Il crepuscolo del “grillo” e della politica telematica
La recente vicenda melodrammatica relativa alla scelta del gruppo parlamentare UE al quale aderire da parte del M5S ha evidenziato le incongruenze (sinora rimaste nascoste) della non politica grillina. Poche migliaia di iscritti certificati hanno votato, su richiesta del leader maximo e fondatore cinquestelluto, Beppe Grillo, di entrare nell’Alde, la compagine liberale, ma l’Alde il 9 gennaio 2017 ha rifiutato la richiesta.
La prima cosa che mi viene in mente è che, malgrado il M5S si professi un movimento fautore della democrazia diretta e popolare e che ha ottenuto dai 6 agli 8 milioni di voti, prenda le sue decisioni basandosi solo sul parere degli iscritti certificati e registrati su internet, il che significa che un infima minoranza di privilegiati decide per tutti.
D’altronde nel M5S si sapeva già che la linea viene dettata dal capataz Grillo (soprattutto dopo il decesso di Casaleggio) e risente degli umori ondivaghi del comico prestato alla politica.
Le posizioni grilline sono cambiate nel corso degli anni da un populismo sfrenato e dalla protesta a tutto campo sino a giungere alla posizione odierna “filo-liberale”. Ma liberali non ci si improvvisa… e ben fece l’Alde a dire no. Per altro il no dell’Alde significa anche che non era stato tentato alcun preliminare approccio, da parte dei vertici grillini, per l’entrata nel gruppo… e la politica non può essere il risultato d’improvvisazione umorale, soprattutto nelle istituzioni della UE.
La carenza di linea e la mancanza di “pragmatismo” da parte del M5S la si è vista anche nella nomination della Raggi a sindaca di Roma. Anche nel suo caso una manciata di “oligarchi registrati” ha deciso la sua candidatura e il popolo fiducioso, stanco dei giochi sporchi della “destra” alemanniana e della “sinistra” renziana, l’ha votata sperando in un cambiamento…. Ma il risultato dell’improvvisazione è alla vista di tutti. Pur ammettendo che i media del potere facciano la loro parte per macchiarne l’immagine è pur vero che anche la Raggi si da da fare in tal senso. In primis non avendo accettato l’aiuto disinteressato dei numerosi collettivi di sostegno che erano sorti nella capitale e facendo le sue scelte di comando in chiave “utilitaristica” come usuale nella vecchia politica in secundis dimostrando che la sola faccia pulita non comporta una adeguata capacità amministrativa.
La mia impressione è che dall’Europa a Roma la caduta grillina sia nei fatti. Il crepuscolo è iniziato e difficilmente potrà essere arrestato, ormai il Movimento 5 stelle di Grillo sembra destinato a seguire le sorti del Movimento dell’Uomo Qualunque di Giannini. Evidentemente agli uomini di spettacolo non conviene la politica….
Peccato, perché l’Italia avrebbe avuto bisogno di un cambiamento reale, ma la sola promessa di “onestà” non è sufficiente, occorre anche che l’onestà sia accompagnata da una capacità di gestione della cosa pubblica.
Paolo D’Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT.
P.S. – Ribadisco che io ho davvero massimo rispetto per otto milioni di intelligenze, che hanno difeso al loro meglio la democrazia, e l’anno scorso si sono fatte un mazzo così per salvare la Costituzione dalla deforma.
Ma c’è poco da fare, mr Beppe NON è un politico, NON è un economista, e col passare del tempo sta pigliando delle cantonate a mio parere colossali, per cui dovrebbe tornare a fare il signor “io sono io, cioè 1 e basta”, in modo che 8 milioni di intelligenze non vi siano vincolate.
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