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A corona dei Monti Sibillini, i Monti Azzurri, oltre il mito della Sibilla divinatrice, la pletora d’archeologi che s’intestardirono a scavare l’antico sito sacro, c’erano i piccoli meravigliosi comuni che accoglievano l’escursionista che intendeva affrontare le gole dell’Infernaccio, il lago di Pilato, i più allenati il Vettore. Montegallo, Montemonaco, Montefortino, Ussita, con la loro aria frizzante, gli alberghi montani, apparenza vecchiotta e cucina buonissima, i negozietti, i piccoli musei, come quello simpaticamente ammaliatore sul mito della Sibilla, le sorprendenti pinacoteche nascoste, altro tesoro della regione Marche… C’erano e non ci sono più visto che alcuni di questi comuni presentano l’80% del loro patrimonio immobiliare fortemente compromesso. Pievi ed edifici pubblici puntellati, spesso appena finiti di restaurare da danni precedenti…

Gli abitanti, se hanno potuto, si sono allontanati; alcuni cittadini che lì possedevano casa e bottega, strettamente collegati ai servizi al turismo dalla primavera all’autunno, discreta voce economica, sono rimasti in zona portando le loro attività all’aperto: vendono i prodotti del territorio (pane, salumi, formaggi, conserve, manufatti in legno, cosmetici e profumi nati dalla trasformazione di poco estese piantagioni di lavanda) sotto discrete oasi di ombrelloni o su mezzi furgonati. Danneggiati in parte anche i siti di interesse naturalistico (inaccessibili le suggestive Gole dell’Infernaccio, la Grotta della Sibilla o delle Fate, i collegamenti con Norcia e la Piana di Castelluccio poco praticabili). Alcuni regalano le loro storie, raccontate senza piangere: così i due ragazzi della lavanda che si ritrovano ad avere in 40 metri scarsi casa e laboratorio e il profumo penetrante dell’olio essenziale neppure lo sentono più per quanto ci vivono sempre immersi dentro; oppure i bambini che fanno da guide a Montemonaco, ad indicare quello che è aperto alla visita e quello che no, (nel sole ferragostano le loro voci sono l’unica eco dell’abitato pervaso, per altro, da un odore di biscotti alla vaniglia, in cottura al forno – aperto! – ). Ascoli presenta segni meno evidenti dell’evento ma molti edifici sono puntellati; la festa internazionale dell’Oliva Ascolana, aperta fino a domenica 20 agosto, contribuisce a portare visitatori in giro per le vie ricche di storia e bellezza della cittadina e l’atmosfera non è paragonabile al ricercato silenzio della montagna spoglia di voci che, col fascino tipico dei luoghi, tenta i viaggiatori che vanno in visita per la prima volta o ritornano a trovare i loro monti… (Serena Grizi)