8943. Frascati… vittima di uno sporco affare
Questo il titolo significativo di un volume, che sarà presentato il prossimo 11 dicembre presso l’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini, dedicato al bombardamento di Frascati, ma non solo, a cura di Raimondo Del Nero, Dario De Sanctis, Roberto Eroli e Basilio Ventura e grazie alla coralità di numerosi cittadini frascatani e limitrofi, testimoni di quegli anni in presa diretta, che non hanno esitato a mettere a disposizione preziosi ricordi e materiale anche inedito. La manifestazione è la prosecuzione di quelle svoltesi per la celebrazione del 72° anniversario del bombardamento dell’8 settembre 1943. Ampio il programma degli appuntamenti previsti per l’11 dicembre. A partire dalle ore 10.00 della mattina con un’esposizione di vetture d’epoca nella Piazza San Pietro che poi verrà spostata nel cortile del complesso Museale delle Scuderie Aldobrandini in Piazza Marconi. Dalle ore 17.00 presentazione del volume presso l’Auditorium con la presenza degli autori, delle associazioni culturali Civitas Tuscolana e Amici di Frascati che hanno collaborato alla realizzazione del volume, delle autorità locali, delle delegazioni delle ambasciate…. Infine la proiezione di un breve filmato inedito sull’arrivo degli Alleati, il 4 giugno 1944, nella zona. Significativo questo titolo: “semplicemente” 8943, 8 settembre 1943, data del fatidico bombardamento di Frascati, il più importante dei Castelli Romani che sovrastano l’eterna Roma, la caput mundi, Roma città aperta. Il primo, di una serie, che sconvolgerà e segnerà una cittadina ed i suoi abitanti con ripercussioni a dir poco catastrofiche. Senza tralasciare l’operato decisionale in loco di eserciti in guerra, di civili inermi, di religiosi soli, di forze dell’ordine e soldati senza mezzi adeguati o sbandati e di una Croce Rossa all’estremo delle proprie possibilità. Militari italiani, tedeschi, giapponesi, americani, inglesi, francesi, neozelandesi, indiani, marocchini, etc. in opposte fazioni schierate su una scacchiera locale, nazionale ed internazionale. Meglio, mondiale, in continua, rapida e talvolta confusa (e forse, dai capi, volutamente così confusa) movimentazione. L’epilogo della seconda guerra mondiale, “sporca e cattiva”, e l’arrivo degli Alleati sono qui sviscerati da diverse angolazioni di cui la cittadina di Frascati ne è quasi un punto vitale e strategico, uno snodo importante a metà dell’Italia e degli italiani, dei tedeschi e degli Alleati. “Per l’8 settembre bombardieri pesanti distruggeranno Frascati. Questo obiettivo è importante e deve essere distrutto”. Così si esprimeva il Generale americano Jimmy Doolittle, in quel 7 settembre 1943. Prima dell’inferno. Alle ore 12.00 dell’8 settembre il suono della sirena antiaerea segnò l’inizio della tragedia per la cittadina. Orario fatidico, questo, a dir poco fatale, se si pensa che nell’antichità classica, l’ora delle 12.00 a.m. veniva considerata uno spazio temporale spartiacque, nel corso della giornata, in cui le porte del cielo e degli inferi si aprivano alla comunicazione dei due extramondi e delle loro divinità. Ci fu sì comunicazione ma fu micidiale, letale per Frascati e per alcuni comuni limitrofi. Il volume contiene oltre 1200 foto, documenti, inediti in parte, 150 interviste di chi visse in presa diretta gli anni della guerra, il bombardamento prima e durante ed il nulla dopo. Un nulla fatto di niente. Una vita sopravvissuta al limite della sopportazione. E poi lo scenario delle rovine, dei cadaveri in putrefazione, di una cittadina ormai agonizzante, della fuga nelle campagne, degli sciacalli senza scrupolo alcuno, delle “marocchinate” e altre violenze militari. Violenze sia fisiche che psicologiche. Ma non solo questo. Nelle pagine si snoda la storia di una cittadina dai primi del ‘900 al ’45 ed oltre. In un percorso chiaro e lucido. L’arrivo e il posizionamento nella cittadina dell’OBS, Comando Supremo del Mediterraneo degli alleati tedeschi con a capo il famoso Generale Kesserling, segnerà la “condanna” di Frascati. Eppure saranno anche i tedeschi a soccorrere la popolazione civile subito dopo il pesante bombardamento, sino alla notizia ufficiale della firma dell’Armistizio da parte dell’Italia ed al suo funambolico passaggio nelle fila degli Alleati liberatori. Da qui i tedeschi alleati della prima ora, diventeranno i principali nemici degli italiani e dei frascatani. Ed ancora “il gioco” delle spie, del re e dei Savoia, Badoglio e della sua numerosa corte, della liberazione di Mussolini, della lotta civile tra fratelli dello stesso sangue, della Resistenza, dei prigionieri italiani e frascatani in tutto il mondo, della fine. O dell’inizio. Morti oscure e confuse come quella del Generale Cavallero (suicidatosi o suicidato a Frascati?) vengono qui narrate in veste inedita. Come, in una veste più specifica, viene esplicitata la “guerra parallela” e quella “psicologica” che ne segnano gli eventi e la storia dell’Italia stessa. Così da comprendere meglio ciò che forse la storia ufficiale ha voluto tacere o sottacere ed aprire un finestra su nuovi scenari politici e geopolitici mai considerati prima. Frascati è stata così “la vittima di uno sporco affare”, specchio del tempo di guerra, certamente privo di scrupoli sulle vite umane ed il loro sacrificio. Karl von Clausewitz definiva il coraggio “la prima qualità dell’uomo in guerra”. Possiamo aggiungere, a conclusione, che quel coraggio è stato anche e soprattutto di chi la guerra l’ha subita e certamente non voluta, affrontandola, però, con la dignità che rende l’essere, appunto, umano e civile.
Scritto da Susanna Dolci
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