la loro analisi e hanno colto l’occasione per aggiornarla e aggiungere ulteriori dettagli, rispondendo così anche ad altri, successivi, tentativi di interpretazione della Tempesta di Giorgione, il cui programma iconologico è stato per secoli uno dei grandi enigmi della storia dell’arte. Ursula e Warren Kirkendale, coppia di storici dell’arte, ci confermano quanto avevano dimostrato sette anni fa: la fonte del dipinto è la Teogonia di Esiodo.
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