“A furia di sfogliare…” di Roberto De Luca
Roberto De Luca, autore del libro dal titolo A furia di sfogliare è nato a Rocca di Papa, Castelli Romani, dove tuttora vive e lavora. Appassionato di letteratura, scrive racconti e poesie. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari ottenendo buoni piazzamenti. È membro e collaboratore del circolo culturale IPLAC, con sede in Padova e soci in tutta Italia, che si occupa della divulgazione della cultura in tutte le sue forme, con particolare riferimento alla letteratura quindi alla poesia, alla narrativa e alla saggistica.
Oltre ad organizzare un concorso letterario dal titolo Voci, giunto all’ottava edizione, i soci organizzano rassegne letterarie in tutta Italia. A Roma la rassegna è tenuta nella libreria Rinascita, in viale Aosta, e ogni quindici giorni, in una manifestazione che ha avuto inizio a settembre 2012 e continuerà fino a primavera inoltrata dell’anno prossimo, si presentano libri di poesia e narrativa. Proprio in una di queste occasioni, esattamente domenica 14 ottobre 2012, Roberto De Luca, insieme a Paolo Buzzacconi, altro socio del circolo IPLAC nonché dell’Accademia Romanesca, circolo culturale che si occupa della poesia e del sonetto romanesco, ha presentato il libro Fiore di Vetro di Stefano Massetani, affermato poeta pisano. Quelli di Roberto De Luca sono racconti tratti dal quotidiano, dall’ascoltare la vita da parte di un’anima sensibile alle sfaccettature del vivere comune, senza restare necessariamente ancorati all’oggi, poiché il suo è un discorso legato soprattutto all’interiorità dell’uomo come essere pensante e senziente. Nel racconto Notte, tratto dalla raccolta A furia di sfogliare, narra di una notte intera passata a togliere macchie dai muri che, metaforicamente parlando, si riferiscono alle ombre ancora oscure, ai problemi da risolvere, che in quel momento invadono la sua vita. Quello dal titolo Uno sperimentatore, racconta di un uomo attento al richiamo della poesia racchiusa nella sua anima, di un uomo che va alla ricerca di quel qualcosa e ha il coraggio di sperimentare il confronto con una escursione notturna verso il mare, per vedere se in quell’esperienza, alla portata di tutti, tra l’altro, troverà delle risposte. In Pomeriggio d’estate ci descrive di due ragazzi che si incontrano di nuovo, dopo anni di lontananza e dopo un innamoramento finito male. Ci racconta il lungo pomeriggio che finirà con il momento del distacco, in cui lei si inoltrerà nel semibuio del vicolo e le loro strade si divideranno di nuovo, relegandoli inesorabilmente alle incognite delle loro vite future, lasciando intendere come spesso sia la vita stessa a presentarci il conto anche del nostro agire ormai passato. Quindi ci parla soprattutto delle ‘reazioni’, descrivendocele accuratamente, che l’essere umano ha nei confronti di tutto quello che la vita offre, invitando il lettore a vivere questo nostro ‘passaggio’ fino in fondo, tra paure, sentimenti amorosi e prese di coscienza sull’andamento delle cose. C’è dunque una linea che si insinua tra il nostro presente e l’uomo in quanto essere ‘vivo’, cercando di restituirci la visione esatta della realtà attraverso la narrazione di vicende che appartengono senz’altro all’ordinario ma che, al contempo, si fondono in un unico denominatore comune, rappresentato dall’inquietudine di una parte degli uomini moderni, dal loro non credere nella giustizia, dalla ricerca del sentimento, umano o poetico che sia, in una visione moderna che ci rivela, anche se non citato esplicitamente nel testo quanto il futuro dipenda anche da ciò che di importante e spesso trascurato sia potenzialmente insito in ognuno di noi.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento