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95° anniversario della spedizione di Umberto Nobile

95° anniversario della spedizione di Umberto Nobile
Agosto 12
14:33 2023

Nel 95° anniversario della spedizione di Umberto Nobile sul dirigibile “Italia” al Polo Nord. La catena delle generazioni. Collegamento dei tempi.

Il libro di Umberto Nobile “Quello che ho visto nella Russia sovietica” (versione audio).

Il libro di Felice Troiani “La coda di Minosse” (versione audio).

Quest’anno ricorre il 95° anniversario della spedizione di Umberto Nobile al Polo Nord sul dirigibile “Italia”.


…e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino…

Dante Alighieri, Inferno,  XXVI (126)

Umberto Nobile, 1928
Umberto Nobile, 1928

Nel 1927, l’ingegnere aeronautico italiano ed esploratore del Nord, il generale Umberto Nobile, avanzò un progetto tutto italiano per una spedizione al Polo Nord in dirigibile. L’iniziativa di Nobile è stata formalmente sostenuta dal capo del governo italiano Benito Mussolini.
La spedizione Nobile comprendeva 16 persone. Nobile ha portato con sé anche il suo cane, il fox terrier Titina (entrambi avevano già raggiunto il Polo Nord con la spedizione del Norge, nel 1926).
La base della missione doveva essere la baia di Kongsfjord vicino all’insediamento di Ny-Ålesund nelle Isole Svalbard, che veniva spesso utilizzata come base per spedizioni polari. Fu lì che nel marzo 1928 ancorò il piroscafo “Città di Milano”, che avrebbe dovuto fornire la comunicazione con il dirigibile e servire da base di appoggio.
La spedizione vera e propria partì il 15 aprile 1928 da Milano. L’Italia raggiunse il Kongsfjord l’8 maggio.
Da questa base la spedizione Nobile effettuò tre voli, il primo abortito dopo poche ore per il cattivo tempo, il secondo verso la Terra di Nicola II ed il terzo verso il Polo Nord.
Il 23 maggio 1928 ebbe luogo il terzo volo dell’“Italia”. Partita la mattina, poco dopo la mezzanotte la spedizione ha raggiunto il Polo Nord, sul quale è stata lanciata la bandiera italiana, il gonfalone di Milano e la croce consacrata dal Papa.

Tre voli del dirigibile 'Italia' Tre voli del dirigibile ‘Italia’

Sulla via del ritorno, l’“Italia” ha incontrato un forte vento contrario, che ha aumentato il consumo di carburante e subendo numerosi problemi tecnici.
Intorno alle 10:30 del 25 maggio, l’“Italia” iniziò a cadere e alle 10:33 colpì il ghiaccio. A seguito della caduta, il dirigibile perse la navicella spargendo sulla banchisa parte dell’equipaggio, rimanendo in questo modo il dirigibile molto alleggerito: i restanti membri su un dirigibile incontrollato sono stati spazzati via dal vento verso Est. Non si hanno notizie sulla sorte di questi sei sventurati. Mancano ancora oggi.

Membri della spedizione Membri della spedizione

Delle dieci persone che si trovavano sul ghiaccio, il motorista Vincenzo Pomella è morto all’istante nell’impatto, altre tre, tra cui Nobile, sono rimaste gravemente ferite.
Durante la caduta si sono dispersi sul ghiaccio diversi contenitori con viveri e alcuni sacchi di attrezzatura. Inoltre, è caduta una borsa speciale con apparecchiature di navigazione e comunicazione, preparata in anticipo per un atterraggio di ricerca sul ghiaccio, oltre a una tenda a quattro posti.
Dopo aver allestito un campo, nove membri della spedizione hanno tentato di sopravvivere e contattare la terraferma. La tenda della spedizione è stata cosparsa di vernice rossa per renderla più visibile sul ghiaccio.
Nel 1928 questa tenda permise all’equipaggio del dirigibile l’“Italia” di sopravvivere per diverse settimane sui ghiacci, e proprio quest’anno 2023 è stata restaurata restaurata, grazie a più di un decennio di lavoro di specialisti e restauratori italiani.

Felice Trojano, 1928

Felice Trojano, 1928

Uno dei partecipanti alla spedizione del dirigibile “Italia”, lo sviluppatore della leggendaria Tenda Rossa, l’ingegnere Felice Trojani, nel suo libro “La coda di Minosse” ha ricordato il momento del conferimento museale:

 “Nobile aveva portato da Roma la Tenda Rossa, e la donò al comune di Milano. Io andai, insieme col capo di gabinetto del podestà, Andreoletti, al Castello Sforzesco per consegnarla al sopraintendente ai musei, Nicodemi.
La montai (per la sesta e ultima volta!) in una sala del castello e me ne accomiatai con rincrescimento. Rimase esposta al pubblico, oggetto di commozione e delusione.
Di commozione, perché con la sua usura, con le sue macchie, i suoi rammendi testimoniava le peripezie che avevano passate; di delusione, perché era tutt’altro che rosso: il sole, la luce continua, la nebbia, la brina, la neve, le avevano dato quel colore indefinibile già descritto.” (Capitolo XXXV, Coda di Minosse)

Nell’estate del 1928 la Tenda Rossa viene esposta nella Sala del Consiglio del Castello Sforzesco a Milano. A quel tempo, molte persone volevano vedere dal vivo la Tenda Rossa, che per quasi cinquanta giorni fu l’unico riparo possibile per i nove esploratori sopravvissuti del dirigibile “Italia” nell’Artico. Di questa tenda si è letto sui giornali per settimane e finalmente, in quella calda giornata di fine agosto 1928, tutti sono stati in grado di vederla nella realtà dopo averla immaginata per diverse settimane come un puntino rosso su una grande piattaforma di ghiaccio alla deriva. Quando finalmente la gente la vide dietro il cordone che impediva loro di avvicinarsi troppo, alcuni rimasero sorpresi: la Tenda Rossa, di cui avevano tanto letto e sentito parlare, non era poi così grande e, soprattutto, non era rossa.

Quasi un secolo dopo, la Tenda Rossa è nuovamente esposta dopo un lungo e difficile restauro a cura del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. In una grande teca rossa, uno dei più importanti reperti delle esplorazioni polari italiane del XX secolo, è visibile nella sala inferiore del museo a nove metri di profondità: in futuro sarà collocato in una nuova posizione: un’area, parte della quale sarà dedicata specificamente alla storia legata al dirigibile “Italia“.

La tenda è stata realizzata dall’azienda milanese Ettore Moretti su progetto dell’ingegnere Felice Trojani. Aveva una base a forma di quadrato con un lato di 2,7 metri e una fascia perimetrale alla base larga circa 30 centimetri. La parte inferiore aveva la forma di un parallelepipedo coronato da una struttura piramidale, la cui sommità si elevava a 2,5 metri dal suolo. La caratteristica più evidente era un piccolo tunnel di ingresso, progettato per chiudersi da solo per ridurre la dissipazione del calore verso l’esterno. Su un dirigibile ogni chilogrammo in più contava, quindi la tenda è stata progettata senza una vera e propria struttura interna: c’era un’asta centrale, a cui poi venivano attaccati dei cavi, cuciti proprio nel tessuto e tesi, attaccandoli a una specie di picchetti conficcati nel ghiaccio.
La scelta del materiale non fu facile, perché a quel tempo le uniche fibre tessili utilizzabili erano naturali, meno durevoli di quelle sintetiche che abbiamo oggi. Si è deciso di utilizzare la seta per le sue fibre molto lunghe, che hanno permesso di produrre un tessuto resistente ma flessibile. La seta ha anche buone proprietà isolanti ed è leggera, il che è importante per una tenda che probabilmente avrebbe dovuto essere spostata più volte.
La tenda per il Polo Nord consisteva in realtà di due tende, una dentro l’altra. L’esterno era realizzato in tessuto di seta non tinto e l’interno era in taffetà di seta blu. Il doppio strato ha aumentato la capacità isolante e la colorazione interna è stata sviluppata per ridurre il rischio di oftalmia da neve, un danno visivo che può verificarsi dopo un’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti riflessi dalla superficie di neve e ghiaccio.
Il tessuto è stato sottoposto a trattamento impermeabilizzante e particolare attenzione è stata dedicata al fondo della tenda su consiglio del norvegese Helmer Julius Hansen, altro grande esploratore polare, che nelle sue spedizioni notò che sotto le tende si formavano spesso pozzanghere d’acqua dovute al parziale scioglimento del ghiaccio su cui erano adagiati. Il calore sprigionato dai corpi degli occupanti o dalla piccola stufa bastava a sciogliere uno strato d’acqua, che poi inzuppava il fondo della tenda, rendendo molto difficile la permanenza all’interno. La tenda ha superato tutti i test!

Quest’anno ricordiamo tutti coloro che hanno preso parte al salvataggio della spedizione di Umberto Nobile nel lontano 1928.
La storia della ricerca polare conosce molte pagine eroiche e tragiche con la partecipazione dei nostri compatrioti.
Una delle storie più drammatiche della conquista dell’Artico, seguita dal mondo intero con il fiato sospeso, avvenne nel 1928.
Per più di una settimana il mondo, al riguardo della spedizione di Nobile, rimase all’oscuro del suo destino.

Targa commemorativa al radioamatore sovietico Nikolai Schmidt

Targa commemorativa al radioamatore sovietico Nikolai Schmidt

Ma il 3 giugno 1928 accadde l’incredibile: il segnale radio inviato dal lastrone di ghiaccio dal marconista della spedizione, Giuseppe Biagi, fu ricevuto dal radioamatore sovietico Nikolai Schmidt, residente nel villaggio di Voznesenye-Vohma, a nord della Provincia di Dvina, con un ricevitore auto-costruito.
Schmidt ha passato l’informazione alla Società degli Amici della Radio di Mosca, e il giorno dopo l’Unione Sovietica ne ha informato il governo italiano.
In URSS fu creato il Comitato di Assistenza per il dirigibile “Italia“, presieduto dal Vice Commissario del Popolo per gli Affari Militari e Navali dell’URSS Joseph Unshlikht.

Dopo la notizia del naufragio dell'”Italia“, i rappresentanti di diversi paesi del mondo si sono offerti volontari per prendere parte al salvataggio degli esploratori polari. Parecchi mezzi navali di diversi paesi sono avanzati verso il lastrone di ghiaccio alla deriva, dove si trovava il gruppo Nobile, i piloti più famosi hanno cercato di raggiungere il campo.
È stata la prima vera grande operazione di salvataggio internazionale nella storia dell’umanità, alla quale hanno partecipato 18 navi e 21 aerei di sei paesi.

Roald AmundsenDi Ludwik Szaciński - Roald Amundsen's The North West Passage Being a Record of a Voyage of Exploration of the ship Gjøa, 1903-1907; Roald Amundsen. New York Dutton, 1908. National Library of Canada, Pubblico dominio, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=39220

Roald Amundsen
Di Ludwik Szaciński – Roald Amundsen’s The North West Passage Being a Record of a Voyage of Exploration of the ship Gjøa, 1903-1907; Roald Amundsen. New York Dutton, 1908. National Library of Canada, Pubblico dominio, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=39220

I tentativi di salvare gli italiani non furono senza vittime. Il 18 giugno 1928, Roald Amundsen volò alle Svalbard su un idrovolante “Latham-47” per prendere parte alla ricerca, ma lui stesso scomparve insieme a un equipaggio francese di cinque persone. Come se non bastasse tre piloti italiani che hanno partecipato anche alle operazioni di ricerca sono morti, sulla via del ritorno in Italia.

L’Unione Sovietica ha fornito diversi rompighiacci per la spedizione di salvataggio. Il rompighiaccio “Malygin”, che ha lasciato Arkhangelsk il 12 giugno, è stato bloccato nel ghiaccio nel Mare di Barents il 20 giugno e non ha potuto aiutare completamente gli italiani. Il rompighiaccio “Krassin” ha lasciato Leningrado il 16 giugno. La spedizione di salvataggio sul “Krassin” era guidata dall’esploratore polare Rudolf Samoylovich, il capitano era Karl Eggi. L’aereo Junkers YUG-1 è stato posizionato sulla nave, pilotato da Boris Chukhnovsky e Georgy Straube.

Il rompighiaccio 'Krasin'

                              Il rompighiaccio ‘Krasin’

Krassin” è arrivato nel porto norvegese di Bergen il 21 giugno. A questo punto, i piloti stranieri avevano già raggiunto il campo Nobile. Il 20 giugno un idrovolante italiano al comando di Umberto Maddalena ha consegnato viveri e medicine al lastrone di ghiaccio. Due giorni dopo arrivarono altri due aerei con altro carico.

Il 23 giugno si verificò un fatto che poi sarebbe stato a lungo imputato a Umberto Nobile. In questo giorno, il pilota svedese Einar Lundborg su un aereo biposto portò in salvo il capo spedizione e il suo cane Titina dal lastrone di ghiaccio alla base aerea svedese, e il giorno successivo Nobile fu portato sul piroscafo italiano “Città di Milano”.

Ancor prima, i nove sopravvissuti si divisero in due gruppi: sei persone, tra cui Nobile, rimasero nella tenda, e tre – il meteorologo Finn Malmgren, oltre agli ufficiali Filippo Zappi e Adalberto Mariano – lasciarono il campo per raggiungere a piedi il Kongsfjord in cerca di aiuto.

Questo evento è avvenuto già il 30 maggio mentre la partenza di Nobile per primo venne giustificata con la necessità di coordinare gli sforzi per salvare gli altri, compresi i sei portati via dall’aeronave e il gruppo di Malmgren.
Il pilota Lundborg, dopo aver portato fuori Nobile, era sicuro che entro due giorni avrebbe evacuato i cinque rimasti nella tenda, ma durante il secondo atterraggio al campo il suo aereo precipitò. Lo stesso Lundborg fu portato fuori dal campo parecchi giorni dopo da altri piloti svedesi, ma non osarono rischiare di nuovo.
Fu il turno del “Krassin“, che ormai si stava muovendo verso le Isole Svalbard.
L’11 luglio 1928 il pilota Chukhnovsky ha trovato il gruppo che era partito a piedi.

Minosse pag. 446:  Chukhnovsky parte verso la Tenda Rossa il 10 Luglio, ma la nebbia gli impedisce di procedere oltre; torna indietro, e prima di essere raggiunto dalla nebbia, sempre il 10 Luglio,  avvista il gruppo Malmgrem e ne comunica la posizione al Krassin. La nebbia gli impedisce di tornare alla nave e si dirige verso la terraferma, dove però atterrando sfascia il carrello e rimane bloccato. Il Krassin attende la nebbia e raggiunge il gruppo Malmgrem il 12 Luglio, scoprendo che Malmgrem è morto da un mese, Mariano è in fin di vita e Mariano è ancora in buone condizioni (ma non psichiche, è in crisi da stress).

Ma sulla via del ritorno, anche Chukhnovsky ha avuto un incidente: non trovando il rompighiaccio nella nebbia, atterrò sulla banchisa, si imbatté in un blocco di ghiaccio e ruppe il telaio.
I piloti hanno riferito alla radio che avrebbero rinunciato al proprio soccorso fino a quando il “Krassin” non avesse preso a bordo gli italiani.
La mattina presto del 12 luglio 1928, il rompighiaccio “Krassin” scoprì due dei tre esploratori polari che erano partiti da soli a piedi per chiedere aiuto: Filippo Zappi e Adalberto Mariano, furono portati a bordo. Secondo loro, Finn Malmgren morì di sfinimento un mese prima che fossero scoperti dalla spedizione di salvataggio sovietica.
Mariano è risultato gravemente congelato e ha dovuto farsi amputare un piede. Secondo i medici, il “Krassin” è stato provvidenziale – altre 10-12 ore – e l’italiano non sarebbe sopravvissuto.
Alle 20:45 del 12 luglio, il rompighiaccio “Krassin” ha raggiunto la Tenda Rossa e ha preso a bordo gli ultimi cinque membri della spedizione Nobile: l’ufficiale Alfredo Viglieri, il fisico cecoslovacco Frantisek Behounek, l’ingegnere Felice Trojani, il meccanico Natale Cecioni e il radiotelegrafista Giuseppe Biagi.
Il 16 luglio, il “Krassin” raccolse l’equipaggio di Boris Chukhnovsky dal lastrone di ghiaccio, dopodiché la nave fece rotta verso Kongsfjord eppoi verso la costa della Norvegia. Gli italiani soccorsi furono trasferiti sul piroscafo “Città di Milano“, che li trasportò successivamente fino al porto norvegese Narvik, da dove tornarono in treno a Roma.
Per quanto riguarda il rompighiaccio “Krassin”, è diventato famoso in tutto il mondo. La partecipazione dell’Unione Sovietica al salvataggio degli esploratori polari italiani aumentò il prestigio del nostro Paese nel mondo. Nell’agosto-settembre 1928 il “Krassin” intraprese una seconda spedizione alla ricerca delle tracce dei sei membri della spedizione Nobile, portati via dal dirigibile, ma non furono trovati.
Tutti i gruppi di soccorso di altri paesi smisero le ricerche l’11 settembre 1928 e solo il “Krassin” condusse ricerche fino al 23 settembre. Solo in seguito la nave si diresse a Leningrado, dove l’8 ottobre la spedizione fu accolta solennemente sulla banchina, alla presenza del tenente Schmidt.

Stampa italiana sulla spedizione di Umberto Nobile, 1928

I destini dei membri della spedizione di salvataggio furono diversi. Il capo del gruppo di soccorso, Rudolf Samoylovich, insignito solennemente per aver salvato gli italiani, cadde sotto il Grande Terrore e nel luglio 1938 fu arrestato con l’accusa di spionaggio e attività antisovietiche. Fu fucilato nella primavera del 1939. Nel 1957 Samoilovich fu riabilitato postumo.

Joseph Unshlikht fu arrestato l’11 giugno 1937, accusato di appartenere alla “rete di sabotaggio e spionaggio dell’intelligence  polacca in URSS”. Il 28 luglio 1938, il Collegio Militare della Corte Suprema dell’URSS lo condannò a morte per fucilazione. Nel 1956 fu riabilitato postumo e reintegrato nel partito.

Nel dicembre 1941, Nikolai Schmidt fu arrestato con l’accusa di agitazione antisovietica e spionaggio. L’accusa si basava sul fatto che a casa di Schmidt erano stati trovati apparecchi radio e componenti di ricevitori e trasmettitori (dopo l’inizio della guerra, ai cittadini era stato ordinato di consegnarli), nonché alcuni documenti riservati del Commissariato Popolare per le Comunicazioni. Inoltre, è stato accusato di aver rilasciato dichiarazioni critiche sulla politica del personale del governo.

Con delibera dell’Assemblea speciale dell’NKVD dell’URSS del 1° agosto 1942, fu condannato a morte per agitazione antisovietica (per quanto riguarda l’accusa di spionaggio, l’indagine penale su questo fatto fu chiusa per mancanza di prove). Schmidt fu fucilato il 26 agosto dello stesso anno, riabilitato postumo il 12 agosto 1984. Quest’anno, la Russian Geographical Society (filiale di Kostroma) prevede di organizzare per il 3 giugno un evento patriottico di massa, oltre a installare una targa commemorativa nel villaggio di Vokhma, che sarà dedicata al radioamatore N.R. Schmidt.
Inoltre, si prevede di organizzare una mostra fotografica dedicata alla spedizione di Umberto Nobile nel locale museo delle tradizioni locali, nonché di condurre una sessione di comunicazione radio il 3 giugno dal villaggio di Vokhmy con radioamatori di tutto il mondo, anche dall’Italia. Questo, senza dubbio, sarà un enorme contributo allo sviluppo delle relazioni russo-italiane.

Il pilota Boris Chukhnovsky è stato premiato per aver salvato il gruppo Nobile e ha continuato a prestare servizio nell’aviazione polare, e durante la Grande Guerra Patriottica ha partecipato a battaglie nell’Artico.

Il generale Umberto Nobile, venne ingiustamente accusato del disastro nel suo paese e considerato negativamente da alcuni ambienti per aver lasciato il campo di ghiaccio per primo; lasciò l’Italia per l’Unione Sovietica nel 1931 e trascorse cinque anni a costruire dirigibili nell’Unione Sovietica. Dopo la guerra e la caduta del regime di Mussolini, tutte le accuse contro il generale furono ritirate.

Anche Felice Trojani, sospettato di sostenere Umberto Nobile, lasciò l’Italia per l’Unione Sovietica nel 1931 per partecipare alla costruzione dei primi dirigibili sovietici. Nel 1964 fu pubblicato il suo libro di memorie, in cui descrisse dettagliatamente sia la spedizione del dirigibile “Italia“, sia vari aspetti della sua vita e del suo lavoro in Unione Sovietica. Il suo libro “La coda di Minosse” è stato tradotto in russo e ne esiste anche una versione audio.

Nel 1969 Umberto Nobile inaugurò un monumento nella città norvegese di Tromsø, dedicato a tutti coloro che morirono durante la spedizione “Italia“. Sono incisi i nomi di otto membri dell’equipaggio del dirigibile, sei membri dell’equipaggio del “Latham 47” francese e quelli dei tre piloti italiani.

Nello stesso anno 1969 uscì il film congiunto italo-sovietico “Tenda Rossa“, dedicato alla storia del salvataggio della spedizione Nobile. Il film è stato diretto dal famoso vincitore del Festival di Cannes Mikhail Kalatozov e, i ruoli principali oltre agli attori sovietici, sono stati interpretati da star del cinema mondiale come l’italiana Claudia Cardinale e lo stesso leggendario agente 007 Sean Connery, che ha interpretato Roald Amundsen. Il ruolo di Felice Trojani in questo film è stato interpretato dal brillante attore Yuri Solomin.

Umberto Nobile ha assistito alla prima del film in Italia. Il grande scienziato e viaggiatore era destinato a una lunga vita: morì a Roma nel 1978 all’età di 93 anni.

La traduzione del libro di Umberto Nobile “Quello che ho visto in Unione Sovietica” in russo è stata fatta da noi nel 2021. Quest’anno, con il permesso dei discendenti di Umberto Nobile, in occasione del 95° anniversario della spedizione di Umberto Nobile, abbiamo preparato una versione audio di questo libro.

Natalia Nikishkina (a sinistra) ed Ekaterina Spirova

Natalia Nikishkina (a sinistra) ed Ekaterina Spirova

Gli iniziatori del progetto russo-italiano “Catena di generazioni” sono il presidente della Società internazionale “Amicizia italo-russa” Ekaterina Spirova e il presidente del Comitato “Dante Alighieri” di Mosca Nataliya Nikishkina. L’obiettivo principale è creare una biblioteca virtuale (audio) per istituzioni educative, organizzazioni pubbliche, che svolgono lavori pianificati sullo studio della lingua russa, della storia e della cultura della Russia. Un ruolo importante nel comitato organizzatore è occupato dalla coordinatrice del concorso, la leader della diplomazia popolare, Natalia Zabolotskaya.

Al doppiaggio dei libri hanno preso parte i finalisti e vincitori del I° Concorso Internazionale “Leader della Diplomazia Popolare”, membri del comitato organizzatore del progetto “Catena di generazioni“: Abukahor Kosimov (Repubblica del Tagikistan), Tegu Imanulla (Repubblica dell’Indonesia), Tatyana Leonova, Luiza Gagarina, Mikhail Kamenskikh (Federazione Russa) e più di 500 persone di diverse generazioni e professioni: eroi della Russia, deputati, impiegati comunali, funzionari pubblici, direttori di musei statali, presidenti e capi di associazioni internazionali , insegnanti, artisti, compositori, traduttori, ingegneri, studenti e molti altri. Il progetto è diventato veramente popolare e contribuisce alla conservazione e alla diffusione della lingua russa. Il comitato organizzatore del progetto “Catena di generazioni” comprende personalità pubbliche di spicco provenienti da diversi paesi. La versione audio del libro è una grande opportunità per attirare un pubblico ancora più vasto per conoscere il testo di questo lavoro. L’audio-libro aiuterà sicuramente le persone ipovedenti e sarà anche un ottimo sussidio didattico per coloro che studiano il russo.

Umberto Nobile arriva a Pomerania con il dirigibile'Italia' Di Bundesarchiv, Bild 102-05737 / Georg Pahl / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5479711 Umberto Nobile arriva a Pomerania con il dirigibile’Italia’ Di Bundesarchiv, Bild 102-05737 / Georg Pahl / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5479711

Dirigibile Italia Dirigibile Italia


Link del progetto internazionale “Catena di generazioni”:

BIBLIOTECA VIRTUALE DIPLOMAZIA POPOLARE
Il libro di Umberto Nobile “Quello che ho visto nella Russia sovietica” (versione audio):
L’audiolibro di Umberto Nobile è disponibile al seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=T9ApU1VihSo

Il libro di Felice Troiani “La coda di Minosse” (versione audio):
FELICE TROIANI “LA CODA DI MINOSSE” PREFAZIONE IN RUSSO E ITALIANO
Felice Trojani la coda di Minosse introduzione in russo e italiano
https://www.youtube.com/watch?v=7LYPwLyri8s

Felice Trojani la coda di Minosse capitolo 11-20
https://www.youtube.com/watch?v=HrxBlzPdDx8

Felice Trojani la coda di Minosse capitolo 21-29
https://youtu.be/tdbc3O1G80o

Felice Trojani la coda di Minosse capitolo 30-36
https://www.youtube.com/watch?v=Ylzpxtybu-M

Felice Trojani la coda di Minosse capitolo 37-43
https://www.youtube.com/watch?v=oynunPjPAkI

Felice Trojani la coda di Minosse partecipanti
https://www.youtube.com/watch?v=Yv2N0LmX114

Il libro di Roberto Bartini «CATENA» (Audioversione):
Il libro di Roberto Bartini «CATENA» in russo
BARTINI CATENA IN RUSSO
https://www.youtube.com/watch?v=Ee-Zqn77xBs

Il libro di Roberto Bartini «CATENA» in italiano
BARTINI CATENA IN ITALIANO
https://www.youtube.com/watch?v=u1fHrzkcuyw

Autori dell’articolo:
Nataliya Nikishkina
Presidente del Comitato Dante Alighieri di Mosca
Ekaterina Spirova
Presidente dell’Associazione Internazionale “Amicizia Italia-Russia”
La revisione di Ascanio Trojani e Francesco Luigi Clemente
Foto: Archivio di Ascanio Trojani

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