A ‘Più libri più liberi’ dall’8 al 10 dicembre…
Maura Maioli Copper, L’Asino d’oro edizioni
Questa anestesia del sentimento è una comoda scappatoia, io lo so, ma per ora è così che stanno le cose, che menzogna produce menzogna.
Copper è stato un bambino che voleva diventare un guerriero per proteggere quelli che ama, invece diventa un uomo che allontana sempre di più da sé l’amore e da tutore della legge finisce con l’usare la forza su chi come e più di lui è stato offeso e abbandonato. Ai margini di una città senza volto, dove si intuisce il mare, Maura Maioli intesse la vicenda del protagonista, mutandone a tratti la prospettiva così che gli eventi passati assumono la presa diretta di una narrazione vicina, mentre quelli del presente se ne allontanano. Il racconto è affidato a una voce fuori campo e alla scrittura avvolgente, sospesa, sperimentale dell’autrice. Cooper, chiamato Copper da sempre, è un bambino dato “in prestito” agli zii paterni perché “la madre, che ha le ali fragili di una cavolaia e sembra sempre in procinto di prendere il volo, non saprebbe occuparsene”. Tra antichi retaggi e usi linguistici di una civiltà in dissolvimento, chiusa e corale, i segni di realtà non visibili vagano come nebbia nell’affresco di domande e possibili risposte. “Conosco l’uomo che ha preso a botte il ragazzo nero perché non gli consegnava la merce e l’incasso della giornata. Lo ha preso a calci nel costato mentre il suo collega lo teneva a terra, schiacciandogli il petto con un ginocchio. Di quell’uomo conosco anche il nome e so che l’ha rinnegato e non sta a me pronunciarlo, non adesso. Però io posso chiamarlo Copper, e anche voi”.
MAURA MAIOLI – Insegnante e scrittrice, ha pubblicato i romanzi Le colline del silenzio (finalista Premio Calvino 1995), Dila e gli altri (2009), Per un’estate sola (2012), Dalla mia casa non si vedeva il mare (2016). Il suo ultimo romanzo Un giorno ti ho parlato d’amore è stato pubblicato da L’Asino d’oro edizioni nel 2019. Tra il 1996 e il 2004 ha tradotto numerosi romanzi, tra cui Che pasticcio, Bridget Jones! di H. Fielding e Con la neve fino agli occhi di R. Sabbag. È ideatrice e direttore artistico del Premio e delle Giornate di Letteraria.
9 dicembre ore 17,30 Sala Sirio
Canova. Non devesi però tacere della farfalla a cura di Anna Maria Panzera Testi di Anna Maria Panzera, Alessandro Carlevaro, Marina Longo, L’Asino d’oro edizioni
Come i viaggiatori provenienti da tutte le parti del mondo che entravano nel suo studio, l’incontro con una personalità geniale, che come solo gli artisti sanno fare, apre nuove prospettive di conoscenza.
A duecento anni dalla morte di Canova, uno tra gli artisti più famosi e amati nel mondo, questo volume restituisce – insieme alla narrazione più nota e agli spunti critici più attenti – alcuni aspetti particolari del suo lavoro, con riguardo speciale al processo creativo che lo condusse alla realizzazione dei due gruppi scultorei intitolati Amore e Psiche; in tale arco temporale, un decennio fecondo di immaginazione e di crescita professionale, la ricerca della bellezza e del sublime neoclassici, sempre attenta alle novità di quell’epoca multiforme e complessa, si propone come una sintesi di visionarietà e di rivoluzione ideale. Le opere dello scultore, immerso in un ambiente moderno ed emancipato, sono esaminate anche sotto l’aspetto del riflesso impresso loro dalle vicende contemporanee, tra storia, politica e cultura, e dell’influenza che altre arti, come la musica e la danza, ebbero sulla sua formazione e sull’ideazione dei capolavori. Dal disegno alla creta, dal marmo alla scultura come ‘metodo di vita’, il racconto di Canova – antesignano dell’artista moderno – si svolge appassionante fino all’ultima mano, segno del pensiero che trasforma e crea perché parte dal corpo e inventa il corpo, dandogli nuova vita, nel bagliore tremulo della fiamma di una candela.
CURATRICE – Anna Maria Panzera. Docente di Italiano e Storia nei licei, storica dell’Arte e curatrice, ha collaborato con varie istituzioni museali ad attività di ricerca, catalogazione, didattica dell’arte e formazione: a Lecce, nel Museo Provinciale Sigismondo Castromediano e nella Pinacoteca d’Arte francescana “Roberto Caracciolo”; a Roma con i Servizi educativi di Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale di Roma e con l’Istituto Nazionale di Studi Romani. Ha partecipato in veste di relatrice a convegni nazionali e internazionali e suoi saggi sono stati pubblicati in numerosi cataloghi. È membro del comitato scientifico di “Sculture in Campo” – Parco Internazionale di Scultura Contemporanea a Bassano in Teverina. Tra le altre pubblicazioni, ha editato con L’Asino d’oro Caravaggio, Giordano Bruno e l’invisibile natura delle cose (2011) e Camille Claudel (2016).
AUTORI – Marina Longo. Laureata con dottorato in Discipline della musica e dello spettacolo a Firenze, è diplomata in pianoforte (sotto la guida di Ruth Pardo) e in musica da camera presso il Conservatorio di musica di Ferrara. Ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento dei Linguaggi cinematografici e televisivi presso l’Università di Roma Tre nel 2008, e in seguito il Diploma accademico di II livello in Musica da camera presso il Conservatorio “Cherubini” di Firenze. Con l’attrice Maria Paola Sacchetti ha portato in scena “Il racconto dell’isola sconosciuta” di José Saramago al Teatro Nuovo Sentiero di Firenze (regia di Alessandro Becherucci). Nel 2001 ha pubblicato presso Olschki, con Nicola Michelassi, un volume sul “Teatro e spettacolo nella Mirandola dei Pico (1468-1711)”. Si è esibita come solista, con il TrioXenia (pianoforte, flauto e violoncello). Da anni affianca l’insegnamento del pianoforte a quello di materie letterarie negli istituti superiori.
Alessandro Carlevaro. Scultore e insegnante d’arte, ha frequentato il Liceo artistico e l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Al suo attivo ha numerose mostre personali e collettive; tra le altre, ha partecipato alla Mostra internazionale itinerante “Il Coraggio delle Immagini” e al relativo catalogo, con sculture in marmo e in legno. Tra le sue opere, la “Ninfa e mezzaluna”, la “Pelle di vacca”, “La donna nera”. E inoltre, “Le malie della strega”, fontana ad Avetrana e il mosaico “La ragazzetta”. Ha insegnato Arte nella Scuola Media inferiore per quarantacinque anni.
10 dicembre ore 11.00 Sala Luna
Guardare dove non si è potuto mai guardare a cura di Federico Masini, L’Asino d’oro edizioni
«La ragione non percepisce, non sente, non vede, non pensa le cose pensabili oltre la manifestazione percepibile».
L’irrazionale e la negazione violenta da parte del pensiero razionale di ciò che non è uguale a se stesso, è un tema centrale di questi scritti scelti tra i contributi ai lavori di due convegni universitari svolti a Napoli nel 1996 e nel 1999, sull’identità dello psichiatra e il rapporto tra la teoria della nascita di Massimo Fagioli e la storia della scienza dell’uomo. Il confronto di allora con l’accademia mostra l’estrema attualità della crisi delle idee che attraversa il pensiero contemporaneo, a partire dai concetti di uguaglianza e libertà. Dal primo convegno nel 1996 al secondo del 1999 emerge il filo di un’appassionante riflessione storica e filosofica sul non cosciente, “l’invisibile che cimenta il pensiero umano a scoprire ciò che il corpo non percepisce”. “E’ un’altra intelligenza – afferma Fagioli -, che può conoscere ciò che la ragione non può conoscere, perché la ragione è immobile, sempre e soltanto soggetto di conoscenza e mai oggetto di essa”, in questo “alleata del pensiero religioso che codifica una realtà psichica che non scopre, ma crede senza elaborare un pensiero”. In questi scritti parole come desiderio, immagine, sogno, trasformazione, ma anche allucinazione, prendono una nuova veste nella ricerca incessante di Fagioli che attraversa scienza, psichiatria, filosofia, arte e biologia.
CURATORE – Federico Masini è professore ordinario di Lingua e Letteratura cinese presso Sapienza Università di Roma. Ha pubblicato monografie e articoli di linguistica cinese e storia delle relazioni culturali fra Italia e Cina.
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