A Monte Compatri è di scena il Teatro Il teatro amatoriale
Il tempo incerto di questa strana estate non ha assolutamente frenato questa rassegna teatrale svoltasi all’aperto e ad ingresso gratuito, nel rupestre Parco Karol Wojtyla (ex Parco del Romito), e tutte le Compagnie hanno così rappresentato i propri lavori selezionati. Il Teatrone di Velletri si è aggiudicato due premi agli attori, Giulia Felci nella “Topastra”, nonché Aldo Nardini, curatore attento anche della regia, facendo rilevare in queste scelte anche la moderna e anticovenzionale teatralità di un autore come Stefano Benni. A Marco Domizi della Compagnia “La Ribalta” di Laghetto, per “Rugantino”, sono andati i premi per il miglior caratterista (Mastro Titta) e per la regia, mentre per la particolare soluzione scenografica Luciano Gioacchini, Silvia Verrengia e Alessia Genovese hanno ricevuto la targa riservata alla scenografia. I premi per l’attore protagonista, Leonardo Vacca (già premiato come regista nel 2011 in questa rassegna) e quello per la caratterizzazione femminile sono stati assegnati alla Compagnia “Granatina” di Roma in “Cluedo – Signori il delitto è servito” di Jonathan Lynn, un giallo ben curato e simpaticamente ‘inglese’ (versione italy) che prevedeva però, nell’intervallo, un insolito coinvolgimento del pubblico nelle complesse indagini orientate alla enigmatica ricerca dell’assassino. Per la seconda volta all’interno di questa rassegna teatrale il premio previsto dalla giuria tecnica e quello del gradimento del pubblico (dato da una giuria popolare che ha seguito e monitorato i vari spettacoli) sono coincisi, ed è stato assegnato il premio Città di Monte Compatri alla Compagnia “Il Teatro” di Roma per l’impegnativo spettacolo dal titolo “Tango” di Francesca Zanni. Un testo riguardante il triste evento dei desaparecidos – migliaia di persone sparite senza lasciare traccia, principalmente in Argentina, eliminate pare, solo per motivi politici -. Nel ruolo di Clara, alla giovane attrice Sara Margiotta è stato assegnato il premio per l’attrice protagonista. La scelta di argomenti di elevata socialità, nei mezzi di comunicazione di massa come il teatro, porta però ad una considerazione più generale: quella sull’uso ormai invalso di testi di alto valore, utilizzati quasi per tranquillizzare (esorcizzare?) sia la coscienza del pubblico, sia quella dei vari apparati teatrali, in un contesto sociale spesso in degrado. Infatti nel 2012 l’Italia è retrocessa di due punti nella statistica sulla corruzione senza che gli intellettuali intervenissero minimamente. Forse ognuno, preso dai propri interessi, dimentica queste complesse realtà, di cui numerosissime tenacemente radicate nelle periferie. A mio avviso proprio il teatro amatoriale, meno subordinato dal punto di vista economico e culturale, potrebbe invece affrontare, con le proprie creatività e le sue notevoli energie, l’immobilismo sociale presente oggi nella cultura, stimolando il potere in questo senso. Un uso vero dell’intelligenza critica potrebbe portare il teatro a una più autentica creatività, vitalizzandone la socialità in un respiro culturale veramente europeo, come avvenuto in alcuni momenti storici di risveglio delle identità teatrali. Essere dunque, non più e solamente sembrare di essere! Parafrasando Seneca, potremmo considerare che, essendo il percorso difficile, noi non osiamo. Ma non è proprio perché non osiamo che il percorso diventa difficile? Intanto a Grottaferrata un gruppo di giovani, provenienti da diverse nazioni, si sono dati convegno a luglio, chiamandosi “Sognatori del Nuovo Rinascimento Europeo”. E questo, anche per il teatro amatoriale, potrebbe essere un percorso positivo, di senso civico e identitario benaugurante. Un percorso di vera convenienza culturale e sociale, sicuramente di pace, proposto proprio quest’anno come stimolo-obiettivo, in questa quinta rassegna teatrale di Monte Compatri.
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